NEWSLETTER dal 10 (reprise) al 18 dicembre come incontri, poi arriva il Natale

Si corre verso il Natale
Lunedì 10 e 17 e giovedì 13 e 20 ci siamo dalle 9,30 alle 16,30 e venerdì 14 dalle 9,30 alle 17,30.
Le domeniche 16 e 23 dalle 11 alle 19.
Lunedì 24 dalle 9 alle 18,30.
Pausa il 25 e il 26 dicembre.
Buone feste se non ci si vede in questi giorni.

Finiamo con gli ultimi incontri di questo anno ricchissimo.

Lunedì 10 dicembre alle 18
presso Virtus Tennis 1925 in via Duccio Galimberti 1 a Bologna
Gianni Clerici e Milena Naldi presentano “Il tennis nell’arte. Racconti di quadri e sculture dall’antichità a oggi” (Mondadori) e ne parlano con Stefano Semeraro.
Bookshop a cura di Trame.

E sempre lunedì 10 dicembre a partire dalle 19,30
a Off in via Testoni 5/A a Bologna
incontro con Gianluca Morozzi e Gli Avvoltoi.
Bookshop in collaborazione con Trame.

Martedì 11 dicembre alle 18 in libreria
Mauro Baldrati presenta “Io sono El Diablo” (Fanucci, collana Nero Italiano).
Ne parla con Pierfrancesco Pacoda.

“Mauro Baldrati in “Io sono El Diablo”, con il suo linguaggio parco, privo di compiacimenti, percorre un’Europa che si preferirebbe non esistesse. Invece c’è, l’abbiamo sotto gli occhi. Pochi saprebbero rendercela evidente con la violenza di uno schiaffo. Serve un virtuosismo non comune. Baldrati ci riesce, con brutalità stilistica mista a echi poetici tutt’altro che inconsapevoli.” Valerio Evangelisti

Il passato e il presente dell’Inglese, con il suo enigmatico volto sfigurato da un solco sghembo che gli attraversa l’occhio coperto da una benda nera, sono avvolti nel mistero. Le sue giornate seguono una disciplina marziale: pur non essendo un clochard, dorme in un campo nomadi abusivo, si sveglia all’alba e cammina tutto il giorno per le strade di una Bologna degradata e sconosciuta ai più, macinando chilometri senza un’apparente meta. La sua vita scorre così, uguale da anni, finché una sera si imbatte in Violeta, una donna albanese in fuga da un passato pericoloso.
È l’incontro tra due solitudini, due anime perse, oscure e affini. Per aiutare Violeta, l’Inglese recupera il suo vecchio nome di battaglia, El Diablo, e si immerge in un frenetico vorticare tra Italia, Inghilterra, Olanda e Albania, tra legami nocivi con la criminalità organizzata, anime corrotte, locali a luci rosse, traffici di merci ed esseri umani.
Per portare a termine la sua complicata e rischiosa missione, El Diablo si troverà scaraventato in un abisso in fondo al quale pulsa il cuore nero del male. Allora sapremo chi è davvero l’Inglese.

Mauro Baldrati, nato a Lugo di Romagna nel 1953, vive a Bologna. Collaboratore di Lotta Continua e redattore di Frigidaire a Roma, nei primi anni Ottanta si è trasferito a Milano, dove ha lavorato per circa un decennio come fotografo free-lance per le maggiori riviste e agenzie. Suoi racconti sono stati pubblicati in varie antologie, sulla rivista Delitti di carta, sul periodico Segretissimo. Ha pubblicato, con altri autori, il saggio La rivolta dello stile (Franco Angeli, 1984), i romanzi Vita complicata di Jimi (Déjà Vu, 1993), La città nera (Perdisa, 2010), Professional Killer (Anordest, 2013).
Ha curato l’antologia Love Out (Transeuropa, 2012), ed è redattore del sito politico-letterario Carmilla.
Con Io sono El Diablo fa il suo esordio nel catalogo Nero Italiano.

Pierfrancesco Pacoda è un critico musicale,si occupa di culture giovanili. Ha studiato il nomadismo notturno ed ha pubblicato vari libri sull’argomento. Attualmente collabora con Il Resto Del Carlino, e Consumatori. Ha fondato negli anni ‘90 la Century Vox, etichetta indipendente italiana. Ha scritto molti libri sulla cultura Hip Hop in Italia. Vive e lavora a Bologna.

Mercoledì 12 dicembre alle 18 in libreria
Andrea Apollonio presenta “L’arte borghese della guerra proletaria” (Rubbettino, 2018) e ne parla con Roberto Chiesi.

Un’autobiografia collettiva, che ci riguarda, il cui atto di nascita reca il timbro, nefasto, di piazza Fontana.

Uno spaccato della storia d’Italia al ciclostile – dagli anni di piombo ai Duemila – percorso da fatti che si ripresentano somiglianti, come impressi dalla stessa matrice.
Carlo Donini, in gioventù contiguo al terrorismo rosso prima, all’attività golpistica di destra poi, si trova ad essere un manager spregiudicato, ben inserito negli ambienti milanesi che contano. Egli, oggi, è parte della classe dirigente che domina il Paese: perché se la guerra proletaria è stata persa, per molti la lotta politica si è trasfigurata in un’arte borghese dell’affarismo sfrenato, che non conosce confini tra lecito e illecito. E se tutto era permesso un tempo, in epoca rivoluzionaria, tutto è permesso oggi, nell’era del capitalismo estremo. A meno che quel passato, che sembrava definitivamente sepolto, scacciato dal cinismo del nuovo corso, non si riaffacci prepotente, ingombrante, pericoloso; e non ci si ritrovi in carcere, alla soglia dei sessant’anni, per aver cavalcato disinvoltamente i propri deliri di onnipotenza.
Una partitura ben orchestrata che sa unire, in un contesto di assoluta credibilità e attenzione alle fonti storiche, eventi pubblici a vicende private. Un romanzo che indaga sull’essenza del Potere; e sull’uomo, come ostaggio del proprio destino e della Storia.
Un noir con sullo sfondo una Milano spettrale e vorace, quella del disfacimento politico-giudiziario e del tracollo economico. Un’autobiografia collettiva, che ci riguarda, il cui atto di nascita reca il timbro, nefasto, di piazza Fontana.

Andrea Apollonio, magistrato e dottore di ricerca nell’Università di Pavia, ha scritto e curato numerosi saggi tra cui “Storia della Sacra corona unita” (2016). Con “L’arte borghese della guerra proletaria” (2018), suo secondo romanzo dopo “Come alla ricerca di qualcosa” (2014), ha vinto il premio per scrittori emergenti Building Apulia.

Roberto Chiesi, critico cinematografico e responsabile del Centro Studi – Archivio Pier Paolo Pasolini della Fondazione Cineteca di Bologna, membro dei comitati di redazione di “Studi pasoliniani” e “Cineforum”, è autore e/o curatore, fra gli altri, dei libri Pier Paolo Pasolini La rabbia (2009) e «8 ½» di Federico Fellini (2018).

Giovedì 13 dicembre alle 18
all’Alliance Française di Bologna Via De’ Marchi, 4
presentazione del libro di Valentine Goby “Kinderzimmer – Una luce quando è ancora notte”
Bookshop in collaborazione con Trame.

Dopo i suoi studi in Sciences politiques, Valentine Goby trascorre in Asia alcuni anni dove lavora con associazioni umanitarie su progetti dedicati ai ragazzi di strada. Inizia poi la sua carriera professionale lavorando nelle risorse umane di una grande azienda, ma non abbandona mai la sua passione per la scrittura. Nel 2002 esce per Gallimard il suo primo romanzo: La note sensible. Dopo essersi specializzata in lettere e teatro insegna per otto anni nelle scuole medie per poi tornare ad occuparsi completamente della scrittura e delle iniziative correlate: ateliers, conferenze, presentazioni.
Ha pubblicato numerosi romanzi, alcuni dedicati ai ragazzi, con le principali case editrici francesi tra cui Gallimard e Actes Sud. Tra i titoli più conosciuti Baumes (2014) Le Paquebot dans les arbres (2016 – Prix du roman de L’Hebdo 2016, Roman français de l’année 2016 du journal Le Parisien) e Kinderzimmer (2013 – numerosi premi tra cui Prix des libraires 2014), tradotto in italiano da Edizioni Guanda col titolo Una luce quando è ancora notte.
Il libro racconta la storia di Mila, giovanissima militante nella Resistenza francese che viene deportata a Ravensbrück nell’aprile del 1944 insieme ad altre quattrocento donne. Non ha mai avuto alcuna aspirazione all’eroismo: se ha deciso di aiutare suo fratello e gli altri militanti parigini l’ha fatto per senso del dovere, con la semplicità dei suoi vent’anni. Come le altre prigioniere politiche, prova sollievo nell’apprendere che non sarà fucilata. Non sa nulla del viaggio che l’aspetta, non ha mai sentito nominare Ravensbrück…

Sabato 15 dicembre alle 14,30 in libreria
il gruppo “Letture sul sofà” si riunisce per parlare del libro di Irène Némirovsky “Jezabel”.
Come sempre i viandanti sono bene accetti.

Domenica 16 dicembre alle 12 in libreria
Galatea Vaglio presenta “Teodora, la figlia del circo” (Sonzogno).
E ne parla con Marco Melluso e Diego Schiavo.

Costantinopoli, VI secolo d.C. Nella sfavillante capitale dell’Impero romano d’Oriente, travagliata dagli scontri religiosi e dalla corruzione, i giovani Giustiniano e Teodora sembrano destinati a un’esistenza oscura. Lei è la bellissima figlia di un guardiano del Circo, e di mestiere fa l’attrice, barcamenandosi fra teatri e amanti ricchi e maneschi. Lui è il nipote del generale Giustino, un rozzo militare analfabeta che non riesce ad avere peso a corte. Il destino, però, ha altri piani per loro. Giustiniano, implicato in una serie di rivolte per rovesciare l’imperatore Anastasio, da politico consumato riesce a far salire al trono lo zio Giustino, diventando il più potente ministro dell’Impero. Teodora, invece, sfuggita alla vendetta di un governatore suo ex amante, diventa confidente del patriarca eretico di Alessandria e viene inviata come spia e mediatrice a Costantinopoli, proprio per contattare Giustiniano, alle prese con una complicata e pericolosa trattativa con il papa. Nella capitale di un impero che si estende dalla Persia al Mediterraneo, solo e unico erede di Roma, fra complotti, violenze, intrighi e tradimenti, ha inizio una travolgente storia d’amore e potere sullo sfondo di una delle epoche più complesse e misteriose della storia.

Mariangela Galatea Vaglio, laureata in Lettere classiche all’Università Ca’ Foscari di Venezia e dottore in Storia antica alla Sapienza di Roma, è un’insegnante, una giornalista e una blogger. Ha collaborato con «Il Gazzettino», «Il Sole 24 ore» e «l’Espresso».
Ha pubblicato: “Piccolo alfabeto della scuola moderna” (40k Unofficial 2012), “Didone, per esempio. Nuove storie dal passato” (Ultra 2014), “Socrate, per esempio. Altre storie dal passato” (Ultra 2015) e “L’italiano è bello. Una passeggiata tra storia, regole e bizzarrie” (Sonzogno 2017).
“Teodora” è il suo libro più recente.

Marco Melluso è autore, sceneggiatore, e regista, nonché avvocato e docente universitario di diritto romano per molti anni.
Affascinato dalla Storia, ha una vera passione per raccontare storie. Per il cinema, il teatro e per malacopia.it, il laboratorio creativo e webzine che dirige.
In promozione con “La signora Matilde”, il film di cui è autore e regista assieme a Diego Schiavo, sta girando una nuova docummedia sul Conte Mattei e sull’omonima Rocchetta. Tiene seminari e workshop di storytelling.
Nel corso degli anni, ha curato la regia di vari spettacoli teatrali, tra cui “Parto” con Lella Costa, “Scritto misto” e “Per tanti buoni motivi” con Luciano Manzalini.
Ha scritto, insieme ad Andrea Meli e Diego Schiavo, il romanzo “anche solo Klop” (malacopia, gatti volanti, 2017 II ed.)

Diego Schiavo è sound designer, autore, sceneggiatore, regista. Scrive commedie per il teatro ed il cinema. Dopo “La signora Matilde”, il film di cui è autore e regista assieme a Marco Melluso, sta girando una nuova docummedia sul Conte Mattei e sull’omonima Rocchetta.
Ha collaborato, tra gli altri, per e con: Peter Greenaway, Emir Kusturica, Giuseppe Bertolucci, Giorgio Diritti, Davide Ferrario, Vasco Rossi, Lucio Dalla, Lella Costa, Luciano Manzalini, Syusy Blady e Patrizio Roversi, il centro Tempo Reale di Luciano Berio, Ducati Moto, Piquadro, IMA group…
I suoi lavori hanno ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali.
Ha scritto, insieme ad Andrea Meli e Marco Melluso, il romanzo “anche solo Klop” (malacopia, gatti volanti, 2017 II ed.)

Lunedì 17 dicembre alle 17,30
presso la Sala dello Stabat Mater alla Biblioteca dell’Archiginnasio in piazza Galvani 1 a Bologna
Presentazione del libro di Leonard Bernstein “Scoperte” (Il Saggiatore).
Intervengono Giovanni Gavazzeni e Guido Giannuzzi.
Bookshop a cura di Trame.

Quella di Leonard Bernstein, compositore e direttore d’orchestra statunitense tra i più innovativi e travolgenti, è stata un’opera di scavo nella cultura musicale e sociale durata cinquant’anni, dalle astrazioni delle “Piano Variations” di Aaron Copland del 1930, alle lotte fra gang nella New York anni cinquanta di West Side Story, all’evaporazione delle avanguardie agli albori degli ottanta, passando per il terrore nucleare, la lotta per i diritti civili, la Guerra fredda, la strage in Vietnam.

Martedì 18 dicembre
Ariston tour: dediche di Sara Colaone sul graphic novel “Ariston” (Oblomov edizioni, 2018)
Le librerie che accoglieranno Sara sono:
ore 13 – 14.30 > Libreria Ubik, via Irnerio 27
ore 18 – 19.30 > Libreria Trame, via Goito 3/c
ore 19.30 – 20.30 > Libreria Modo Infoshop in via Mascarella 24/b

Armata di carta, pastelli e bicicletta, Sara Colaone (Gran Guinigi 2017 come Miglior disegnatrice e da poco conclusa la mostra personale a Lucca Comics & Games) dedica il nuovo fumetto “Ariston” (Oblomov edizioni) nelle librerie indipendenti del centro di Bologna, scegliendo di fare un piccolo tour per incontrare con calma i lettori e regalargli un disegno originale su ogni copia di Ariston.

E se non arrivate in tempo, una copia di Ariston firmata vi aspetterà in libreria fino a quando potrete passare.
Se volete prenotarla a Trame rispondete a questa mail.

“Ariston” è il nuovo romanzo grafico di Sara Colaone e Luca de Santis, già autori con Francesco Satta di “Leda” (Coconino Press, 2016), che vi trascinerà in una “Casa di bambola” adriatica.
L’hotel Ariston è infatti un luogo reale, Un ritratto dell’Italia e dei suoi vizi, che nel trentennio fra Dopoguerra, boom economico e inizio della crisi degli anni ’70, vede l’intrecciarsi delle storie di donne lontane dalla prima linea.
Donne, che ogni giorno con le proprie parole e azioni debbono confermare il proprio ruolo sociale e politico.
Donne che se non hanno libertà di scelta, si ribellano e se la prendono.

NEWSLETTER dal 6 al 10 dicembre, trasferte incluse

Ci inoltriamo nel mese di dicembre proseguendo con le nostre proposte.
I nostri orari saranno i seguenti:
Giovedì 6 e lunedì 10 dalle 9,30 alle 16,30 e poi trasferte per presentazioni
Venerdì 7 dalle 9,30 alle 19,30
Sabato 8 e domenica 9 dicembre ci siamo dalle 11 alle 19.

Per richieste di libri potete rispondere a questa mail intestandola ORDINI.

Ci si vede.

Giovedì 6 dicembre alle 18
all’ Alliance Française di Bologna Via De’ Marchi, 4
FRANÇOISE CLOAREC presenta Séraphine: la vita sognata di Séraphine di Senlis
Bookshop a cura di Trame.

Françoise Cloarec, psicanalista, pittrice e scrittrice prende spunto dal suo libro “Séraphine: La vie rêvée de Séraphine de Senlis” tradotto in italiano dalla casa editrice Archinto con il titolo “Séraphine: la vita sognata di Séraphine de Senlis”, per analizzare il rapporto tra la psicanalisi e la pittura.
La scrittrice e artista francese, dopo essersi diplomata all’École nationale supérieure des beaux-arts di Parigi ha poi conseguito un dottorato di psicanalisi all’Università Paris 7, proprio sulla figura di Séraphine de Senlis, pittrice autodidatta ed antesignana dell’arte naif.
Nel suo libro, Françoise Cloarec, restituisce la storia di Séraphine non secondo un modello narrativo, ma con lo stile frammentario di una ricerca.
Documenti e versioni, anche in contraddizione, contribuiscono alla creazione della trama di una vita di solitudine, di genio e di follia.
Dal lavoro sporco, umile, all’espressione alta dell’artista.
L’incontro, nel quale verranno presentate anche altre opere dell’autrice, avviene in concomitanza della mostra “Avec toi, sans toi”, a cura di Francesca Ragusa, dedicata alla figura di un’altra pittrice, Josette Géraud Hayden.

Venerdì 7 dicembre alle 18 in libreria
“Lo teniamo acceso?” incontro con Vera Gheno e Bruno Mastroianni.
“I social verranno insegnati a scuola e questo sarà il manuale” Stefano Bartezzaghi

Questo libro parla di noi, persone connesse tramite i social network con le parole, forse lo strumento più immediato e potente che abbiamo a disposizione in quanto esseri umani. Eppure, spesso le usiamo in maniera frettolosa e superficiale, senza valutarne le conseguenze. Poiché le possibilità di fraintendimenti, ostilità e interpretazioni distorte dei fatti sono massime laddove non possiamo guardarci in faccia, in rete e in particolare sui social network le parole che scegliamo hanno un peso maggiore, su di noi e su chi ci sta attorno. Infatti oggi la comunicazione sul web appare avvelenata dal bullismo, dalle notizie false e dai continui conflitti. Ci sentiamo intrappolati dall’odio, dalla paura e dalla diffidenza.
La verità è che siamo diventati iperconnessi, viviamo contemporaneamente offline e online ed è una condizione complessa, che occorre imparare a gestire. Non esistono formule magiche ma, nel suo piccolo, ciascuno di noi può fare la differenza, curando con più attenzione il modo in cui vive – e quindi parla – in rete: di sé, di ciò che accade, degli altri e con gli altri. La nostra vita interconnessa non dipende, in ultima istanza, dagli strumenti e dagli algoritmi, e nemmeno dai proprietari delle piattaforme: sta a noi scegliere chi siamo e cosa vogliamo in rete.
Una sociolinguista e un filosofo della comunicazione, esperti naviganti della rete, ci indicano una delle strade da percorrere per vivere in modo finalmente libero le ricchezze che il web e i social ci offrono: imparando a padroneggiarli senza lasciarcene schiacciare, a decifrarne i messaggi senza farci manipolare, a capire e farci capire attraverso una scelta accorta e consapevole delle parole.

Vera Gheno è una sociolinguista e traduttrice letteraria dall’ungherese. Collabora dal 2000 con l’Accademia della Crusca, di cui gestisce il profilo Twitter dal 2012. È docente a contratto presso l’Università di Firenze, dove tiene da 15 anni un Laboratiorio di Italiano Scritto per Scienze Umanistiche per la Comunicazione. Ha al suo attivo tre monografie: “Guida pratica all’italiano scritto (senza diventare grammarnazi)” (2016) e “Social-linguistica. Italiano e italiani dei social network” (2017, entrambi per Franco Cesati Editore, Firenze); per Longanesi (Milano) ha scritto, assieme a Bruno Mastroianni, “Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello” (2018).

Bruno Mastroianni è filosofo, giornalista e social media manager di trasmissioni Rai. Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze, insegna Reti e social media ed Etica della comunicazione a Uninettuno. Scrive di antropologia della comunicazione. Autore de “La disputa felice. Dissentire senza litigare sui social network, sui media e in pubblico” (Cesati 2017) e, insieme a Vera Gheno, di “Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello” (Longanesi 2018).

Sabato 8 dicembre alle 17 in libreria
Marco Martucci presenta “Sulle tracce di Olga” (Il seme bianco 2018).
In compagnia di Daniele Follero, scrittore e musicista, ed Erica Colombo alle letture.

“Se avessi potuto sarei entrato nell’immagine sbarazzandomi pure io degli anni in più e
fermandomi insieme a lei in quel salto temporale, all’età in cui tutto è ancora possibile e il futuro è in costruzione.”

Nei giorni successivi alla scomparsa di Milena, Olga C, fotografa oscura, pubblica in rete alcuni nudi in cui posa una modella a volto coperto. Questi avvenimenti si intromettono nella routine della più autorevole agenzia di comunicazione di Roma, in cui lavorano Giulio, compagno di Milena, la talentuosa Erica e Lorenzo che aggredisce il mistero con la sua inquieta curiosità.
Chiunque si avvicini potrebbe trattenere parti di un vissuto indispensabili a svelare, oltre al segreto di Olga C, quanto Milena ha lasciato irrisolto. Qual è lo scopo della donna che guarda dal mirino di una macchina fotografica?

Marco Martucci è nato nel 1976 a Napoli dove ha vissuto prima di trasferirsi a Bologna.
Ha scritto i romanzi “Pozzanghere”, “Nelle mani”, “Acqua logora” e “Prima di morire”.
Nel 2006 ha ricevuto il Premio speciale del Presidente della Giuria al concorso Culturexpress della fondazione Eni Enrico Mattei, col racconto “La linea di demarcazione”.
Il suo racconto “Odio” è inserito nella raccolta “Mai senza rete, 13 autori per la salute e la sicurezza sul lavoro”.

Domenica 9 dicembre alle 12 in libreria
Laura Costantini presenta “Miss Adele Dickinson” (goWare).
Ne parla con Amneris Di Cesare.

Dopo “Il ragazzo ombra” e “Lord Kiran di Lennox” in occasione dell’uscita del terzo volume del Diario vittoriano, “Miss Adele Dickinson”, Laura Costantini parlerà della serie, dei protagonisti, delle atmosfere vittoriane e del fascino di un’epoca densa di luci e ombre.

Diario vittoriano: Il progetto nasce da un vecchio manoscritto concepito da un’adolescente con la passione per le storie avventurose. Venne lasciato incompiuto ma mai del tutto abbandonato. Ripreso, rimaneggiato e concluso, il Diario vittoriano ha trovato in goWare l’accoglienza e la cura necessarie per arrivare alla pubblicazione nel migliore dei modi. Si tratta di una quadrilogia di cui sono già usciti i primi tre volumi: “Il ragazzo ombra”, “Lord Kiran di Lennox” e, lo scorso 7 novembre, “Miss Adele Dickinson”. La storia viene narrata attraverso il diario di Robert Stuart Moncliff, pittore e romanziere scozzese, che ormai adulto (nel 1901) rilegge le memorie degli ultimi vent’anni, ripercorrendo una vita segnata dall’incontro con Kiran, futuro Lord Lennox, in un’amicizia fraterna che si trasforma in amore e rischia di annientare la vita di entrambi in un’epoca che rifiuta e punisce chiunque sia “diverso”.

Laura Costantini è romana, giornalista di professione, scrittrice per passione. Una passione che coltiva da sempre, soprattutto a quattro mani con Loredana Falcone con la quale quest’anno festeggia i dieci anni di pubblicazioni. Il loro primo romanzo, “Le colpe dei padri”, è uscito nel 2008, tenendo a battesimo la casa editrice Historica di Francesco Giubilei. Da allora la narrativa è stata compagna fedele portandola a pubblicare con varie case editrici – Las Vegas Edizioni, goWare, Il vento antico Edizioni, Dei Merangoli Edizioni, Harpercollins Italia – ma anche a concepire un progetto di self-publishing con il marchio FC Falconecostantini che ha esordito quest’anno con il romanzo breve “Se non avessi più te”. Il Diario vittoriano è la sua prima produzione a due sole mani.

Amneris Di Cesare, bolognese, scrittrice di romanzi woman’s fiction (“Nient’altro che amare” Cento autori 2012; “Mira dritto al cuore” Runa 2014; “Sirena all’orizzonte” Amarganta 2015, “Duel” self-published 2016, “Figlia di nessuno” self-published 2017) lettrice onnivora e compulsiva.

Lunedì 10 dicembre alle 18
presso Virtus Tennis 1925 in via Duccio Galimberti 1 a Bologna
Gianni Clerici e Milena Naldi presentano “Il tennis nell’arte. Racconti di quadri e sculture dall’antichità a oggi” (Mondadori) e ne parlano con Stefano Semeraro.
Bookshop a cura di Trame.

Quando nasce il tennis? Quanti artisti l’hanno raffigurato? L’ironica voce narrante di Gianni Clerici traccia una storia divertita e inedita del tennis nell’arte. Molti sono infatti i grandi pittori che hanno raffigurato il tennis da Desubleo a Tiepolo, da Chardin a Goya, da Boccioni a Campigli a Carrà a Hopper, per non parlare di scultori come Calder, Thayaht, Tongiani.
I racconti dedicati alle opere di questi grandi artisti si intrecciano con la storia personale di Gianni Clerici che, dopo una vita spesa a commentare il Tennis, ci accompagna per la prima volta a scoprire anche la sua ricca e ampia collezione familiare di quadri e sculture.
Un libro in cui la storia del tennis si interseca alla storia dell’arte passando attraverso episodi di vita, di personaggi famosi e non.
Grazie alla delicatissima sensibilità di Gianni Clerici, ai suoi tocchi da narratore stilizzato e appassionato collezionista, il volume diventa una festa di considerazioni e di opinioni, perché quando a parlare è Clerici la voce si fa sempre ricca di registri e di colori, di emozioni e di divagazioni.

Nel libro la ricerca e la scelta delle immagini che parlano del tennis crea un lungo racconto dall’antichità ad oggi.
Le oltre 100 opere e l’apporto delle schede storico artistiche di Milena Naldi aiutano a seguire in ordine cronologico la narrazione offrendo di ogni artista la sua storia.
Un libro per appassionati del tennis e per curiosi dell’arte a cui nessuno aveva mai pensato.

Gianni Clerici ha iniziato la sua carriera alla «Gazzetta dello Sport», per poi passare al «Giorno» e quindi a «Repubblica». Noto a livello internazionale per la sua conoscenza del tennis (al quale ha dedicato molti libri), è autore di romanzi, poesie, racconti, articoli e pièce teatrali. È l’unico giornalista europeo accolto nella Hall of Fame del museo di Newport. Per Mondadori ha scritto “Il tennis facile” (1972), la trilogia di romanzi “Quando viene il lunedì” (1974), “500 anni di tennis” (1974, tradotto in 6 paesi e ristampato in Italia 6 volte), “Il grande tennis” (1978), “Wimbledon” (2013), “Quelli del tennis” (2015) e “Diario di un parroco del lago” (2017).

Milena Naldi, storica e consulente d’arte antica, è nata nel 1964 a Bologna, dove si è laureata in Storia dell’arte per poi specializzarsi in arte moderna all’Università degli studi di Milano. Cura mostre d’arte, scrive articoli e libri, organizza visite culturali e viaggi d’arte in Italia e all’estero.
Quando non è impegnata a raccontare la bellezza dell’arte ama dedicarsi al tennis.

Lunedì 10 dicembre a partire dalle 19,30
a Off in via Testoni 5/A a Bologna
incontro con Gianluca Morozzi e Gli Avvoltoi.
Bookshop in collaborazione con Trame.

In collaborazione con Silvia Di Giacomo e Gianluca Morozzi proseguono gli incontri per il nuovo format “Note di Carta”.
Il libro è “Confessioni di un povero imbecille” (Fernandel), romanzo che riprende i personaggi della band di Despero.
La prenotazione è consigliata.

A metà degli anni Ottanta un ragazzo bolognese di nome Cristian Cabra fonda con tre compagni di scuola una band di rock demenziale: nascono i Despero.
Nel 1988, acquisito il nome d’arte di Kabra, si innamora dell’inconquistabile Sarah e trasforma il suo gruppo in una seria e rigorosa rock band.
Nel 2016, dopo mille traversie, cambi di formazione, quattro cantanti, tanti dischi e pochi successi, Kabra e i Despero sono ancora sui palchi. Come sempre, tante storie d’amore, di strade e di rock, con episodi ambientati nei vari momenti della carriera dei Despero: dai primi accordi alla rovinosa caduta dal ponte di un finto Titanic. Dall’impatto con l’antagonista Tex al nuovo incontro con Zanna e Sarah. Dalla formazione a cinque a quella a due, chitarra e batteria, Da Lisa, la sosia bassista, a Elettra, chitarrista dalla mente a sette dimensioni.
In allegato al libro il Cd Audio “Confessioni di un povero imbecille”, il disco inedito della storica band bolognese Gli Avvoltoi, un’opera rock omaggio a Despero in cui i personaggi e le atmosfere del romanzo acquisiscono una forma musicale.