Ecco la nostra nuova settimana, ci saremo anche giovedì che abbiamo un ospite viandante.
Vi aspettiamo per ascoltare insieme le storie che vorranno raccontarci…
Martedì 5 marzo alle 18 in libreria
Michela Monti presenta M.T.V.M. il nuovo libro della saga di 83500 (Triskell) e ne parla con Eva Brugnettini.
83500 è un romanzo distopico, composto da 254 pagine e 399.490 battute, spazi compresi.
Un prologo precede i trentatré capitoli divisi in tre parti: presente, passato e ritorno, annunciati da una brevissima introduzione in rima.
Una poesia apre il tutto, la sola nel lavoro.
83500 ha vinto il Festival Giallo Garda.
M.T.V.M. è il nuovo libro della saga di 83500.
Melice Redding ha capito. Dopo dieci anni trascorsi in carcere, per difendere Richard Bell, ha capito che non valeva la pena di morire per lui, e ha scelto di combattere.
Il percorso da intraprendere è semplice: trovare Richard, preparare la propria difesa al meglio, e aspettare fino alla data del processo.
Ma l’attesa si rivela più difficile del previsto, perché nessuno scorpione non muta la propria natura.
Ognuno crea il suo mondo.
Quello che creo è mio.
II mondo è mio.
Michela Monti è nata nel 1980 in provincia di Ravenna dove vive tutt’ora. Amante di ogni forma d’arte, delle risate e della pizza, scrive, legge, disegna da sempre, divora musica, cucina e mangia come una buona romagnola impara sin da piccola a fare. 83500 è il suo primo romanzo pubblicato con Triskell. M.T.V.M. il nuovo libro della saga di 83500.
Eva Brugnettini, 1982, tutor dell’area Letteratura a Bottega Finzioni, ha pubblicato racconti per giornali e antologie. Ha fatto editing per antologie (Pendragon, Playboy). Autrice di puntate per le Muse Inquietanti (SkyArte). Fa consulenze narrative per manoscritti e raccolte di racconti.
Mercoledì 6 marzo alle 18 in libreria
per la rassegna Paesaggi di poesia coordinata da Sergio Rotino
presentazione del libro di Bernardo De Luca “Misura†(LietoColle).
Con l’autore dialoga Luciano Mazziotta
In un suo celebre verso Orazio afferma esistere “una misura nelle cose”. A distanza di secoli, pare non ci sia più spazio per una “moderazione” nel reale, resta però la possibilità di cercarla. Questo appare essere il tema che Bernardo De Luca mette al centro di “Misura” (Lietocolle, collana PordenoneLegge 2018): la dialettica tra uno spazio urbano, a tratti infernale, e lo sguardo di un “tu” soggetto, che cerca disperatamente, con l’occhio e il passo, un appiglio. Per se stesso e per quelle creature che “dormono” in casa. Ma le pareti, che dividono gli ambienti domestici dalla città , sono sottili. Dentro il tè brucia i polmoni; fuori, tra le fiamme e le linee rette degli incroci, si aggirano “gli uomini della fuliggine”, e ci si muove fra piombo e autoblindo.
Se c’è una “misura” o una “misurazione” nella poesia di De Luca, questa sta nella forma, nella scelta di comporre un canzoniere omogeneo. Una decisione che tuttavia non fa calare la tensione, né esaurisce il desiderio di condurre il lettore fino al testo conclusivo. Il messaggio intrinseco di “Misura†sta quindi nel provare a “razionalizzare” una realtà allo sfacelo, a condurla verso la ragione attraverso una pratica costante della scrittura.
Giovedì 7 marzo alle 18 in libreria
Paolo Ciampi presenta “L’ambasciatore delle foreste” (Arkadia) e ne parla con Giorgia Tribuiani.
Paolo Ciampi ci conduce alla scoperta della figura di George Perkins Marsh, primo ambasciatore degli Stati Uniti nell’Italia unita, padre dei grandi parchi americani ed ecologista ante litteram. Tra le foreste americane, le Alpi e l’Appennino italiano una storia di amore per gli alberi e le montagne. Un libro appassionante come un romanzo che parla di foreste da salvare, cambiamenti climatici, e che ci allerta sulla precarietà del pianeta
Poco importa che si tratti di catastrofi che riguardano tutti, ogni volta che sente parlare di ambiente, l’autore comincia a sbadigliare preso dalla noia. A molti succede così. Un giorno però si imbatte nella figura di George Perkins Marsh, il primo ambasciatore in Italia degli Stati Uniti, nominato da Abramo Lincoln. Solo dieci anni più tardi capisce di chi si tratta: è l’uomo che nel secolo del progresso e dell’industria, prima ancora che la stessa parola “ecologia†abbia fatto la sua comparsa, capisce cosa sta succedendo al mondo. L’ambasciatore delle foreste ripercorre la vicenda umana di George Perkins Marsh, diplomatico e ambasciatore delle foreste nel mondo, da quelle del New England alle foreste del nostro Appennino, passando per i deserti dell’Africa. Con stile asciutto e colloquiale, in un dialogo costante con il lettore, Paolo Ciampi riporta alla luce la storia di una persona ingiustamente dimenticata – dall’altro lato dell’Atlantico, invece, Marsh è considerato il padre di parchi come Yellowstone –, che ci regala un nuovo sguardo sugli alberi, sulle montagne, sulla stessa nostra civiltà . Non c’è più noia, con questo personaggio stravagante, che frequenta a malincuore la corte dei Savoia, si appassiona alle saghe di Islanda, coltiva l’idea di portare i cammelli nelle praterie degli Stati Uniti, e che, un secolo prima dei forum internazionali e delle conferenze sul clima e sull’ambiente, parla di foreste da salvare, di cambiamenti climatici e ci allerta sulla precarietà del pianeta e sulla nostra stessa possibilità di sopravvivenza.
Paolo Ciampi, giornalista e scrittore fiorentino, ha lavorato per diversi quotidiani e oggi è direttore dell’Agenzia di informazione della Regione Toscana. Si divide tra la passione per i viaggi e la curiosità per i nomi dimenticati nelle pieghe della storia.
Ha all’attivo una trentina di libri usciti per editori come Mursia, Vallecchi, Giuntina, Ediciclo, Clichy.
Gli ultimi, in ordine di pubblicazione, sono L’uomo che ci regalò i numeri (Mursia), sui viaggi e le scoperte del matematico Leonardo Fibonacci; Il sogno delle mappe (Ediciclo, Piccola Filosofia di Viaggio) e Cosa ne sai della Polonia (Fusta).
Attivo nella promozione degli aspetti sociali della lettura, partecipa a numerose iniziative nelle scuole.
Cura due blog, ilibrisonoviaggi.blogspot.it e passieparole.blog.
Giorgia Tribuiani nasce il 29 dicembre 1985 in anticipo per la prima e ultima volta della sua vita. La attendono una cinquantina di volumi di matematica e fisica che suo padre ha predisposto per il suo futuro. Si impegna, il professor Tribuiani, per il futuro scientifico della figlia, e la piccola predestinata cresce sana e forte, e si iscrive alla facoltà di Lettere e si laurea con una tesi su Gabriele D’Annunzio.
Fa il giro degli uffici stampa e delle agenzie di Roma e viene assunta come responsabile di piani editoriali online. La scrittura c’è, ma dove sono finite le Lettere e i libri?
In realtà Giorgia ha continuato a inventare storie nell’ombra, e la luce arriva con la conoscenza di Giulio Mozzi, che contatta avvolta nei fumi di quarantacinque calmantissime gocce di passiflora. Nel 2016 si iscrive alla Bottega di Narrazione di Giulio, dove inizia a lavorare a un nuovo libro, e nel 2017 la sua strada incrocia Stradescritte. A questo punto la biografia letteraria resta in sospeso, perché nella vita di un autore arriva a volte il momento in cui a scriverla non è più solo.
Nel 2018 il suo libro “Guasti†è uscito per Voland. Insegna alla Bottega di Narrazione, diretta da Giulio Mozzi.
Venerdì 8 marzo alle 18 in libreria
Mariapia De Conto presenta “Il silenzio di Veronika” (Santi Quaranta) e ne parla con Angela Catrani.
Cade il Muro nel 1989 e Veronika si allontana da Berlino e sparisce, abbandonando il marito e la figlia. Petra, ormai adulta, investiga con una mirabile caparbietà la scomparsa della madre, la cerca per la Germania seguendo deboli tracce, ferita profondamente, spinta da una fortissima rabbia e insieme da una tenerezza filiale, mai affievolita.
Mariapia De Conto propone un romanzo corale, vibrante, dove è la vischiosità della menzogna, soprattutto della delazione, a intorbidare i cuori e le coscienze: i veleni lunghi del Muro continuano, dunque, a corrompere le anime e le spezzano, creando un “muro dentroâ€. Il male non è opera di una particolare malvagità , di persone abbruttite o perverse, ma una malattia della quotidianità , una malattia comune e ‘banale’.
Il silenzio di Veronika si dipana irruente e delicato, specialmente nel magnifico rapporto tra Günter, il padre, e Petra, la figlia; un rapporto fatto di piccole cose, di un affetto semplice e incommensurabile, teneramente dialogante. La scrittrice pordenonese è capace di delineare un universo composito, con una lingua stringente e insieme colloquiale, che a qualcuno potrebbe apparire come un thriller soltanto avvincente, e invece il romanzo si allarga a esplorare le anime, trasmettendo al lettore le vibrazioni e i battiti interiori più radicati, e scandaglia la società ‘socialista’ della Germania Orientale con l’acutezza dell’indagine psicologica, senza mai cadere nella dimensione partitico-politica o nell’invettiva ideologica.
L’Autrice indaga con bravura e familiarità , coralmente e individualmente, donandoci un’opera insolita, straordinaria, di suggestiva ampia lettura. Alla fine il silenzio di Veronika sarà svelato, dopo che Petra riuscirà a rintracciare la madre: e il confronto-scontro sarà lancinante, senza esclusione di colpi; veritiero. L’innocenza vincerà , con la bellezza della lingua, sulla menzogna.
Mariapia De Conto è nata a Pordenone il 30 gennaio 1957 e vive a Porcia.
Specialista di letteratura per ragazzi, promuove e conduce attività di lettura e corsi di formazione, nonché eventi e incontri con autori.
Nel 2009 ha edito con Lineadaria il romanzo “Come rondini in voloâ€.
Ha pubblicato alcuni testi per la scuola primaria con Nicola Milano Editore, da ricordare particolarmente “Tutti in biblioteca!â€.
Angela Catrani vive e lavora a Bologna. Editor freelance, lavora principalmente per Bacchilega editore di Imola, per cui cura la collana Junior.
Ha tre figli, un compagno meraviglioso, è una lettrice appassionata e instancabile. Fa parte della redazione della Rivista on line Libri Calzelunghe, che si occupa di Letteratura per bambini e ragazzi.
Sabato 9 marzo alle 12 in libreria
la casa editrice Zona 42 propone Elisa Emiliani con il suo “Cenereâ€.
Ad accompagnare l’autrice ci saranno Giorgio Raffaelli e Marco Scarabelli.
Cenere è un possibile antidoto al futuro velenoso che ci attende dietro l’angolo. Un inno alla forza imperitura dell’amicizia.
Cenere è una piccola distopia di provincia ma, soprattutto, Cenere è la storia di tre giovani amiche che provano a reagire a una situazione politica che diventa sempre più intollerabile.
La voce appassionata e potente di Elisa Emiliani dona vita sangue e calore ad Ash, Reba e Anna, proponendo un ritratto indimenticabile dell’adolescenza ai tempi del controllo globale.
Una lettrice ha definito Cenere “un perfetto incrocio tra cyberpunk, avventura e racconto di un’estate adolescenziale alla Stand by me, senza essere specificatamente nessuno di questiâ€, una descrizione che calza molto bene al romanzo.
Elisa Emiliani, faentina, classe 1986, è la prima autrice italiana pubblicata da Zona 42.
Cresciuta a pane e fantascienza, ha presentato una tesi in Filosofia Semiotica dal titolo Problematiche filosofiche nella narrativa fantascientifica (analisi di Scorrete lacrime, disse il poliziotto di Philip K. Dick) che ha suscitato più sdegno che entusiasmo in commissione di laurea.
Ha deciso di non intraprendere la carriera accademica e si è trasferita in Inghilterra, poi in un paesino sperduto della Galizia dove è nata l’idea di Cenere.
Nel frattempo ha scritto racconti per Fantasy magazine, Effemme e Speechless magazine, ha curato la rubrica Problemi d’identità seriale per la rivista Inkroci ed esplorato ambientazioni distopiche sul blog Philomela997.
Nel 2017 ha frequentato la Bottega di Narrazione di Giulio Mozzi dedicandosi a nuove sperimentazioni narrative.
È recentemente tornata nella Romagna faentina dove gestisce progetti di mobilità giovanile internazionale e scrive storie di incubi che filtrano in mondi quasi reali.
Sempre sabato 9 marzo alle 14,30 in libreria
il gruppo “Letture sul sofà ” parla di “Il gigante sepolto” di Kazuo Ishiguro, edito da Einaudi.