Arriva una decina di giorni tumultuosi di inziative in giro per la città , e la libreria pullula di nuove proposte. Da qui a sabato 8 aprile orari soliti, quindi lunedì e giovedì dalle 9,30 alle 16,30, gli altri giorni dalle 9,30 alle 19,30. Poi pausetta pasquale, chiudiamo un paio di giorni e riapriamo martedì 11 aprile.
Per ordini scrivete in risposta a questa mail, o telefonateci al solito 051 233333.
Sempre grazie per il sostegno!
Mercoledì 29 marzo alle 18
alla biblioteca delle donne/Centro delle Donne in via del Piombo 7 a Bologna
presentazione del libro di Pina Mandolfo “Lo scandalo della felicità . Storia della principessa Valdina di Palermo†(VandA Edizioni)
Ne parleranno con l’autrice: Anna Pramstrahler della Biblioteca italiana delle donne, Lara Michelacci di UniBo e Loredana Magazzeni, Società delle letterate, Associazione Orlando. Cleonice Bortolotti leggerà brani del libro.
Nell’ambito del Patto per la Lettura di Bologna. Bookshop in collaborazione con Trame.
Si tratta della storia straordinaria di una donna, Anna Valdina che, nel 1600, a Palermo, fu monacata a forza quasi bambina e trascorse cinquant’anni della sua vita nel tentativo di ottenere un processo per lo scioglimento dei voti.
Con implacabile geometria narrativa, il romanzo racconta di due volontà contrapposte: da un lato una donna di estrema intelligenza e coraggio, dall’altro i potenti del tempo.
La storia si intreccia con eventi e personaggi della Palermo spagnola, in un racconto struggente e carico di tensione. Un personaggio femminile e una Palermo che risuonano attraverso la storia fino a oggi. Pur volendo definire “Lo scandalo della felicità †un romanzo storico, ha tutte le caratteristiche di un libro libero da eventuali “recinti†temporali e di genere.
Pina Mandolfo è scrittrice, sceneggiatrice, regista e operatrice culturale, e socia fondatrice della Società Italiana delle Letterate (1996).
Giovedì 30 marzo alle 17,30
alla Fondazione Federico Zeri in piazzetta Giorgio Morandi 2 a Bologna
Daniele Benati e Liliana Barroero presentano il libro di Irene Graziani “Jacopo Alessandro calvi detto il Sordino†(Silvana Editoriale).
Bookshop a cura di Trame.
Nella Bologna della seconda metà del Settecento Calvi fu il principale competitore dei fratelli Ubaldo e Gaetano Gandolfi.
Fin dagli anni giovanili si sperimenta nelle «dive arti sorelle» della pittura e della poesia, privilegiando un criterio elettivo nel processo di imitazione della natura.
Testimoniano il suo successo l’annessione all’Accademia Clementina (1770) e il gran numero di commissioni, soprattutto pale di destinazione ecclesiastica.
Anche nel tempo della «fatal rivoluzione», che comporta una drastica riduzione di lavoro per tutti gli artisti, Calvi regge il colpo, superando le difficoltà del momento, sia attraverso l’intensificarsi dell’attività letteraria, sia attraverso lo svolgimento di un ruolo di perito presso l’Accademia Clementina, impegnata nell’ingrato compito di governare il rischio di dispersione dei beni d’arte durante le spoliazioni napoleoniche.
Pur estraneo ai valori giacobini, viene convocato come commissario nel Concorso per la “Riconoscenza Nazionale†(1802), indetto a Milano allo scopo di celebrare il ritorno di Napoleone dopo la parentesi austriaca; e nel 1804 sarà annoverato fra i professori della nuova Accademia di Belle Arti di Bologna.
Con il nuovo secolo la sua carriera riesce a trovare ragioni di soddisfazione anche sul fronte della produzione artistica: attraverso un’intelligente lettura critica della maniera del tardo Guercino e del dolce e devoto Francesco Francia, la sua pittura saprà farsi anticipatrice di istanze poi affermatesi nella Bologna tornata papale, appena prima della morte di Calvi, avvenuta a un mese dalla Battaglia di Waterloo.
Sabato 1° aprile alle 18
presso le ACLI al 1° piano in via delle Lame 116 a Bologna
Elisabetta Gualmini presenta “Mamma Europa†(Il Mulino) in dialogo con Andrea Zanchi, capocronista de Il Resto del Carlino.
Bookshop a cura di Trame.
Quando le promesse del progetto europeo sembravano essersi esaurite sotto la scure del crescente successo dei partiti populisti, le drammatiche crisi della pandemia e della guerra tra Russia e Ucraina, e lo smottamento interno causato da un grave episodio di corruzione, hanno dato, sia pure tra difficoltà e contraddizioni, una nuova centralità all’Unione Europea.
Dopo anni in cui l’Unione è stata percepita come un organismo sovranazionale guidato da freddi burocrati, interessati soltanto a imporre misure di austerity per far quadrare i bilanci nazionali, quella che emerge dalle crisi è al contrario un’Europa completamente nuova, dove solidarietà , protezione sociale, sostenibilità ambientale sono i motivi dominanti. Le regole del gioco a seguito della pandemia sono cambiate: il Patto di stabilità e crescita è stato sospeso, l’Europa ha ritrovato un ruolo nel campo delle relazioni internazionali e si è cominciato a parlare di Europa della difesa e dell’energia. Gualmini, dal suo punto di osservazione privilegiato, vede che il sogno di un’Europa come comunità di destini, messo in pericolo negli anni dell’ubriacatura sovranista e nazionalista e dalla corruzione nell’Istituzione, non si è ancora frantumato, e che anzi l’Europa, con i suoi anticorpi, può rinascere dalle proprie ceneri: non più matrigna ma madre.
Elisabetta Gualmini è professore ordinario di Scienza politica nell’Università di Bologna e dal 2019 Membro del Parlamento europeo. Nella scorsa legislatura è stata vice Presidente della regione Emilia-Romagna. È stata inoltre Presidente dell’Istituto Cattaneo. Ha scritto numerosi libri e saggi sulla politica e le politiche pubbliche italiane ed europee
Lunedì 3 aprile alle 18
alla sala conferenze del 2° piano alla Biblioteca SalaBorsa in piazza del Nettuno a Bologna
Canzoni e pre-testi dagli Stati Uniti: Robert Johnson e Johnny Cash con Francesco Benozzo e Elena Lamberti.
Bookshop a cura di Trame
Ciclo di incontri a cura di CLOPEX e Dipartimento LILEC, Università di Bologna
Gli artisti presi in esame muovono sì dal mondo anglofono – il Regno unito e le sue antiche colonie – ma abbracciano orizzonti molto più ampi e inscritti in un universo letterario che attraversa, di fatto, tutto il mondo. Si approfondiranno così le produzioni di Robert Johnson e Johnny Cash, risalendo alle loro fonti letterarie, i loro ‘pre-testi’, ovvero a quegli autori e quelle opere che precedono e sottendono le produzioni musicali di questi grandi autori in musica del Novecento. Si scopriranno così gusti, stili e ascendenze che faranno riflettere sulle influenze reciproche tra forme di espressione diverse ma complementari.
Giovedì 6 aprile alle 17 alla sala Stabat Mater della biblioteca dell’Archiginnasio in piazza Galvani 1 a Bologna
Marco Antonio Bazzocchi e Francesco Citti presentano, insieme al curatore Andrea Cristiani, il libro di Alfredo Giuliani “La biblioteca di Trimalcione†(Adelphi, 2023). Bookshop a cura di Trame.
La biblioteca di Trimalcione invita il lettore a un affascinante viaggio nell’antropologia culturale, nel mondo classico tra mito e letteratura, nell’esotico letterario dell’estremo oriente, tra i classici della letteratura europea, nell’universo allegramente rovesciato della patafisica, tra gli autori e i libri del nostro tempo, secondo un ideale percorso della mente e dell’immaginazione, che fornisce un diario appassionato di letture, diventate poi inevitabilmente scritture, lungo itinerari imprevedibili, apparentemente contorti, eppure astutamente ragionati.
Sempre giovedì 6 aprile alle 17,30
alla Cineteca di Bologna in piazzetta Pasolini
Presentazione del libro “Hitchcock: La donna che visse due volte (Carocci, 2023) con l’autore Roy Menarini.
Segue la proiezione di LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE (Vertigo, USA/1958) di Alfred Hitchcock (128’).
Biglietto unico: 5 € Bookshop a cura di Trame.
“Sospeso tra realtà e sogno, thriller e melodramma, prodotto popolare ed esperimento d’autore, La donna che visse due volte costituisce un unicum per la sua capacità di esaltare ogni dettaglio dello stile cinematografico†(Roy Menarini). Capolavoro tra i capolavori hitchockiani degli anni Cinquanta, di tutti il più esistenziale: sotto la vernice del Technicolor serpeggia il senso del disagio, dell’umana inadeguatezza, della ragione inservibile, delle passioni inutili, d’una tristezza che Truffaut arrivò a chiamare necrofilia. Il cinema, ovvero rendere tangibili le regole dell’attrazione: per il vuoto, per la schiena di Kim Novak bordata di seta verde. (pcris)