NEWSLETTER con le attività di Trame dal 4 al 7 marzo

Ecco la nuova newsletter.

In ottemperanza al decreto del 1/3/2020 art 2 comma 1/i che permette l’apertura delle attività commerciali, in locali aperti al pubblico e in modalità idonee ad evitare assembramenti, Trame sarà aperta anche questa settimana.

Gli assembramenti in libreria sono in effetti una rarità 😉

E le presentazioni non sono eventi di eccezione, ma ordito e trama del nostro fragilissimo tessuto 🙂

Da martedì a sabato ci siamo dalle 9,30 alle 19,30.

Trame partecipa a Modus Legendi, un progetto nazionale che cerca di portare in classifica un titolo di qualità scelto fra gli editori indipendenti.
Il libro scelto per questa edizione è “Eclissi” di Ezio Sinigaglia, edito da Nutrimenti, e l’acquisto va fatto per le rilevazioni statistiche fra il 2 e il 7 marzo, alcune copie sono ancora disponibili per chi volesse prenotarlo.

Mercoledì 4 marzo alle 18 in libreria

“Jean Sénac, il Pasolini d’Algeria per la prima volta in Italia”

Incontro con la giornalista e scrittrice Ilaria Guidantoni in dialogo con Annamaria Riva.



Una voce scomoda, per la prima volta tradotta in italiano da Ilaria Guidantoni, quella del poeta algerino, figli di immigrati spagnoli, francofono, dimenticato volutamente, fu assassinato in circostanze violente e misteriose ad Algeri nel 1973: un caso ad oggi irrisolto, camuffato da un processo alla morale pubblica, un caso politico nella sua patria amata senza sconti.
Per Sénac, omosessuale, bastardo sempre alla ricerca del Padre, assente ma onnipresente, la poesia era rivoluzione allo stato puro. Grande amico di Albert Camus, con il quale si consumò una rottura sul piano politico e del poeta René Char, autore di altissima levatura riconosciuto a livello internazionale, ha lasciato un’opera letteraria considerevole, parte della quale è rimasta inedita (in Italia è apparso solamente, nel 2017, Ritratto incompiuto del padre, unico suo romanzo, autobiografico).
Il libro è bilingue, corredato da foto e disegni del pittore vivente, suo amico, Denis Martinez.
“Sono nato arabo, spagnolo, berbero, ebreo, francese. Sono nato mozabite, e costruttore di minareti, figlio della grande tenda e gazzella della savana. Soldato nella sua tuta mimetica sulla cresta più alta di fronte all’agguato degli invasori. Sono nato algerino, come Giugurta nel suo delitto…”


Ilaria Guidantoni, giornalista e scrittrice fiorentina, vive tra la Toscana, Roma, Milano e Tunisi. Laureata in Filosofia teoretica è studiosa di Mediterraneo, lingua e letteratura araba, è autrice di varie opere. Per Oltre Edizioni ha pubblicato nel 2015 “Corrispondenze mediterranee, viaggio nel sale e nel vento” e “Viaggio di ritorno. Firenze si racconta”; nel 2017 la prima traduzione e curatela in italiano di Jean Sénac. “Ritratto incompiuto del padre”; e nel 2019 “Per una terra possibile”.




Giovedì 5 marzo alle 18 in libreria

Serena Corsi presenta “Donne di fiume e d’inchiostro” (Fernandel) e ne parla con Gianluca Morozzi.



Marta, che insegna matematica e scrive favole per bambini, viene a sapere che quella mattina la madre Clio è uscita di casa e non è più rientrata. È scomparsa. I giorni passano, e mentre le ricerche di Clio continuano, Marta ripercorre il loro mezzo secolo di vita di madre e figlia, in un valzer luminoso e dolente che racconta l’incedere della Storia, gli angoli ciechi l’una all’altra ma anche le altezze vertiginose della loro relazione.
Quando cominciano ad arrivare misteriose lettere che la madre, prima di sparire, ha scritto agli uomini della sua vita, Marta leggendole scopre una Clio nuova, diversa, che non conosceva, e questa consapevolezza è destinata a trasformare il legame che le ha unite fino a quel momento.
“Donne di fiume e d’inchiostro” non racconta solo un conflittuale e intenso rapporto fra madre e figlia, ma è anche un romanzo sulla libertà di scegliere chi siamo, chi saremo, e perfino chi siamo stati.


Serena Corsi vive a Reggio Emilia, ma ha tre quarti di sangue toscano. È stata giornalista free lance per diverse testate, tra cui «Il Manifesto» e «L’Espresso». Si occupa di scrittura autobiografica. Ha pubblicato “Lasciar suonare una farfalla. Storie di Andrea Papini, pianista” (Abao Aqu, 2019). Le storie di vita la appassionano a tal punto che ogni tanto ne inventa qualcuna. Questo è il suo primo romanzo. 


Gianluca Morozzi è nato a Bologna nel 1971. Ha pubblicato finora 34 romanzi e più di duecento racconti su riviste o antologie. Ha esordito nel 2001 con il romanzo “Despero”(Fernandel) e ha raggiunto il successo nel 2004 con “Blackout”(Guanda), da cui è stato tratto il film omonimo di Rigoberto Castaneda. Sempre per Guanda ha pubblicato, tra gli altri, “L’era del porco”, “Cicatrici”, “Chi non muore”, “Lo specchio nero”. Le sue ultime uscite sono “Il vangelo del coyote” (Mondadori), “Gli annientatori” (TEA), “Dracula ed io” (TEA).




Sabato 7 marzo alle 14,30 in libreria
Letture sul sofà continua coi russi e si confronta su “Un paese terribile” di Keith Gessen (Einaudi).
Come sempre il gruppo è aperto.



Sempre sabato 7 marzo alle 18 in libreria
Adriano Pugno presenta “Hanno ucciso l’Uomo Gatto” (Epoké) e ne parla con Cristina Catanese (Tropismi).


“Hanno ucciso l’Uomo Gatto” è un saggio ironico e puntuale. Ci racconta la storia della televisione italiana in quel decennio incredibile che dal ’95 al 2005 ne ha visto il massimo apogeo e il rapido declino. Da Non è la Rai a Real Time, passando per Sarabanda, Adriano Pugno disegna il penetrante ritratto di personaggi che sembravano eterni, e che nel giro di pochi anni si sono invece dissolti nel web. Attraverso di loro emerge il racconto di un’Italia che stava cambiando rapidamente. Di più, emerge il racconto di una generazione, quella nata negli anni ’90, fino ad oggi forse mai rappresentata, l’ultima generazione che nel bene e nel male ha avuto nella TV uno specchio dentro cui guardare.


Adriano Pugno ha studiato Lettere all’università di Bologna e storytelling alla Scuola Holden, dove attualmente lavora. Ha scritto articoli per il gruppo L’Espresso su argomenti che vanno dalla letteratura al Festivalbar, e un articolo su Vice per cui è stato insultato dai fans dei Dari. Sì, quelli di Wale tanto vale.
Ha cofondato la rivista culturale Tropismi. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati su Narrandom, uonnabi e La Stampa.

Cristina Catanese è nata a Caltanissetta nel 1992.
Ha studiato e lavorato tra Bologna e la Francia per poi trasferirsi a Milano dove attualmente vive.
Lavora nell’editoria ed è caporedattrice di Tropismi, un progetto di web editing e di scrittura, nato a Bologna nel 2012, che ruota intorno a tematiche culturali.



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