Tre appuntamenti per la fine del mese.
Due incontri presentati da Gianluca Morozzi (e rassicuriamo i lettori del Moroz che non sarà trattenuto in libreria per la notte contro la sua volontà ).Â
E la nuova mostra di fotografia, che ci porterà dritti nel fine settimana di “Tutti i Santiâ€, il periodo di Halloween.
La libreria sarà chiusa sabato 1° novembre.
Si riaprirà lunedì 3 novembre coi soliti orari.
Vi aspettiamo.
Quelle di Trame.
Venerdì 24 ottobre alle 18 in libreria
presentazione aperitivo del romanzo di Matteo Ferrario “Buia” (Fernandel editore).
L’autore ne parlerà con Gianluca Morozzi.
Sabato 25 ottobre alle 12 in libreria
presentazione aperitivo del libro di Isabella Borghese “Gli amori infelici non finiscono mai” (edizioni Perrone).
L’autrice ne parlerà con Gianluca Morozzi.
Venerdì 31 ottobre alle 18 in libreria
aperitivo per inaugurazione della mostra fotografica “terra, terra†a cura di Antonella Bufano.
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Venerdì 24 ottobre alle 18 in libreria
presentazione aperitivo del romanzo di Matteo Ferrario “Buia” (Fernandel editore).
L’autore ne parlerà con Gianluca Morozzi.
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Buia è nata per errore, al punto che il suo stesso nome è il frutto di uno scambio accidentale di consonanti compiuto il giorno della registrazione all’ufficio anagrafe, in un piccolo comune dell’hinterland milanese. Il narratore, un timido coetaneo che a differenza di Buia è stato fortemente voluto e deve confrontarsi con le grandi aspettative dei genitori, la incontra sui banchi di scuola e subito se ne innamora. Le loro strade si separano quando la famiglia di lui decide di mandarlo in un collegio privato. Da allora, le uniche notizie che gli arrivano su Buia sono le voci di paese dopo una notte drammatica, i cui fatti finiscono sulle pagine della cronaca locale: diventata una ribelle, la ragazzina viene addirittura indicata come la principale responsabile di un incidente in cui il padre rischia di perdere la vita. I due protagonisti si ritrovano, ancora una volta in modo fortuito, alle soglie dei trent’anni. Lui ha un futuro già tracciato nell’azienda di famiglia e una relazione destinata a breve a sfociare in un matrimonio. Lei è una guardia giurata che conduce una vita indipendente e solitaria, senza legami, con un segreto che non è ancora riuscita a condividere con nessuno…
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Matteo Ferrario è nato nel 1975 in provincia di Milano, dove vive e lavora. Architetto, giornalista e traduttore, collabora con riviste di costruzioni e di edilizia sostenibile. Ha pubblicato racconti su varie riviste e nelle antologie Via dei matti numero zero (Terre di Mezzo, 2002), Racconti diversi (Stampa Alternativa, 2004) e Q’anto ti amo (Damster Edizioni, 2014). Buia è il suo primo romanzo.
Gianluca Morozzi è nato a Bologna nel 1971. Ha esordito nel 2001 con il romanzo Despero, edito da Fernandel, e ha raggiunto il successo con Blackout (Guanda, 2004), dal quale è stato tratto un film per la regia di Rigoberto Castaneda. Tra i suoi numerosi titoli ricordiamo L’era del porco (Guanda 2005), Colui che gli dei vogliono distruggere (Guanda 2009), Cicatrici (Guanda 2010, finalista al premio Scerbanenco), Chi non muore (2011), Marlene in the sky (Gallucci 2013). Il suo ultimo romanzo è Radiomorte (Guanda 2014).
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Sabato 25 ottobre alle 12 in libreria
presentazione aperitivo del libro di Isabella Borghese “Gli amori infelici non finiscono mai” (edizioni Perrone).
L’autrice ne parlerà con Gianluca Morozzi.
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Sembrerebbe uscita da un romanzo di Sándor Márai, Eszter, una giovane donna, precaria dell’editoria di giorno e cameriera di notte, protagonista femminile di questa storia ambientata a Roma. La sua è una quotidianità piuttosto bizzarra: la incontriamo tutti i giorni sul 60, dove si muove tra personaggi singolari, L’uomo del Suicidio Premeditato, La Donna Silenzio, o Signora Impertinenza, e dove assistiamo all’entrata di biglietti volanti salva passeggeri e a soldi del monopoli utilizzati per pagare le multe. Un luogo strambo dove tra grida, silenzi, litigi e confronti emerge non solo il disagio della mobilità romana che non permette ai passeggeri di viaggiare dignitosamente, ma anche la protesta viva degli autisti, costretti a lavorare in condizioni pessime. Cosa spinge Eszter tutti i giorni a salire su questo autobus? Dove deve andare?
Ogni pomeriggio raggiunge la libreria Alice nel paese delle meraviglie. È qui fuori che vediamo muoversi L’uomo senza volto, il protagonista maschile. Un uomo che a seguito di un incidente non riconosce i volti delle persone. Per questo ha deciso di lasciarsi alle spalle la sua vita di prima, concedendosi solo un ultimo atto d’amore verso la donna che non può dimenticare, Gisella.
L’uomo senza volto ogni giorno davanti alla libreria promuove l’esordio letterario della sua amata.
Scrive l’autrice, «In silenzio si scrive una storia. Nasce negli spazi in cui l’uomo, con le sue manchevolezze e il suo essere inadeguato, si ostina a muoversi, creando più o meno rumore. Più o meno silenzio».
Una storia ricca di sorprese, colpi di scena e dove il surreale vive per raccontare questa stravagante città e questi personaggi eccentrici e, insieme, così profondamente umani.
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Isabella Borghese è nata a Roma dove lavora come giornalista e ufficio stampa. Collabora con Controlacrisi.org, dove è responsabile della rubrica Libri & Conflitti. Ha scritto il reportage Da ex fabbrica occupata a «città » multietnica, Dalla sua parte (2013, Edizioni Ensemble). Curatrice delle antologie: Sto qui perché una casa non ce l’ho (2013 Edizioni Ensemble, con Ascanio Celestini, Paolo Berdini e Walter De Cesaris) e Una bella bici che va (Giulio Perrone editore, con Stefano Benni, Fulvio Ervas, Andrea Satta).
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Gianluca Morozzi è nato a Bologna nel 1971. Ha esordito nel 2001 con il romanzo Despero, edito da Fernandel, e ha raggiunto il successo con Blackout (Guanda, 2004), dal quale è stato tratto un film per la regia di Rigoberto Castaneda. Tra i suoi numerosi titoli ricordiamo L’era del porco (Guanda 2005), Colui che gli dei vogliono distruggere (Guanda 2009), Cicatrici (Guanda 2010, finalista al premio Scerbanenco), Chi non muore (2011), Marlene in the sky (Gallucci 2013). Il suo ultimo romanzo è Radiomorte (Guanda 2014).
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Venerdì 31 ottobre alle 18 in libreria
aperitivo per inaugurazione della mostra fotografica “terra, terra†a cura di Antonella Bufano.
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“terra, terra”
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“La “scoperta†dei cimiteri, dell’energia che li avvolge, ha coinciso con un cammino, quello di Santiago di Compostela, percorso nel nord della Spagna nel 2009, e proseguito con altri viaggi successivi…
Un cammino di ricerca sul senso della vita, della morte, parola che spesso in Occidente se pronunciata desta resistenze e soprattutto scongiuri.
La nostra cultura insegna a negare la morte, a credere che sia solo un annientamento e una perdita, tanto che buona parte degli essere umani vive nella negazione e nel terrore del fine vita.
C’è chi invece la morte la frequenta, la prende in giro, l’accarezza, dorme con lei, la festeggia con leggerezza.
Due modi lontani di coglierne il vero significato!
Tutte le maggiori tradizioni spirituali del mondo ci dicono la morte non è la fine, hanno tramandato l’idea di un qualche tipo di vita a venire, eppure, nonostante tali insegnamenti, la società moderna è spesso un deserto spirituale, in cui la gente pensa che non vi sia altra vita all’infuori di questa.
Questa ignoranza della vita dopo la morte continua a generare un mondo brutale, che saccheggia il pianeta per un benessere immediato, che non tiene conto del futuro.
Alla ricerca della chiave del senso della vita l’approccio buddhista offre una visione: vita e morte sono un tutt’uno, in cui la morte è l’inizio di un altro capitolo della vita.
Possiamo cominciare qui ed ora a scoprire il significato nella vita, fare di ogni istante una occasione per cambiare e prepararci con il cuore, con accuratezza e con la mente in pace, alla liberazione o illuminazione, all’eternità .
Se il nostro desiderio più profondo è vivere e continuare a vivere, perché continuare ad affermare che la morte è la fine di tutto? Perché non esplorare la possibilità che vi sia un’altra vita?â€
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Antonella Bufano, psicologa e psicoterapeuta, fotografa, per e con passione, cimiteri di tutto il mondo per inneggiare alla continuità fra vita e morte.