NEWSLETTER dal 16 al 24 novembre Trame diventa Elettrica e si allarga ancora

Sabato 16 e domenica 17 novembre
al Sympò in via Lame 83, un’antica chiesa del 1500 nel centro di Bologna,
parte la prima edizione di Giallo Festival, un evento dedicato al giallo e a tutte le sue sfumature. 
Fra gli ospiti Carlo Lucarelli, Marco Malvaldi, D’Alatri, Gabriella Genisi, Viet Heinichen.
Bookshop a cura di Trame.

Dal 18 al 24 novembre
Trame anche a Casalecchio di Reno in varie location per Politicamente Scorretto XV edizione nella rassegna ideata con Carlo Lucarelli: “Memoria, impegno civile e legalità”

Ci piace tornare a collaborare con politicamente Scorretto; fummo presenti nel 2005, ancora prima che la nostra libreria aprisse al pubblico.

Nel 30° anniversario della caduta del Muro di Berlino, percepiamo sempre più chiaramente che tanti sono ancora i muri che caratterizzano la nostra società, e che la cultura è l’arma più potente che abbiamo per gettare al di là di questi muri il nostro sguardo. Per questo la XV edizione di Politicamente Scorretto, il progetto culturale ideato nel 2005 dall’Istituzione (oggi Servizio) Casalecchio delle Culture con Carlo Lucarelli, torna a Casalecchio di Reno nella settimana dal 18 al 24 novembre 2019 con la domanda “Oltre il muro?”, cui numerosi appuntamenti nel segno di memoria, impegno civile e legalità daranno le loro risposte in diversi ambiti.
Ai linguaggi della letteratura e del teatro che da sempre caratterizzano la sfida culturale di Politicamente Scorretto si affiancano nel 2019 il cinema, grazie alla collaborazione con il Premio Mutti AMM che dal 2008 consente a registi di origine straniera di realizzare il proprio progetto filmico, la graphic novel e una mostra di manifesti pacifisti in collaborazione con il CDMPI, che proprio a Casalecchio conserva la più grande raccolta al mondo di questo tipo di documenti, per un totale di 26 appuntamenti con 34 ospiti complessivi.

Lunedì 18 novembre dalle 13,30 alle 15 in libreria
per Bologna Elettrica ospitiamo le letture di Alessandra Cussini di La Casina delle Storie, e i viandanti potranno leggere un brano di loro scelta.

BOLOGNA ELETTRICA
Librerie presidi per la cultura e il territorio.

La notte fra il 5 e il 6 novembre scorso a Roma un incendio ha distrutto la libreria indipendente La Pecora Elettrica che doveva inaugurare oggi, 7 novembre, dopo esser stata distrutta da un altro incendio il 25 aprile scorso. Incendi dolosi operati da sconosciuti. Da sconosciuti ignoranti e arroganti, spaventati dai libri come tutti gli ignoranti.
Mettiamoci tutti e tutte insieme senza smettere mai di credere che la cultura sia una soluzione, che le librerie sono e devono essere presidio di questa battaglia. Che le piazze, le città, i paesi, le vie abitate dalle librerie sono luoghi dove nessuno è mai solo, e dove tutti sono accolti.
Contro i nuovi fascisti, i vecchi razzisti, i perenni criminali vogliamo promuovere una giornata di solidarietà agli amici e lavoratori della libreria La Pecora Elettrica, e a quanti – con fatica, sorrisi e denti stretti – lavorano in mezzo ai libri credendoci sempre.
Il 18 novembre Bologna diventa Elettrica, promuovendo incontri, dibattiti, letture, nelle librerie di città e paesi del nostro territorio.
Promotrici: Libreria Biblio Granarolo, Libreria Cartabianca Bazzano, Libreria Irnerio Ubik Bologna, Libreria Trame Bologna

La Casina delle Storie, un progetto di Alessandra Cussini, è una piccola dimora privata visitabile su appuntamento ubicata in un piccolo borgo rurale dell’Appennino Tosco Emiliano che, oltre ad essere Casa è Museo, Libreria, Luogo di Ascolto, Scrittura.

Alessandra Cussini è una sostanza lievitante, con molti capelli e domande in testa, fatica a darsi una definizione non mutevole. Operatrice culturale, ha ideato e gestito per circa dieci anni un centro di produzione artistica, ora si occupa di persone, progetti, ascolto, parola, linguaggio, storie, narrazioni.
La Casina delle Storie è la sua casa, ma ama viaggiare per raggiungere altre dimore, incontrare persone, nutrirsi, tornare tra le montagne e ospitare bellezza.

Martedì 19 novembre ore 18 in libreria
per Paesaggi di Poesia 2019 XI edizione
Jacopo Ramonda presenta “Omonimia” (Interlinea)
Luciano Mazziotta dialoga con l’autore

Da circa un secolo si è fatto sempre più labile il confine fra poesia e prosa. Eppure non esiste alcun dubbio nel definire l’ultima opera di Jacopo Ramonda un libro di poesia anzi, un vero poema in prosa.
La prosa poetica del giovane autore piemontese è lineare, tanto da non lasciare spazio alla retorica né a immagini surrealiste. È talmente prosa da essere fortemente realistica e ancorata alla storia, allo stesso tempi è così poetica da tessere il suo percorso attorno a un ritmo freddo, di ascendenza post-avanguardista.
Nella prima parte del poema, i personaggi che si susseguono, sono chiamati per nome, mentre nella seconda parte sono “omonominati”. In questo modo Ramonda si spinge cioè all’estremo dell’anonimato. Qui, nella loro diversità, i protagonisti si chiamano tutti Andrea, nome maschile e femminile al contempo, che diventa anche plurale, come si trattasse di un appellativo neutro.
Così facendo l’autore mette in scena lungo tutto Omonimia una autobiografia collettiva della medietà, nonché un processo verso la dissoluzione: dal nome al non-nome, dalla pretesa di identità alla consapevolezza della sparizione.
Accade quando gli attori in scena sono colti sul punto di sfidare qualcuno o se stessi. Ed è già una vittoria se, anziché arrivare a un traguardo ipotetico, si resta nel mezzo. Nel medio, «in una cronaca piatta e continuativa della nostra vita quotidiana».

Mercoledì 20 novembre alle 18 in libreria

Flavia Todisco presenta “Trittico contemporaneo” (Epika) e ne parla con il film maker Maurizio Barilli.

Trittico Contemporaneo è un affresco tripartito della società odierna, nel quale tre soggetti, Lui, un marito pluriomicida, Lei, una moglie trucidata insieme ai figli, Noi, la gente, un coro di persone comuni, commentano un terribile dramma famigliare: un uomo ha barbaramente ucciso la moglie e i tre figli, poi è andato a giocare a bowling con gli amici.
Lui e Lei, marito e moglie un tempo, in uno spazio sospeso tra passato e presente, ricostruiscono, ciascuno dal proprio punto di vista, la loro storia d’amore e il suo tragico epilogo, mentre il coro dà voce al processo mediatico e popolare, in corso nell’opinione pubblica, sciorinando giudizi stereotipati e crudeli.
Il trittico dei personaggi dà così vita a una realtà molto cruda, un mondo degli adulti nel quale ognuno è chiuso in sé stesso, nella propria verità, non comunica né si confrontafattivamente con gli altri e i minori, i figli della coppia, si ritrovano a essere mere presenze, impotenti e silenziose.
La violenza sulle donne non sembra avere soluzione: è un dato di fatto, accade e non si può o non si sa evitare.
E forse, questa è la provocazione che il testo vuole lanciare, ne siamo tutti, almeno in parte, responsabili.

Flavia Todisco scrive perché la rende felice e non sa fare di meglio (questa, almeno, è la sua opinione).
Esordisce giovanissima con una silloge di versi (Schegge, Gabrieli editore, 1988), cui nel tempo seguono due raccolte di racconti (Senza scontrino non si esce, Robin, 2015; Come gli scontrini in autunno, BLA, 2016) e alcuni “scontrini” pubblicati in raccolte antologiche (Scrivendo racconto. Nord, Historica, 2014) o su riviste (Verde Rivista, 2016).
Trittico contemporaneo è il suo primo dramma.

Venerdì 22 novembre alle 18 in libreria
inaugurazione della mostra fotografica tratta dal libro di Mario Maffei e Daniele Costantini, curato da Lucia Baldini “La Grande Guerra” (In Alto edizioni).

In Alto edizioni nasce con la vocazione di dare voce a piccoli tesori dormienti nei cassetti.
“La Grande Guerra” diventa una mostra/documentario che ha avuto un ottimo riconoscimento.
Il libro si costruisce su due momenti e due sezioni.
La prima è fotografica e contiene una larga carrellata di immagini inedite realizzata da Mario Maffei durante le riprese del film “la Grande Guerra”, per il quale stava lavorando come aiuto regista di Mario Monicelli. Fotografie ai sali d’argento, un bel bianco e nero aggressivo che va a raccontare i protagonisti del film, alcune scene, con le ricostruzioni delle trincee e dei momenti di tregua delle battaglie e un affettuoso back stage.
Mario Maffei, viareggino di nascita, ma romano di esistenza, ha attraversato il mondo del cinema e del teatro negli anni che vanno a cavallo tra i ’40 e i ’80. Quarant’anni in cui ha lavorato come sceneggiatore, attore, regista, aiuto regista: con Monicelli ha collaborato in nove film, tra i quali due capolavori del cinema italiano, “I Soliti Ignoti” nel 1958, e “La Grande Guerra” nel 1960.
In una intervista concessa a “L’Unità” nel 1995 Monicelli, romano di nascita e viareggino di adozione, dopo aver rivisto in pubblico “La Grande Guerra”, alla domanda del giornalista “Cos’altro in particolare l’ha colpita rivedendolo?”, rispose: “Per esempio tutti i ‘fondi’, che poi curava Mario Maffei. Se uno ci fa caso, in ogni inquadratura della Grande Guerra c’è sempre qualcos’altro che accade ‘dietro’ la scena principale. Sono ‘fondi’ nei quali succede un’iradiddio, gente che cammina, soldati che sfilano, giovani che passano la visita… tutti manovrati da Maffei. Posso dire che c’era una vera e propria regia solo per i fondi”.

La seconda sezione del libro invece è un testo molto delicato e intenso di Daniele Costantini, sceneggiatore e regista di cinema e teatro. Oltre che essere un grande amico della famiglia Maffei ha anche collaborato con Mario Monicelli e per questi motivi riesce a costruire un racconto delicato, felice, intenso di quegli incontri che sapeva inventare Roma tra gli anni ’50 e ’70. I ragazzi che giocavano in via dei Giornalisti, le loro storie, le loro avventure.

Un libro che è un piccolo omaggio “al mondo del fare” cinema, teatro, cultura che tanto ha dato nei primi decenni del dopoguerra.


NEWSLETTER dal 12 al 17 novembre (che dal rock punk scivola nel noir!)

Una settimana ricca di incontri che si conclude con una nuova avventura, in trasferta, sabato e domenica.
Lunedì orario breve 9,30 16,30.
Dal martedì al sabato 9,30 19,30.

Ci si vede!

Martedì 12 novembre alle 18 in libreria
Daniele Benvenuti presenta “Growin’ Up – Bruce Springsteen in the Italian Land” (Arcana) e ne parla con il musicista John Strada e altri ospiti a sorpresa.

“Growin’ Up” è il commovente racconto del vincolo che lega Bruce Springsteen e l’Italia alla luce del suo legame di sangue con il nostro Paese (non solo attraverso la mamma Adele) e con i fan tricolori. 
L’analisi, statistica, aneddotica e artistica, contempla tutti i concerti e anche le apparizioni secondarie tenute da Bruce in Italia: dallo storico 21 giugno 1985 per finire con la data romana al Circo Massimo del 16 luglio 2016.
Scalette precisissime, cronache minuziose e foto esclusive sono la base di un lavoro complesso e articolato, adatto alla lettura degli appassionati più incalliti quanto dei neofiti. 
Il volume comprende le prefazioni illustri di Willie Nile, Elliott Murphy, Graziano Romani e Alessandro “Ale” Besentini, un’approfondita analisi sociologica legata alla teatralità e al pubblico del r’n’r show, tabelle riassuntive delle apparizioni italiane, le setlist di tutti i concerti e gli elenchi di tutti (ma proprio tutti) i musicisti che lo hanno affiancato sui palchi tricolori. Senza dimenticare la meticolosa valutazione degli show, gli aneddoti quasi sconosciuti e le curiosità mai emerse (ma senza mai sconfinare nel gossip). 
Inoltre, alcune prestigiose figure analizzano lo stile chitarristico, l’uso dell’armonica, le caratteristiche vocali, l’uso della voce, la poetica, la psicologia, la visione politica e persino le prestazioni atletiche dell’artista. Ampio spazio viene riservato anche alla ricostruzione delle sue origini italiane, alle esperienze dei connazionali che hanno diviso il palco con lui, degli organizzatori (su tutti, Claudio Trotta) e del singolare mondo del pit.



Daniele Benvenuti, triestino, classe 1968, laureato in Scienze politiche, è giornalista professionista con ormai sei lustri di attività sulle spalle tra carta stampata, video, radio e palco. Studioso di popular music, tra le sue produzioni editoriali predilige biografie e monografie come quelle già dedicate ad artisti e ad atleti di prestigio internazionale, fra cui il volume “CantAttori” (Arcana). 



Mercoledì 13 novembre alle 18 in libreria
doppietta “Siamo nati da soli. Punk, rock e politica in Italia e in Gran Bretagna (1977-1984)” (Pacini editore) e “La filosofia dei Sex Pistols” (Mimesis).
Gli autori Alessia Masini e Giovanni Catellani dialogano con Oderso Rubini, storico produttore della scena rock bolognese e con Laura Carroli dei Raf Punk.

Negli anni Ottanta il punk era una forma d’arte, un simbolo globale di ribellione, una cultura musicale e giovanile: un fenomeno culturale complesso, che ha avuto importanti implicazioni politiche, tanto da diventare un nuovo circuito dell’attivismo giovanile e dell’impegno dopo il declino della “stagione dei movimenti”.
Fondato su un ampio ventaglio di fonti, il libro analizza origini e sviluppi del punk e lo colloca nelle sue reti transnazionali di produzione e mobilitazione: quell’esperienza diventa un osservatorio capace di restituire in modo originale le più ampie trasformazioni culturali e politiche del tempo, con particolare attenzione al caso dell’Italia e della Gran Bretagna.
Siamo nati da soli vuole in questo modo contribuire al rinnovamento delle cornici interpretative degli anni Ottanta, mettendo in discussione il senso comune sul decennio come “tempo del riflusso”, di “fine” della politica, di “trionfo” del privato e di “scomparsa” dei giovani.
 
Alessia Masini ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia, Politica e Istituzioni all’Università di Macerata. Studia la popular culture e il rapporto tra giovani e politica in età contemporanea, si occupa di editoria e public history, collabora con Rai Storia (Passato e Presente) ed è autrice del programma Vanloon (Radio Città Fujiko, Bologna). Sogna ancora di fondare una band.

Anyone can do it! Do it yourself! Chiunque può farlo! Fallo Tu stesso! Sono queste le due ingiunzioni che fanno del punk e dei Sex Pistols la più grande rivoluzione culturale del ’900. I Sex Pistols, urlando che non c’era più futuro, ne hanno inaugurato uno nuovo. La loro rivolta ha aperto a una miriade di nuove possibilità per la loro generazione, per quelle a venire, per tutti. A partire dal concerto alla Lesser Free Trade Hall di Manchester del 4 giugno 1976, nulla è stato più come prima. Con la loro sfrontatezza, senza volerlo, i Sex Pistols hanno riproposto le domande classiche della filosofia: Cosa posso? Cosa so? Cosa sono? Non erano dei filosofi, non volevano fare filosofia, ma ci hanno regalato suoni, parole e concetti di portata filosofica per rispondere in modo nuovo a vecchie domande. La speranza è che i percorsi, le linee di fuga, i concatenamenti, raccolti e accennati in questo volume, possano contribuire a testimoniare la forza dell’evento Sex Pistols.

Giovanni Catellani è diventato maggiorenne nel 1977. La musica è sempre stata la sua grande passione. La filosofia lo è diventata col tempo. Ha ascoltato God Save the Queen almeno mille volte. Non smetterà mai di incontrare le parole di Gilles Deleuze.


Giovedì 14 novembre alle 18 in libreria
Maria Paoloni presenta “Altra stagione”, appena uscito per Giraldi editore, e si confronterà con amiche che già sanno e con il pubblico che non sa ancora.
Verranno offerti assaggi di lettura per la voce di Patrizia Raggi, l’autrice, e altre, a sorpresa.

Cecilia, 70 anni compiuti, e Giordano, un senzatetto forse di poco più giovane, vivono l’inverno nell’attesa di ritrovarsi in primavera sul sagrato dove lui stazionava e dove Cecilia era arrivata nove mesi prima, sotto la spinta della fiducia assoluta nel potere salvifico della parola. Non si erano mai visti prima, eppure lei lo aveva istintivamente scelto perché l’aiutasse, ascoltando la sua narrazione e dialogando con lei, a sconfiggere un pensiero improvviso e nefasto che le stava provocando continui attacchi di panico.
Giordano era passato dal silenzio scandalizzato e offeso all’ascolto attento e coinvolto di una vita per lui assolutamente stravagante ed esagerata. Gli era poi arrivato il bisogno, in autunno, di cominciare a parlare ed erano venuti a galla ricordi, tanti e dolorosi, della sua vita, che credeva di aver accantonato per sempre. Era così successo che l’intimità delle confidenze e la spontaneità dei silenzi e la vicinanza dei loro corpi diventassero desiderio, e la sua emozionata manifestazione fosse il loro saluto prima che Giordano lasciasse il sagrato alla ricerca di un posto adatto al grande freddo.
L’intimità dell’ultima sera domina le emozioni e i pensieri dei due protagonisti che intanto vivono l’inverno separatamente, senza sapere nulla l’una dell’altro. Mentre i giorni scorrono per entrambi troppo lentamente, l’attesa impaziente e desiderante scivola nella consapevolezza di come le loro scelte di vita possano rendere difficile incontrarsi come quell’ultima sera.
Si può tornare a prima di allora? A primavera la risposta.

Maria Paoloni (1944), abruzzese di nascita, abita a Bologna da oltre 50 anni. Professoressa di psicologia alle superiori, in pensione. Ha partecipato a laboratori, scrivendo e pubblicando racconti e alcuni testi per una guida sentimentale di Bologna, venuta alla luce nella stanze di Trame. Il suo primo romanzo, “In quel che resta del tempo” (Giraldi) è del 2016. “Altra stagione” è il secondo.

Sabato 16 e domenica 17 novembre
al Sympò in via Lame 83, un’antica chiesa del 1500 nel centro di Bologna,
parte la prima edizione di Giallo Festival, un evento dedicato al giallo e a tutte le sue sfumature. 
Fra gli ospiti Carlo Lucarelli, Marco Malvaldi, D’Alatri, Gabriella Genisi, Viet Heinichen.
Bookshop a cura di Trame.



Dalla fiction alla verità: ci sarà spazio anche per la cronaca con l’incontro sulla Uno Bianca. A parlarne saranno due ex poliziotti ai tempi in servizio a Bologna e oggi scrittori: Carmelo Pecora e Maurizio Matrone. Con loro Rosanna Zecchi, dell’associazione parenti e vittime della Uno Bianca. Marco Malvaldi presenterà il suo ultimo libro ‘Vento in scatola’ scritto insieme a Glay Ghammouri, un ex militare tunisino, carriera stroncata in patria per motivi politici e oggi detenuto in Italia a causa di un grave delitto. Un libro nato dall’incontro durante un corso di scrittura tenuto nel carcere di Pisa.
Insieme a Malvaldi e Lucarelli festeggeremo i 90 anni del Giallo Mondadori, con la presenza di Franco Forte, direttore della collana. Il formato quasi quadrato e lo strillo ‘un libro che non vi lascerà dormire’ su sfondo giallo ne decretarono il successo immediato. 
La prima edizione del Giallo Festival si chiude con la premiazione del concorso letterario: ‘Un racconto per il cinno’. L’attore comico Vito è stato trasformato nel protagonista di un romanzo giallo (thriller) dal collettivo bolognese REMS diventando un vero e proprio detective: il caso migliore è stato scelto e pubblicato dalla casa editrice Damster-Edizioni del Loggione in appendice al romanzo.
Fra gli ospiti bolognesi anche Gianluca Morozzi e Andrea Mingardi.



Con il contributo Bper, Patrocinio Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna.


NEWSLETTER dal 31 ottobre al 9 novembre (con letargo della libraia)

Il 31 ottobre Trame c’è dalle 9 alle 13.
Poi si concede un breve letargo e riapre lunedì 4 novembre dalle 9,30 alle 14,30.
C’è parecchio nei prossimi giorni compresi due incontri esterni con Massimo Cacciari e Lidia Ravera.
Da martedì ripartono anche gli incontri in libreria belle cose dal noir italiano alle strategie di Beniamino Sidoti.
Vi aspettiamo.

Venerdì 1° novembre alle 21
presso la Casa del Popolo di Corticella “B. Tosarelli” in via Bentini 20 a Bologna
“E’ ancora attuale la politica?”
Incontro con Massimo Cacciari, filosofo, saggista e politico italiano, e con Mauro Olivi, ex deputato e segretario del PCI di Bologna negli anni ’70. Conduce la serata Caterina Giusberti di La Repubblica Bologna.
Bookshop in collaborazione con Trame.

Un momento di riflessione dopo i risultati delle elezioni regionali in Umbria, e nell’ambito di un percorso di riflessione politico-culturale avviato nei mesi scorsi dalle realtà presenti in maniera stabile nella Casa del Popolo sul tema dei “valori”.

Lunedì 4 novembre alle 15
alla Cineteca di Bologna in piazzetta Pasolini a Bologna
“Longevità e sessualità” incontro con Lidia Ravera.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Bookshop a cura di Trame.

In occasione del Festival della longevità, questo incontro con la scrittrice Lidia Ravera sul rapporto tra longevità e sessualità diventa occasione per raccontare la recentissima collana “Terzo tempo” che Ravera cura per Giunti; una collana di storie d’amore fra persone di 60 anni e più.

“Raccontare “la nuova vecchiaia”, quella che una volta non c’era e adesso c’è, e dura 30 anni (salvo incidenti di percorso, ma quelli possono piombarti addosso sempre, purtroppo) e va vissuta con pienezza. Per sparare sugli stereotipi, quelli che ci vorrebbero dimesse e arrese, tutte intente a cancellarci le rughe e la data di nascita, pronte a negare d’aver vissuto, brutte tristi inattive inerti informi in attesa di trapasso, cariche di nostalgia e d’invidia…se siamo donne. Se siamo uomini, gli stereotipi che ci vorrebbero noiosi ipocondriaci e acidi, tutti intenti a sognare la ragazza della porta accanto che ha un terzo dei tuoi anni e non può comunque ridarti la giovinezza. Gli stereotipi fanno male sempre. Sopra i sessanta sono in grado di uccidere. Bruciatene uno al giorno, come assumendo un farmaco salvavita.” Lidia Ravera

Martedì 5 novembre alle 18 in libreria

Piera Carlomagno presenta “Una favolosa estate di morte” (Rizzoli) e ne parla con Marilù Oliva.



Accadono fatti terribili nella terra di mezzo tra Matera e Potenza, frontiera selvaggia che si ripiega su se stessa come le ripide gole che la solcano. E così una notte di giugno, nei calanchi vicino Pisticci, un uomo e una donna vengono assassinati brutalmente. Lui è Sante Bruno, architetto con entrature che contano. Lei, Floriana Montemurro, una ragazza bellissima, figlia di un potente notabile. Il duplice omicidio scuote la monotonia di una provincia in cui il pettegolezzo vola di bocca in bocca e le lingue sono affilate come rasoi. Indagare sul caso tocca a Loris Ferrara, magistrato in crisi che vuol rifarsi una vita, e all’anatomopatologa Viola Guarino. Abilissima nel leggere la scena del crimine, convinta sostenitrice dei metodi scientifici d’indagine, Guarino ha un sesto senso prodigioso. “Strega” la chiamavano da bambina. “Strega” pensano oggi di lei i suoi concittadini. E del resto, è la nipote di Menghina, celebre lamentatrice funebre della Lucania, una che ha trasformato la morte in professione e di stranezze se ne intende. Turbata dai sentimenti che prova per l’ombroso Ferrara, Viola si getta a capofitto nell’inchiesta. Mentre incombono i preparativi per Matera 2019 Capitale della Cultura, e il futuro si porta appresso milionarie speculazioni sugli antichi Sassi, dovrà confrontarsi con i misteri di un Sud in cui tutto sta cambiando anche se nulla cambia mai davvero. 
Piera Carlomagno svela, con eleganza e discrezione, il male profondo di una terra insieme ai tormenti e alle malinconie delle donne che la abitano.

Piera Carlomagno è giornalista professionale e presidente dell’associazione “Porto delle nebbie”, che organizza il SalerNoir Festival. Tra i suoi libri Una favolosa estate di morte (Rizzoli, 2019).

Marilù Oliva vive a Bologna. Scrive romanzi e insegna lettere alle superiori.
Ha scritto la Trilogia della Guerrera: ¡Tú la pagarás! (Elliot, 2011), Fuego (Elliot, 2011) e Mala Suerte (Elliot, 2012); e la Trilogia del Tempo: Le Sultane (Elliot, 2014) anch’esse in finale al Premio Scerbanenco, Lo Zoo (Elliot, 2015) e Questo libro non esiste (Elliot 2016)
Da sempre si occupa di questioni di genere e di attualità.
Ha curato per Elliot due antologie patrocinate da Telefono Rosa: Nessuna più – 40 autori contro il femminicidio (2013) e Il mestiere più antico del mondo (novembre 2016).
Esce nel 2018 Le spose sepolte con Harper Collins e nel 2019 con Musica sull’abisso.
Collabora con diverse riviste Huffington Post e Thriller Magazine ed è caporedattrice nonché ideatrice di Libroguerriero.

Mercoledì 6 novembre alle 18 in libreria
Antonello Loreto presenta “Regina Blues” (Progetto Cultura) e ne parla con Andrea Santangelo.

A Regina non è una domenica come tutte le altre.
Nel pomeriggio va in scena la finale del “torneo delle scuole” che per questo luogo di provincia, borghese e sonnacchioso, rappresenta un momento importante, quasi solenne, di aggregazione della comunità. La città si organizza perché l’evento abbia il risalto che merita, probabilmente nel giorno di festa più atteso dell’anno.
Nella partita decisiva e contrariamente ai pronostici, si affrontano per la prima volta la squadra del Liceo Classico (i Santi) e quella del Liceo Scientifico (gli Eroi). La mattina che precede la finale, si incrociano le storie dei ventidue liceali che daranno vita ad un incontro memorabile sull’erba dello stadio del “Degortes”. Giovani vite, ancora adolescenti, costrette a diventare adulte troppo presto a causa di un evento drammatico ed epocale che sconvolgerà in pochi istanti i loro sogni e le aspettative future.
“Regina Blues” è un inno all’ottimismo. Attraverso le maglie strette delle angosce adolescenziali, dei primi amori più o meno corrisposti, insomma di una fisiologica paura di vivere che è propria del nostro tempo e, più in generale, di quella parte di vita che ognuno di noi ha attraversato, ritroviamo nel finale protagonisti adulti che, superati a fatica gli anni successivi alla tragedia, si voltano indietro consci che la vita va avanti, nonostante tutto, magari più bella di prima.
Ed anche Regina sarà più bella di prima.

Antonello Loreto nasce a L’Aquila nel 1970, laureato in Giurisprudenza, vive a Roma da molti anni ed è stato, per quasi venti anni, un consulente nel campo dello sviluppo e del marketing in vari settori (principalmente in finanza e comunicazione).
Ha collaborato nel biennio 96-97 con l’Istituto Cinematografico “La lanterna magica” e con l’Accademia dell’Immagine” dell’Aquila, come articolista della rivista mensile “Victor l’Avvoltoio”.
Ha pubblicato nell’ottobre 2014 “La favola di Syd”, romanzo d’esordio self publishing con la piattaforma de “ilmiolibro.it”, nel marzo 2016 il secondo romanzo “Un’Altra Scelta”, Edizioni Progetto Cultura, una casa editrice romana indipendente.
Affianca attualmente l’attività principale di romanziere con la direzione di alcune rassegne letterarie tra Roma e Milano, ed è consulente e docente di marketing applicato al mondo dell’editoria.

Andrea Santangelo, storico militare con un passato da archeologo, si occupa di divulgazione storica collaborando con quotidiani, riviste, radio e televisioni. Ha al suo attivo oltre venti monografie di storia, le più recenti sono: Le due vite di Lucrezia Borgia (con Lia Celi, Utet 2019) e Generali e battaglie della Linea Gotica (Bookstones 2019). Sta attualmente scrivendo il suo primo romanzo.

Venerdì 8 novembre alle 18 in libreria

Beniamino Sidoti presenta “Strategie per contrastare l’odio” (Feltrinelli) e ne parla con Elisabetta Cremaschi.



Nato da una ricchissima pagina Facebook “Strategie per contrastare l’odio” è un metodo per una rivoluzione gentile e leggera, una rivoluzione fatta con il sorriso e con la voglia di condividere. 
La si compie nei gesti di tutti i giorni, che ci permettono di giocare la nostra partita contro l’odio, scegliendo di volta in volta lo strumento più adatto o sostenibile, quello che più ci appartiene.
 E sapendo che il superlativo di “buonisti” è “ottimisti”.

Come una sorta di atlante, con capitoli che alternano teoria ed esercizi, barzellette e poesia, film, quadri e pubblicità, “Strategie per contrastare l’odio” porta a costruire un ragionamento complessivo intorno all’odio e suggerisce come disintossicarsene, concretamente, irreversibilmente.
Una singola battaglia d’odio può essere vinta con altro odio, con tattiche di contrasto colpo su colpo. Ma da una prospettiva strategica è un passo indietro, è una sconfitta, perché consentiamo all’odio di dilagare e proliferare.
 Contrastare l’odio non è essere buonisti o santi. È rifiutare una dialettica basata sulla sopraffazione.
 Per questo è qualcosa che si può imparare, e che si può migliorare: con azioni pratiche e condivise, cioè mediante delle strategie.

“Questo libro è pieno di (ottime) idee. Fa crescere l’anima. Mette in pace col mondo.” Laura Imai Messina


“Le strategie sono semplici e profonde, includono riflessioni ed esercizi.” Loredana Lipperini, la Repubblica


Beniamino Sidoti è scrittore e formatore, esperto di giochi e di storie: ha pubblicato per i maggiori editori italiani ed è tradotto in venti lingue. Consulente del MIUR e di altre strutture pubbliche e private per la creazione di attività didattiche ed educative, è spesso in giro per l’Italia per svolgere la sua attività di formazione. “Strategie per contrastare l’odio” è il nome della sua pagina Facebook, un luogo affollato e vitale che si è imposto nel giro di pochi mesi come uno dei più importanti centri di contrasto al discorso d’odio. 


Elisabetta Cremaschi è nata a Mirandola (Mo) nel 1969, si è laureata a Bologna in Scienze Politiche con Pier Cesare Bori e una tesi in filosofia morale dedicata al pensiero di Maria Zambrano nell’ambito della filosofia, letteratura e arte spagnola; ha conseguito il Master di Alta Formazione Accademia Drosselmeier Centro Studi di Letteratura per Ragazzi e Scuola per Librai ed è giornalista. 
Libera docente di Pedagogia delle Narrazioni, da oltre vent’anni si dedica all’organizzazione, promozione e formazione culturale rivolta agli adulti, ai bambini e ragazzi. Dal 2011 cura il blog “Gavroche. Parole e figure dell’infanzia”.



Sabato 9 novembre alle 14,30 in libreria
Letture sul sofà legge “La storia delle api” di Maja Lunde (Marsilio).
Il nostro gruppo di lettura è aperto a tutti i viandanti.


La storia delle api, della norvegese Lunde, col procedere della lettura sempre più diventa la nostra storia, è un romanzo epico nel quale, accanto al tema dell’equilibrio ambientale, sono i sentimenti che realmente muovono la nostra vita a determinare l’azione.
L’amore soprattutto: per il coniuge, per i figli per cui desideriamo solo il meglio, per la scienza, per la propria passione.

Sempre sabato 9 novembre alle 18 in libreria

Tersite Rossi presenta “Gleba” (Pedragon) in compagnia del professor Pier Giorgio Ardeni (UniBo) e della giornalista radiofonica Patrizia Bottura.

Anche il quarto lavoro di Tersite Rossi (pseudonimo del duo Marco Niro-Mattia Maistri) è un romanzo corale di storie intrecciate, come da tradizionale marchio di fabbrica degli scrittori, e a far da sfondo alla narrazione stavolta è la tematica del lavoro, visto in una duplice veste: da un lato come forza sfruttata, sottopagata, svilita (“gleba” come zolla da servire), dall’altro come mestiere di vivere (“gleba” come terra da cui la vita origina). “Si tratta – spiegano Niro e Maistri – di una storia che s’inscrive a pieno titolo nell’eterna vicenda umana della prevaricazione e dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, e del tentativo, sempre vano, ma sempre necessario, di opporvisi. Tutti i personaggi si sforzano di trovare la propria identità in uno specifico lavoro, più o meno insoddisfacente, più o meno velleitario, più o meno prevaricato, ma solo in pochi riescono, al termine della vicenda, a capire che il lavoro più importante è quello più difficile: vivere”.
La tematica del lavoro è affiancata da numerose altre: l’aziendalismo psicotico; le nuove tecnologie che asservono anziché liberare; il terrorismo (brigatista, islamico) come risposta fallace a un disagio che è interiore prima ancora che sociale; le trame occulte degli onnipresenti strateghi della tensione; la scuola come luogo in cui, ribaltandone completamente i fini, ci si limita a produrre gli sfruttatori, o sfruttati, di domani.

“Gleba indaga la complessità del reale con un lavoro di ricerca impressionante”, ha detto il maestro del noir Massimo Carlotto nel presentare il romanzo in anteprima nazionale, il 4 ottobre 2019 alla Fiera delle Parole di Padova.
Tersite Rossi è un collettivo di scrittura, autore del romanzo d’inchiesta sulla cosiddetta trattativa tra Stato e Mafia, È già sera, tutto è finito (Pendragon 2010), del noir distopico Sinistri (edizioni e/o 2012) e del thriller economico-antropologico I signori della cenere (Pendragon 2016). Lo pseudonimo è un omaggio a Tersite, l’antieroe omerico, che rappresenta l’opposto di ciò che tutti si attendono. È brutto, debole e codardo in un mondo di belli, forti e coraggiosi. È l’ombra che nessuno vede, perché è arrivata troppo presto. O troppo tardi.

NEWSLETTER di fine ottobre (Trame in pausa dal 31/10 al 4/11 circa)

Settimana brevissima quella che arriva a Trame, con apertura speciale il lunedì per una presentazione targata Gender Bender e martedì ancora una esplorazione dei Paesaggi di Poesia XI.
Da lunedì 28 a mercoledì 30 ottobre apertura dalle 9,30 alle 19,30.
Giovedì 31 dalle 9 alle 13.
Poi pausa fino a lunedì 4 novembre, giornata che avrà un orario elastico, probabilmente dalle 11 alle 15…

Lunedì 28 ottobre alle 18 a Trame
nell’ambito del Gender Bender incontro con Wytske Versteeg e presentazione di “Boy” (Scritturapura).
L’autrice dialoga con Samanta Picciaiola. Interpretariato a cura di Massimiliano Bonatto.

L’autrice olandese Wytske Versteeg presenta al pubblico di Gender Bender il suo romanzo rivelazione Boy, storia di un quindicenne di colore dall’identità sessuale ancora incerta che si suicida perchè bullizzato dai compagni. La madre adottiva, psichiatra che non si rassegna all’idea di non essersi accorta di nulla, e la sua insegnante, ruotano attorno ai ricordi per ricostruire la storia del ragazzo cercando di comprendere il vissuto e le sofferenze alla ricerca di un colpevole. L’opera è scritta in prima persona, con gli occhi di una donna, di una madre che cerca di darsi pace, scegliendo alla fine di darsi una seconda occasione per vivere in modo più consapevole il suo domani. Un libro che tocca corde profonde parlando di bullismo, fragilità e ralazioni in modo intenso. Grazie a questo romanzo, Wytske Versteeg ha vinto il premio olandese BNG Bank Literatuurprij e il quotidiano olandese “NRC Handelsblad” l’ha definita, grazie a Boy, uno dei migliori autori della sua generazione per composizione, sottigliezza, espressività e stile. Il romanzo, pubblicato anche in Germania, Danimarca, Regno Unito e Turchia, è stato tradotto in diverse lingue.

Martedì 29 ottobre ore 18 a Trame
per Paesaggi di Poesia 11a edizione
presentazione del libro di Renata Morresi “Terzo paesaggio” (Nino Aragno).
Lorenzo Mari dialoga con l’autrice.

Con Terzo paesaggio, Renata Morresi porta a compimento un ciclo, che da Cuore comune (PeQuod 2010) è transitato per Le bagnanti (Perrone 2013). Il “terzo paesaggio” del titolo non è però solo la conclusione di una trilogia. Questo, ci avverte l’autrice marchigiana nelle note al libro, è l’interstizio prodotto dalla pressione tra “arte” e “vita”.
In effetti, lungo le sei sezioni che compongono il lavoro, Morresi fa stridere io e collettività, ironia e dolore, voci umane e voci disumane.
Dopo “Niego”, la sezione di apertura in cui è l’io a “negare se stesso”, le sezioni centrali montano citazioni tratte dai discorsi fatti nel 2016, durante il terremoto nelle Marche. In questo modo l’autrice smaschera la vacuità della retorica pubblica e, contemporaneamente, la eleva a potenza. Commedia e tragedia si alternano, venendo così condotti fino a un punto comune dove sono fatti esplodere. È così, per esempio, nel lamento funebre che l’autrice intona per il padre utilizzando metafore, termini e lessico presi dal campo semantico degli autolavaggi (Car-Wash); o come quando si trova a trattare dell’essere umano moderno in cerca di un posto nel mondo e ne indaga “l’inconscio al curriculum”.
Il percorso incidentato tra retorica pubblica e dolore privato, conduce Morresi a concludere Terzo paesaggio con una forte presenza biografica. Nell’ultima sezione, l’io sembra finalmente aver trovato un posto nel mondo, un lavoro. Eppure il luogo è distante, bisogna percorrere chilometri e paesaggi desolati per raggiungerlo: come se ogni conquista non fosse mai definitiva, ma una continua fatica, un continuo dover mettersi in moto.
Non ci sono spiragli di idillio nella poesia di Morresi, piuttosto la rappresentazione di una vita che imita se stessa, “Perché è debole, la letteratura, e mimesis, la vita”.

NEWSLETTER dal 21 al 28 ottobre (con trasferte varie, anche musicali)

Orari per la settimana che arriva: lunedì e giovedì dalle 9,30 alle 16,30.
Venerdì ci siamo dalle 9,30 alle 14,30 (trasferta milanese della libraia per concertone alla Scala, abbiate pazienza)
Gli altri giorni, martedì, mercoledì e sabato, Trame sarà aperta dalle 9,30 alle 19,30.

La settimana in cui parte Gender Bender 2019, e molti dei libri presentati propongono riflessioni sull’identità di genere da punti di vista assai differenti.

Ci si vede, a Trame o al Gallery 16, a Casa di Khaoula o alla sala del Risorgimento.

Lunedì 21 ottobre alle 21
al Gallery 16 in via Nazario Sauro a Bologna
doppio concerto: Jordaan Mason, con special guest Jake Bellissimo, per il 10° anniversario dell’album di Mason “Divorce Lawyers”!
In collaborazione con Trame.

Jordaan Mason è un cantautore queer DIY di base a Toronto.
Dal 2004 ha pubblicato otto album, il più conosciuto dei quali, “Divorce Lawyers I Shaved My Head (2009), insieme agli Horse Museum, è di recente uscito per la prima volta in vinile a grande richiesta per il suo decimo anniversario. Le canzoni di Jordaan oscillano tra turbolenza e tenerezza, esplorando argomenti come la disforia / euforia di genere, sesso e malattia, vivere con il disturbo bipolare, e trovare una casa e una comunità per una persona queer.

L’ultima uscita da solo di Jake Bellissimo senza il soprannome Gay Angel, “The Good We’ve Sewn”, esplora la differenza tra felicità e soddisfazione, utilizzando i momenti di apprendimento come trampolino di lancio per creare mondi sonori tanto intimi quanto dinamici e tanto realistici quanto ottimisti.
L’album è uscito per l’etichetta con base in Italia We Were Never Being Boring (wwnbb.net) il 20 ottobre 2017.

Martedì 22 ottobre alle 18 in libreria
Fabiana Gabellini presenta “Pubblicità: moda e guerra” (Linea Edizioni) e ne parla con il giornalista di “Rimini Today” Tommaso Torri. Con la partecipazione speciale di Michele Spanò.

“Se si potesse dire che la guerra c’è sempre stata, allora si potrebbe dire che anche la pubblicità (intesa come miscela di comunicazione e promozione, per convincere e attrarre), c’è sempre stata, dalle piramidi al Partenone. Le più colorite informazioni commerciali hanno una lunga storia: le troviamo in evidenza perfino nei postriboli di Pompei.
Più recente è l’idea che la pubblicità sia una forma di guerra, rivolta a conquistare la mente del consumatore. Il marketing prende in prestito la terminologia bellica, dal target alla mission, con in primo piano ovviamente le campagne pubblicitarie, intese come veri e propri piani di assalto e di assoggettamento.
Apparentemente, invece, moda e guerra rinviano a due linguaggi contrapposti. Pur avendo in comune la rilevanza della propaganda, l’una vende la vita, l’altra la morte.
Siamo il campo di battaglia di molteplici guerre culturali, capitanate dai marchi, dalle multinazionali, dai mercati. Prima che i nostri soldi, spesso una pubblicità senza scrupoli vuole la nostra anima, i nostri desideri e la nostra visione del mondo. Vista la sproporzione delle forze in gioco, non sarà una battaglia perduta in partenza, se ci sarà una maggiore consapevolezza della posta in gioco – con l’aiuto di questo agile, preciso, coinvolgente volume.” Francesco Sidoti


Fabiana Gabellini, giovane fashion designer di Cattolica, sin dalla fondazione del suo omonimo brand, nel 2012, ha condiviso la frase del famoso drammaturgo Oscar Wilde “O si è un’opera d’arte o la si indossa”.
Ha conseguito la Laurea in “Progettismo di Moda” a Urbino e, nel 1999, ha iniziato prestigiose collaborazioni con famose griffe del panorama fashion: Alberta Ferretti, Jean Paul Gaultier, Moschino, Ozbek. Ha inoltre realizzato i costumi di scena per la stagione lirica del Teatro Rossini di Pesaro, e presentato le sue collezioni alla Milano Fashion Week, a Cinecittà, ad Altaroma e, presso il Museo Gam di Milano, ha collaborato con l’Associazione Ada Danze Antiche per un omaggio a Isadora Duncan. 
Nel 2017 crea ‘Arte da Indossare’, un progetto che vede protagoniste le opere pittoriche di artisti contemporanei stampate su seta e utilizzate per la realizzazione delle sue creazioni Haute Couture in limited edition.


Michele Spanò è Ambasciatore di Bellezza ed Eleganza nel mondo della moda e della televisione, in veste di art director. Dopo esperienze a Londra, Parigi, Milano e Miami si stabilisce a Roma dove apre ben 5 saloni curando look ed immagine di personaggi dello spettacolo, della politica e della moda dal 1990 ad oggi. Ha affiancato stilisti di fama internazionale e oggi ha lanciato il progetto Arte&Musica.

Mercoledì 23 ottobre alle 17,30
alla Sala del Risorgimento in Via de’ Musei 8 a Bologna
Enrico Galiano, insegnante e scrittore, è presente all’incontro “Adolescenti dietro i banchi”.
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Bookshop a cura di Trame.

Riprendono le attività, sostenute dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, nell’ambito del progetto “Adolescenti: dalla promozione del benessere allo sviluppo delle competenze”, e dedicate ai genitori di figli adolescenti, ai docenti, agli educatori e a tutti gli interessati ad approfondire alcune tematiche legate a questa fase della crescita, spesso guardata con apprensione dagli adulti.

Enrico Galiano è nato a Pordenone nel 1977. Insegnante in una scuola di periferia, ha creato la webserie Cose da prof, che ha superato i dieci milioni di visualizzazioni su Facebook. Ha dato il via al movimento dei #poeteppisti, flashmob di studenti che imbrattano le città di poesie. Nel 2015 è stato inserito nella lista dei 100 migliori insegnanti d’Italia dal sito Masterprof.it.
Il segreto di un buon insegnante per lui è: «Non ti ascoltano, se tu per primo non li ascolti».
Ogni tanto prende la sua bicicletta e se ne va in giro per l’Europa con uno zaino, una penna e tanta voglia di stupore.

Mercoledì 23 ottobre alle 18 in libreria
per Paesaggi di Poesia 11a edizione
Matteo Marchesini, curatore di “Poesie italiane 2018” (Elliot-Lit edizioni), parla del volume antologico con Sergio Rotino.

È finito il tempo delle antologie che, attraverso l’opera di sistemazione dei loro curatori, davano la possibilità di proiettarsi nel futuro prossimo della letteratura, soprattutto in campo poetico.
Oggi le antologie ragionano sempre più su quello che il passato prossimo ci ha offerto e che, in qualità di lettori, abbiamo frequentemente lasciato da parte per fretta e distrazione.
Restano però il luogo in cui critici di sicuro valore possono fare il punto sulle condizioni del Grande Paziente (la poesia), attraverso quelle che sono le loro ragionate opinioni.
In queste direzioni si muove Matteo Marchesini, proponendo per il progetto “Poesie italiane” della casa editrice Elliot-Lit edizioni uno sguardo, partigiano ma estremamente coeso, su quanto la poesia italiana ha offerto di buono e di cattivo e di pessimo nell’anno 2018.

Venerdì 25 ottobre alle 18,30
alla biblioteca Casa di Khaoula in Via di Corticella 104 a Bologna
lettura-racconto di “Più di così si muore”, di Sabina Macchiavelli (Giraldi Editore).
L’autrice dialogherà con Sandro Toni. Letture di Barbara Baldini.
Bookshop a cura di Trame.

Ambientato sull’Appennino emiliano, il romanzo raccoglie un intreccio di storie legate dal filo di una scomparsa. Le storie sono quelle dei componenti di una famiglia di origine bolognese, i Pascali, sullo sfondo di un bellissimo casale ristrutturato che nelle sue pietre e nei suoi prati conserva ancora il mistero delle anime che ci sono passate.

Sabina Macchiavelli è nata a Bologna nel 1964 e abita sull’Appenino modenese. Si è occupata di organizzazione di eventi, ed è insegnante di scrittura creativa e di lingue straniere. È autrice di audiodocumentari e ha ottenuto un dottorato presso la University of South Wales di Cardiff incentrato sulla docufiction radiofonica. Suoi racconti e saggi sono apparsi in riviste e antologie. Nel 2013 è uscita per Einaudi la raccolta “E a chi resta, arrivederci”, scritta con il padre Loriano, e nel 2019 ha pubblicato per Giraldi Editore il suo primo romanzo “Più di così si muore”. “La bambina del lago”, il suo secondo romanzo, esce nel 2019 da Mondadori.

Sabato 26 ottobre due editori indipendenti che amiamo
alle 13 in libreria
Zona 42 presenta “La città dell’orca” di Sam J. Miller.
Partecipa la traduttrice Chiara Reali che dialogherà con i lettori in compagnia di Giorgio Raffaelli.


La città dell’orca, romanzo rivelazione di Sam J. Miller, è risultato finalista ai Premi Nebula e Locus, ed è stato inserito nelle liste dei migliori libri dell’anno dal Washington Post, da Publisher’s Weekly e da Vulture/New York Magazine. 

Qaanaaq ospita quasi un milione di persone sul suo reticolo oceanico, i più ricchi l’hanno costruita per scampare alle guerre climatiche, i più poveri vi sono arrivati profughi dalle loro terre sommerse. L’equilibrio è pronto a spezzarsi quando un strana visitatrice arriva in città accompagnata da un’orca e da un orso polare in catene. La sua presenza travolge la vita di quattro personaggi che affronteranno il loro misterioso passato per offrire alla città una speranza di salvezza.
In un mondo che vive le tragiche conseguenze del cambiamento climatico, che si interroga su identità di genere, corruzione politica e tecnologia fuori controllo, il romanzo di Sam J. Miller cerca una tenue speranza nel potere unificante della connessione umana.

Sam J. Miller, nato a Hudson nel 1979, figlio di un macellaio, ha abbandonato tutto per dedicarsi alla letteratura quando il negozio di suo padre è stato inghiottito da un Wal-Mart. 
Per Sam J. Miller, la vita è magia, la società è orrore e il mondo è fantascienza. Crede nel potere sovversivo delle storie, e nel potere delle comunità di cambiare le cose.
Con i suoi racconti e romanzi ha vinto ed è risultato finalista ai più prestigiosi premi dedicati alla letteratura di genere. Le sue opere sono state tradotte in sette lingue.
“La città dell’orca” è il suo primo romanzo pubblicato in Italia. Vive a New York con il marito.

Chiara Reali vive a Milano. Scrive in rete dal 2005 e ha pubblicato racconti su Linus, ‘tina, e nelle antologie Tu sei Lei. Otto scrittrici italiane (Minimum Fax) e Propulsioni d’improbabilità (Zona 42). Per Nero ha collaborato alla traduzione de Le Visionarie. Per Zona 42 ha tradotto i romanzi di Ian McDonald, Jon Courtenay Grimwood, Tricia Sullivan e Nnedi Okorafor.

Sempre sabato 26 ottobre alle 18 in libreria
D Editore vi invita alla presentazione dei “Racconti Ritrovati” di Emanuel Carnevali.
Con noi Emidio Clementi (autore e cantante dei Massimo Volume), Francesco Pattacini (autore per L’Indiependente), Emmanuele Jonathan Pilia (curatore del volume), Luca Martini (autore), Martina Marzadori (illustratrice), Valerio Valentini (direttore della collana ed autore).

Tra le più antiche strade di New York, negli angoli delle vecchie case non ancora demolite, alcune parole, sepolte sotto la polvere, continuano a vivere.
Sono le parole di Emanuel Carnevali, uno dei più grandi geni letterari del ‘900, capace di influenzare in modo indelebile la letteratura newyorkese della prima metà del secolo scorso.
“Racconti Ritrovati” non è un semplice libro, ma uno scavo archeologico che tenta l’ambizioso progetto di far riemergere i resti del poeta nero, come venne soprannominato da William Carlos Williams, troppo a lungo rimasti sepolti sotto un cumulo di indifferenza.
Sono frammenti che raccontano la vita, le aspirazioni, ma soprattutto la malattia e il silenzio, dell’ultimo grande autore maledetto italiano.

Emanuel Carnevali, nato a Firenze verso la fine del secolo, è considerato uno dei più importanti scrittori statunitensi della prima metà del ‘900. Dopo un’infanzia difficile, passata tra cupi collegi e genitori malati, fu costretto a emigrare da suo padre, che scoprì la sua bisessualità – negli Stati Uniti, all’età di soli sedici anni. Pur vivendo quasi in miseria, passando da un lavoro all’altro, frequentando prostitute e malviventi, partecipò, da straniero, al rinnovamento dell’avanguardia letteraria americana dell’epoca, stringendo amicizia con diversi poeti e scrittori statunitensi, tra cui William Carlos Williams e Sherwood Anderson.

Lunedì 28 ottobre alle 18 in libreria
nell’ambito del Gender Bender Festival
incontro con Wytske Versteeg e presentazione di “Boy” (Scritturapura).
L’autrice dialoga con Samanta Picciaiola. Interpretariato a cura di Massimiliano Bonatto.

L’autrice olandese Wytske Versteeg presenta al pubblico di Gender Bender il suo romanzo rivelazione Boy, storia di un quindicenne di colore dall’identità sessuale ancora incerta che si suicida perchè bullizzato dai compagni. La madre adottiva, psichiatra che non si rassegna all’idea di non essersi accorta di nulla, e la sua insegnante, ruotano attorno ai ricordi per ricostruire la storia del ragazzo cercando di comprendere il vissuto e le sofferenze alla ricerca di un colpevole. L’opera è scritta in prima persona, con gli occhi di una donna, di una madre che cerca di darsi pace, scegliendo alla fine di darsi una seconda occasione per vivere in modo più consapevole il suo domani. Un libro che tocca corde profonde parlando di bullismo, fragilità e ralazioni in modo intenso. Grazie a questo romanzo, Wytske Versteeg ha vinto il premio olandese BNG Bank Literatuurprij e il quotidiano olandese “NRC Handelsblad” l’ha definita, grazie a Boy, uno dei migliori autori della sua generazione per composizione, sottigliezza, espressività e stile. Il romanzo, pubblicato anche in Germania, Danimarca, Regno Unito e Turchia, è stato tradotto in diverse lingue.