Sabato 30 aprile Trame chiude alle 16 circa, a causa di un fuga della libraia in essa contenuta verso un Vivaio Letterario nel Bellunese.
Abbiate pazienza. La settimana maggiolina avremo i soliti orari, quindi lun e giov 9,30-16,30 e gli altri giorni feriali 9,30-19,30.
Bookshop smodati… Vi aspettiamo!
Lunedì 2 maggio alle 18
in Sala Conferenze alla Biblioteca Salaborsa in piazza Nettuno 3 a Bologna
Vanessa Roghi presenta “Il passero coraggioso. Cipì, Mario Lodi e la scuola democratica†(Laterza) e dialoga con Rossella Fanelli.
Ingresso libero secondo le norme vigenti. Bookshop a cura di Trame.
Generazioni di lettori di tutte le età si sono innamorate della storia di Cipì, il passero coraggioso inventato negli anni Cinquanta da Mario Lodi e i suoi bambini. Pochi però ne conoscono la storia.
C’è un passero coraggioso, che fin dal primo giorno di vita vuole scoprire il mondo che lo circonda, scappa dal nido, si perde, prova e sbaglia, sbaglia e prova e, a un certo punto, si scopre una vocazione inaspettata: quella di aiutare i suoi compagni ad affrontare quanto di brutto incontrano nel corso della loro vita.
Un passero chiamato Cipì, protagonista di una storia scritta da Mario Lodi e i suoi bambini alla fine degli anni Cinquanta. Un testo che inaspettatamente diventerà uno dei classici più letti nella storia della letteratura italiana per l’infanzia. Un libro che per la prima volta dà forma alla voce di chi non è mai stato ascoltato da nessuno, cioè i bambini, dentro la scuola. Un atto politico che fa da modello, tra gli altri, a don Milani.
Cipì racconta la storia di una pratica che ha cambiato dall’interno la scuola italiana: quella della didattica democratica.
Martedì 3 maggio alle 18,30
al CostArena in via Azzo Gardino 48 a Bologna
presentazione del libro di Sara Colaone e Luca De Santis “In Italia sono tutti maschi. Omosessuali al confino durante l’Italia fascista†(Oblomov).
Ingresso secondo le norme vigenti.
Bookshop in collaborazione con Trame.
Luca Alessandrini dialoga con Sara Colaone. Lettura performativa di Angela Montesarchi.
Nel 1938 l’Italia fascista promulgava le sue leggi razziali. A differenza di quelle tedesche, non menzionavano particolari provvedimenti contro gli omosessuali. In Italia, infatti, erano tutti maschi, attivi, virili e poco inclini a tali debolezze.
Queste furono le parole con cui Mussolini liquidò ufficialmente la questione. Sappiamo invece che fu attuata una fitta repressione e che dal 1938 al 1942 circa 300 omosessuali italiani vennero mandati al confino.
Pochi ex-confinati omosessuali accettarono in seguito di parlare della repressione subita e i pochi che lo fecero preferirono nascondere la propria identità e il proprio volto.
La narrazione prende l’avvio da questi fatti e si ispira alla figura di uno dei testimoni di questa vicenda.
Giovedì 5 maggio alle 18
in Sala Conferenze alla Biblioteca SalaBorsa in piazza del Nettuno 3 a Bologna
Simone Beta parla del suo libro “La donna che sconfigge la guerra. Lisistrata racconta la sua storia†(Carocci) in dialogo con Luigi Spina, già professore ordinario di filologia classica all’Università Federico II di Napoli e Lucia Floridi, professoressa associata di filologia classica all’Università di Bologna.
L’incontro è realizzato in collaborazione con la casa editrice Carocci. Ingresso gratuito, secondo le norme vigenti. Bookshop a cura di Trame.
Dopo la sua prima rappresentazione ad Atene nel 411 a.C., la Lisistrata di Aristofane scompare dal mondo letterario fino alla sua prima edizione moderna (Firenze 1516). Ma il geniale spunto comico alla base della trama – lo “sciopero del sesso†che le donne di tutta la Grecia mettono in atto per convincere i mariti guerrafondai a fare la pace – è troppo destabilizzante per un pubblico tradizionalista: ecco perché la commedia, dopo essere stata in un primo tempo ignorata, viene poi censurata e stravolta. A raccontare la storia di questo capolavoro del teatro comico è la stessa Lisistrata, che traccia con autoironica consapevolezza la progressiva riscoperta che l’ha fatta diventare la commedia più famosa di Aristofane, attraverso gli autori che ne hanno dato la loro personale versione nella letteratura, nel cinema, nella musica e nelle arti figurative.
Venerdì 6 maggio alle 17
alla Sala conferenze dell’Archivio di Stato di Bologna in vicolo Spirito Santo, 2
“Dalle fonti alla scrittura: storie di donne tra documenti e narrazioni†con le presentazioni del libro di Fernanda Alfieri “Veronica e il diavolo. Storia di un esorcismo a Roma†(Einaudi) e di quello di Ottavia Niccoli “Morte al filatoio†(Vallecchi)
Introduce Diana Tura. Saranno presenti le autrici.
Evento organizzato in collaborazione con il Chiostro dei Celestini. Amici dell’Archivio di Stato di Bologna.
Ingresso secondo le norme vigenti. Bookshop a cura di Trame
“Veronica e il diavolo†è un grande libro di storia culturale che si legge con la tensione di una storia gotica.
Inverno 1834. Due gesuiti bussano a una porta fra Campo dei Fiori e il ghetto. Sono stati chiamati per compiere un esorcismo su una giovane donna, Veronica Hamerani. Il buio, ancora una volta, scende su Roma: il diavolo è in città . Fernanda Alfieri ha ritrovato il diario degli esorcisti: da questo straordinario documento ricostruisce una vicenda affascinante e perturbante.
“Morte al filatoioâ€: Bologna, 9 novembre 1592: don Tomasso, che dirige l’ospizio di San Biagio, viene coinvolto in una denuncia per diffamazione voluta da Violante, una donna che un libello anonimo accusa di aver avvelenato il marito.
Il notaio Martini, inquirente amico del prete, gli chiede di prendere informazioni da don Lucio, il sacerdote che ha proceduto al funerale e che forse è stato anche l’amante della donna. Nel frattempo, don Tomasso apprende da due ragazzini rifugiatisi all’ospizio, Ettore e Gian Andrea, che il primo ha appena visto il cadavere di una giovane donna nei sotterranei del filatoio di tal Righi. La morta risulta essere una lavorante del Righi, Caterina Pancaldi, e l’esame autoptico dichiara che ha perso da poco la verginità . Partono quindi tre processi: quello per il libello, quello per avvelenamento del marito di Violante e quello per “la putta” trovata nel canale.
Mentre si svolgono gli interrogatori, don Tomasso aiutato da Gian Andrea prosegue nella ricerca di ipotesi e indizi per incastrare l’omicida.