NEWSLETTER DA DOMENICA 12 A SABATO 18 APRILE

Se leggete di sabato 11 forse siete ancora in tempo per venire alle 14,30 a parlare con il gruppo “Letture sul sofà” di “Sottomissione” di Michel Houellebecq.
Se è già domenica 12 venite alle 16 al Museo Civico Medievale all’incontro coi Wu Ming.
Se la settimana è già iniziata tutto il resto dei nostri incontri vi aspetta…
Prima un breve sunto poi la descrizione dei vari progetti.
Vi aspettiamo come sempre.

Quelle di Trame.

Domenica 12 aprile alle 16
presso il Museo Civico Medievale in via Manzoni 4 a Bologna (accesso con il biglietto d’ingresso ordinario)
Un anno di Révolution touR. Da “L’Armata dei Sonnambuli” a “Cantalamappa” coi Wu MIng.
Introduce Paolo Cova.

Martedì 14 aprile alle ore 18 in libreria
nell’ambito della rassegna “Paesaggi di poesia” a cura di Sergio Rotino
presentazione aperitivo della raccolta di poesie di Luciano Mazziotta
“Previsioni e lapsus” (2014, Zona editore)

Mercoledì 15 aprile alle 18 in libreria
presentazione aperitivo del libro di Giacomo Di Girolamo “Dormono sulla collina” (Il Saggiatore).
Giacomo Di Girolamo ci racconterà il suo libro e Donatella Vanghi leggerà.

Giovedì 16 aprile alle 19
presso il Banco 32 al Mercato delle Erbe di via Ugo Bassi, con ingresso anche da via San Gervasio 3/A a Bologna
presentazione del libro di Étienne Davodeau “Gli ignoranti. Vino e libri: diario di una reciproca educazione” (Porthos edizioni).
Con Raffaella Garruccio traduttrice e Sergio Rossi, fra i curatori del volume.

Venerdì 17 aprile alle 18 in libreria
inaugurazione della mostra fotografica di Irene Fiestas “Medèn”

Sabato 18 aprile alle 12 in libreria
presentazione aperitivo del libro di Andrea Leccese “Inciucio forever” (Armando edizioni).
L’autore ne parlerà con la giornalista e scrittrice emiliana Camilla Ghedini.

Domenica 12 aprile alle 16
presso il Museo Civico Medievale in via Manzoni 4 a Bologna (accesso con il biglietto d’ingresso ordinario)
Un anno di Révolution touR. Da “L’Armata dei Sonnambuli” a “Cantalamappa” coi Wu MIng.
Introduce Paolo Cova.

Il collettivo Wu Ming ha scelto le sale del Museo medievale per la conclusione del Révolution touR, il lungo giro di presentazioni de “L’Armata dei Sonnambuli”, romanzo uscito per Einaudi nell’aprile 2014 e ambientato negli anni della Rivoluzione francese.
Il touR – chi ha letto L’Armata dei Sonnambuli sa perché l’ultima lettera è maiuscola – finisce dopo centoventi date esatte. Un anno di dialogo on the road con migliaia di lettrici e lettori, per rendere conto di un libro pensato come summa di vent’anni di lavoro sulla forma del romanzo storico, partendo da Q (che il gruppo iniziò a scrivere nel 1995) e passando per 54, Manituana e Altai.

Per l’occasione tre membri della band leggeranno passi da “L’Armata dei Sonnambuli” e, approfittando dell’atmosfera, un capitolo medievale dalla nuova uscita “Cantalamappa” (Electa Kids, 2015), l’esordio di Wu Ming nella letteratura per ragazzi.

Il bookshop è a cura della nostra libreria.

Martedì 14 aprile alle ore 18 in libreria
nell’ambito della rassegna “Paesaggi di poesia” a cura di Sergio Rotino
presentazione aperitivo della raccolta di poesie di Luciano Mazziotta “Previsioni e lapsus” (2014, Zona editore)
L’autore ne parlerà con Vito M. Bonito.

È un libro intenzionalmente ibrido “Previsioni e lapsus”, seconda prova poetica del palermitano Luciano Mazziotta. Fra le sue pagine l’autore, appartenente alla generazione dei “circa-trentenni”, gioca alternando componimenti pienamente poetici a escursioni nel campo della “prosa non prosa” (non a caso la postfazione è firmata da Andrea Inglese).
Proprio attraverso questa giustapposizione organizza una biografia perfettamente volontaria di se stesso e del suo tempo, quello vissuto direttamente, in prima persona.
Ma per quanto volontaria, l’autobiografia che Mazziotta offre al lettore appare soprattutto un pretesto, attentamente orchestrato, attraverso cui dar forma a un luogo dove il racconto è focalizzato sull’onnicomprensivo disorientamento che lega a sé il vissuto quotidiano delle ultime generazioni.
A supportare tale constatazione, una lingua carica di tic, di sfasature, che sembra perdere via via il controllo di sé, che gioca di accumulo fino all’asfissia del significato ma non del concetto. Una lingua che proprio per questo si fa a tratti cinicamente ironica, sferzante, drammaticamente contemporanea.

Luciano Mazziotta ha vissuto tra Palermo, Amburgo, Berlino e Bologna, dove abita attualmente. Insegna lingua e letteratura italiana nei licei. Ha pubblicato la silloge poetica Città biografiche (Zona, 2009). Sue poesie e prose sono state pubblicate online su “Nazione Indiana”, “La dimora del tempo sospeso” e “Poetarum silva” (di cui è anche redattore) e sulle riviste “Poeti e poesia”, “Registro di poesia #5” (a cura di Cecilia Bello Minciacchi, Edizioni D’if), “Semicerchio” e “Argo”.

Vito M. Bonito ha pubblicato Soffiati via (Il Ponte del Sale) 2015, Luce eterna (Galerie Bordas, Venezia, 2012), Fioritura del sangue (Perrone, 2010), Sidereus nuncius (Grafiche Fioroni, 2009), La vita inferiore (Donzelli, 2004), Campo degli orfani (Book, 2000), A distanza di neve (Book, 1997). È presente in Parola Plurale. Sessantaquattro poeti italiani fra due secoli (Sossella, 2005) e in Poesia contemporanea. Quinto quaderno italiano, a cura di Franco Buffoni (Crocetti, 1996). In ambito critico sono usciti i volumi Le parole e le ore. Gli orologi barocchi: antologia poetica del Seicento, (Sellerio, 1996); Il gelo e lo sguardo. La poesia di Cosimo Ortesta e Valerio Magrelli (Clueb, 1996); Il canto della crisalide. Poesia e orfanità (Clueb, 1999); Pascoli, (Liguori, 2007). È tra gli autori dell’antologia Poesia del Novecento italiano (vol. II), a cura di N. Lorenzini (Carocci, 2002). Ha scritto saggi su Samuel Beckett, Antonin Artaud, Eugenio De Signoribus, la Socìetas Raffaello Sanzio, Artur Aristakisjan, Harmony Korine e Werner Herzog.

Mercoledì 15 aprile alle 18 in libreria
presentazione aperitivo del libro di Giacomo Di Girolamo “Dormono sulla collina” (Il Saggiatore).
Giacomo Di Girolamo ci racconterà il suo libro e Donatella Vanghi leggerà.

“Dove sono Sandro, il presidente partigiano, e Francesco, che picconava?
Dov’è Aldo, aspetta ancora la sua liberazione? E Giulio il Divo, l’ha poi capita la differenza tra cos’è bene e cos’è male?
Tutti, tutti dormono sulla collina.
Dove sono Yara, Sarah, Tommy? Contateli qui, i loro amabili resti.
Dove sono i giudici Paolo e Giovanni? I boss Tano e Don Masino?
Dove sono i poeti, i calciatori, le donne e gli uomini di spettacolo?
Canzonissima, Milleluci e il Drive In?
Gli sconosciuti, gli uomini senza memoria, gli eroi nascosti, i miserabili?
I morti in prigione, i caduti da un ponte?
Le donne morte per un amore contrastato o inseguendo la vita?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.”

Questo libro si pone un obiettivo smisurato: il nostro paese raccontato da chi dorme, e sempre dormirà, sulla collina.
Siamo di fronte alla Spoon River d’Italia. Il paese lo raccontano loro: uomini e donne che sono passati di qui, che hanno fatto la storia, oppure che non l’hanno fatta. Quelli che tutto sapevano e nulla rivelarono. Quelli che nulla sapevano e tutto rivelarono. Uomini e donne magniloquenti, magnifici, miserabili. Uomini piccoli e piccoli uomini. Volti imperiosi e notissimi, volti arcaici, che hanno fatto un qualche frammento di storia, anche se nessuno lo sa.
Sono le loro voci a fare la storia.
Dov’è Pino Pinelli, l’uomo che non voleva volare? Dov’è il poeta, Giuseppe Ungaretti? S’illumina ancora di immenso? Dove sono Anna Magnani, quelli di Piazza della Loggia, le vittime del terremoto dell’Aquila? Dove il piccolo Samuele di Cogne, dove Marco Pantani, dove Giulio Andreotti? Il generale Dalla Chiesa? Dormono, dormono sulla collina.
E non solo loro. Programmi televisivi, bombe che esplodono, decreti legge. Anche gli oggetti. Gli oggetti sono così silenziosi, ma sanno tutto di noi, e fanno la storia. Anche loro: dormono sulla collina. Non è infatti un caso che la prima «voce» di questo coro non sia umana: a parlare è la Bomba di Piazza Fontana. È uno degli innumerevoli inizi italiani e a cantarlo è un ordigno capace di segnare l’immaginario di quell’Italia che possiamo in modo equivoco definire «contemporanea»: là dove accade sempre tutto in contemporanea.
Anni plumbei, anni mirabili, anni di schermi televisivi accesi e di fari spenti nella notte, anni di pop e di partiti popolari, con le inevitabili afferenze di mafie, logge, piovre, rivoluzioni mancate, riforme promesse e promesse rimandate, cronache nere e cronache rosa, un partigiano come presidente e presidenti campioni di partigianeria. Si potrebbe andare avanti all’infinito, iniziando dal 1969 e arrivando a oggi.
Leggere questo libro significa immergersi in un oceano di voci, di storie molto note e di storie dimenticatissime. Come Edgar Lee Masters, ma non in versi, Giacomo Di Girolamo scrive un’opera mastodontica, tragica e poetica, lirica e comica, ottimista e disperata, destinata a essere un classico.

Giacomo Di Girolamo, giornalista, vive in Sicilia occidentale e si occupa principalmente di mafia, corruzione, tutela del territorio. È direttore del portale www.tp24.it e della radio trapanese Rmc 101, da cui conduce ogni giorno una rubrica dal titolo Dove sei, Matteo?, dedicata a Matteo Messina Denaro. Collabora con la Repubblica e Il Sole 24 Ore. Nel 2014 ha vinto il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano. Fra l’opere pubblicate ricordiamo: “Matteo Messina Denaro. L’invisibile” (Editori Riuniti, 2010) e “Cosa Grigia” (il Saggiatore, 2012).

Donatella Vanghi, nata a Firenze, ha studiato e insegnato in varie città e ora vive vicino a Bologna.
Da circa dieci anni si dedica alla lettura ad alta voce, ha studiato con Margaret Collina, Matteo Belli, Marina Pitta, Valeria D’Astoli, ed è fra i soci fondatori dell’Associazione Culturale Legg’io, con cui partecipa a letture e spettacoli. Ha collaborato con alcune Radio, con Biblioteche e con librerie in occasione di presentazioni di libri.
Partecipa come volontaria all’iniziativa Nati Per Leggere presso la Biblioteca di Casalecchio di Reno ed è donatrice di voce per l’Associazione Centro Internazionale Libro Parlato “Sernagiotto” di Feltre, per cui registra audiolibri per non vedenti.

Giovedì 16 aprile alle 19
presso il Banco 32 al Mercato delle Erbe di via Ugo Bassi, con ingresso anche da via San Gervasio 3/A a Bologna
presentazione del libro di Étienne Davodeau “Gli ignoranti. Vino e libri: diario di una reciproca educazione” (Porthos edizioni).
Il volume è a cura di Sandro Sangiorgi, Sergio Rossi , Matteo Gallello e Ottavio Gibertini e tradotto da Raffaella Garruccio.
Ne parleranno Raffaella Garruccio e Sergio Rossi.

Per la prima volta in una graphic novel sono narrate l’editoria e l’enologia attraverso il racconto delle esperienze di vita dei due protagonisti.
Davodeau è conosciuto in tutto il mondo per i suoi reportage a fumetti, tra i quali “Rural!”, “Les Mauvaises gens” e “Un homme est mort” alcuni pubblicati in Italia da Q press (Rurale!, La brutta gente, Quelli che ti vogliono bene).
Richard Leroy, viticoltore della Loira presso Rablay sur Layon, è uno dei più bravi produttori di vino biologico di Francia.
Insieme decidono di trascorrere un anno insieme per imparare uno il lavoro dell’altro e capire se sia possibile coltivare una propria individualità creativa nel mercato globale, senza demonizzarlo, ma neppure uniformandosi a un gusto minimo comune.
Un reportage sull’etica del Fare, guardando al futuro rispettando il passato.
Più di 100 mila copie vendute in Francia all’uscita; il libro è in corso di traduzione in tutto il mondo.
Per chi legge Porthos, Veronelli e Soldati, ma anche Pietre Colorate, Alessandro Masnaghetti e Samuel Cogliati; e per chi legge Joe Sacco, Marjane Satrapi, Guy Delisle, Emmanuel Guibert, Art Spiegelman, Lorenzo Mattotti e, naturalmente, Alan Moore e Hugo Pratt.

Il bookshop è a cura della Libreria Trame.

Venerdì 17 aprile alle 18 in libreria
inaugurazione della mostra fotografica di Irene Fiestas “Medèn”

“E nella solitaria falce della luna
fuggo davanti al sole.
Remoto paradiso
nascosto tra le piume e
il linguaggio della tua anima…”

Irene Fiestas è nata a Madrid, vive a Bologna da più di 4 anni dove si è laureata in Pittura, ha realizzato diverse mostre personali di pittura e fotografia tra Spagna, Olanda e Italia.
Le sue foto in bianco e nero sono particelle di un trascorso di due anni di vita personale che ha portato il suo percorso artistico fino a una rinascita: guardare il mondo che la circonda come se fosse la prima volta.
È interessata a vedere e plasmare il mondo che la circonda in piccole particelle, come se fossero racconti che si uniscono e compongono una piccola trama, resa possibile da ogni viaggio, ogni esperienza della vita quotidiana.
Fissare un istante che non torna più, provare a trattenere il tempo che sfugge, che si dirama…

Sabato 18 aprile alle 12 in libreria
presentazione aperitivo del libro di Andrea Leccese “Inciucio forever” (Armando edizioni).
L’autore ne parlerà con la giornalista e scrittrice emiliana Camilla Ghedini.

La storia dei governi italiani finora esistiti è fatta di trasformismo, connubi, compromessi, “larghe intese” e via inciuciando. Sebbene non si possa sostenere che i governi di “larghe intese” abbiano prodotto soltanto danni, é tuttavia legittimo chiedersi se un sistema bloccato come il nostro, in cui non si sono mai create le condizioni per una vera alternanza, costituisca o meno un’aporia della democratizzazione.

Andrea Leccese è nato a San Severo (FG) il 7 giugno 1976 e vive a Bari. Ha pubblicato “Torniamo alla Costituzione!” (Formigino, MO, 2009), “Le basi morali dell’evasione fiscale” (2008) e “Innocenti evasori” (2012), entrambi per le edizioni Armando.

Camilla Ghedini, giornalista professionista attiva in libera professione nel campo dell’informazione e comunicazione convenzionale. Collabora con il Resto del Carlino e Noi Donne, su cui ha una sua rubrica Versione Santippe. É autrice di sei libri.

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