Si corre verso la fine dell’anno, augurando a tutte e tutti giorni pieni di relazioni e pensieri belli.
Qui nel frattempo ospitiamo la mostra di Federica Ferraro, inaugurata con BilBOlBul 2021, e la pazzesca vetrina da lei decorata.
E in una intera parete è stata raccolta la mostra autografa “Poesie al muro” per mantenere vivo il legame di Trame con il progetto al momento silente e pulsante dei “Paesaggi di poesia”.
Gli orari dei prossimi giorni sono lunedì e giovedì dalle 9,30 alle 16, i giorni festivi dalle 12 alle 18, gli altri giorni dalle 9,30 alle 19,30.
Venerdì 24 dicembre ci saremo dalle 8,30 alle 18 e saremo in pausa il 25 e 26 dicembre.
Se avete desideri di letture rispondete alla mail e si prova ad accontentarvi, ma senza alcuna certezza, un po’ in tema con il periodo che si sta attraversando.
🙂
Martedì 7 dicembre alle 18
alla Biblioteca SalaBorsa in piazza del Nettuno a Bologna
presentazione del libro “Questo è domani. Gioventù, cultura e rabbia nel Regno Unito. 1956 – 1967†(Paginauno, 2020).
L’autrice, Silvia Albertazzi, dialoga con Gino Scatasta e Valentina Vetri.
Bookshop a cura di Trame.
Il 1956 è un anno-chiave nella storia inglese: mentre la crisi di Suez porta alla definitiva perdita di potere del Regno Unito sullo scacchiere mondiale, l’invasione sovietica dell’Ungheria è motivo di ripensamento degli ideali marxisti da parte di chi già ipotizzava un socialismo all’inglese. Tre eventi, al cui centro si pongono i giovani, la gente comune e l’idea di una cultura “ordinariaâ€, fondata sul recupero dell’esistente, si segnalano: il primo programma del Free Cinema; il debutto del dramma Ricorda con rabbia, e la mostra This Is Tomorrow.
Scopo di questo lavoro è dimostrare quanto questi avvenimenti del 1956 abbiano influenzato la scena culturale successiva – dagli angry young men alla new wave cinematografica alla pop art, dai Beatles alla swinging London – imponendo l’idea di una via britannica alla cultura, in grado di porsi come autentico “modo di vitaâ€, oltre che corpus di lavoro intellettuale e immaginativo. Comune ai tre eventi è uno stesso proposito: “porre l’arte in una prospettiva spazio-temporale che confida nel futuro per essere completataâ€. Si tratta ora, a più di sessant’anni di distanza, di verificare come – se – quelle proposte sono state “completateâ€, osservandole da quell’allora lontanissimo futuro che oggi è il nostro presente.
Silvia Albertazzi insegna Letteratura dei Paesi di lingua inglese e Storia della cultura inglese all’Università di Bologna. Tra i suoi lavori: Lo sguardo dell’Altro (Carocci, 2000; 4°rist. 2011); La letteratura postcoloniale (Carocci, 2013); Letteratura e fotografia (Carocci, 2017); Leonard Cohen. Manuale per vivere nella sconfitta (Paginauno, 2018). Collabora con Alias, supplemento letterario del Manifesto.
Gino Scatasta insegna insegna Letteratura Inglese e Culture mediali anglofone nell’Università di Bologna. Fra le sue pubblicazioni: Il teatro di Yeats e il nazionalismo irlandese, 1890-1910 (Pà tron, 1996); The Invention(s) of Charles Dickens. Riletture, revisioni e riscritture (curato con F. Zullo, Bononia University Press, 2014) e Fitzrovia, o la Boheme a Londra (Il Mulino, 2018).
Valentina Vetri insegna Lingua Inglese all’Università di Bologna. Ha un Phd in Translation Studies dell’Università di Birmingham. Ha al suo attivo traduzioni di Wilde, Chesterton, J. K. Jerome, traduzione e cura dei sottotitoli di film e saggi di teoria della traduzione.
Martedì 14 dicembre alle 20
al Gallery16 in via Nazario Sauro 16 a Bologna
Ivano Porpora presenta “Un re non muore” (Utet), e dialoga con Marcello Fois.
Prenotazione tavoli 051.5060789 o messaggio sui social.
Dehor e shop con accesso libero. Tavoli al chiuso con Green Pass.
Bookshop a cura di Trame.
«Sono giunto alla conclusione che non tutti gli artisti sono giocatori di scacchi, ma che tutti i giocatori di scacchi sono artisti.» Marcel Duchamp.
In una delle definizioni più celebri e precise riferite agli scacchi, il campione del mondo Garri Kasparov definì il gioco delle sessantaquattro case «lo sport più violento che esista», mirato alla distruzione mentale dell’avversario. Per Anatolij Karpov, che con Kasparov diede vita a un’interminabile contesa per il titolo di migliore al mondo, gli scacchi sono una combinazione di arte, scienza e sport. E non è certo un caso se Marcel Duchamp ne rimase rapito al punto da abbandonare una carriera di artista acclamato e rivoluzionario per dedicarsi agli scacchi a tempo pieno, sfidando tra gli altri Salvador DalÃ, la scrittrice Eve Babitz e il compositore John Cage. Del resto, chiunque abbia provato il piacere tattile di spostare un pezzo sulla scacchiera sa che gli scacchi sono molto più di un semplice passatempo. Per Ivano Porpora, romanziere e insegnante di scrittura, gli scacchi non sono solo una passione folgorante, ma un filtro attraverso cui leggere la realtà . Il matto affogato, il gambetto, l’apertura spagnola e le sue varianti diventano un simbolo, ogni strategia una metafora, ogni scelta un bivio cruciale verso l’unico destino possibile di una partita: l’ultima mossa fatale. Dal trionfo più glorioso alla disfatta più epica, ogni partita è una narrazione a sé stante, frutto dell’unione e dello scontro di due personalità uniche capaci di trasformare la fitta trama di combinazioni in un’opera.
Ivano Porpora è nato nel 1976 a Viadana, in provincia di Mantova. Ha pubblicato i romanzi La conservazione metodica del dolore (Einaudi, 2012), Nudi come siamo stati (Marsilio, 2017) e L’Argentino (Marsilio, 2018). Tiene corsi di scrittura e collabora con studi di psicoterapia, per i quali conduce percorsi basati sulla narrazione. È direttore della scuola di scrittura Penelope Story Lab.
Marcello Fois, nato a Nuoro nel 1960, vive e lavora a Bologna da molti anni.
Autore non solo in ambito letterario, ma anche teatrale, radiofonico, e televisivo.
Suo ultimo lavoro “L’invenzione degli italiani†(Einaudi).