NEWSLETTER DAL 12 AL 15 GIUGNO (residenziale per una volta!)

Tutto a Trame questa settimana, gialli, romanzi, nere filastrocche, libri per ragazzi, riviste.

Gli orari? Lunedì 9,30-16,30, dal martedì al sabato invece ci siamo 9,30-19,30.

Vi aspettiamo.

Mercoledì 12 giugno alle 18 in libreria

Fabrizio Silei presenta “Trappola per volpi” (Giunti) e ne parla con Gianluca Morozzi.

In una Firenze fascista dal sapore popolare, arriva una delle coppie di investigatori più sorprendenti e originali del giallo italiano.

«Mi piacciono le trappole, hanno il pregio di far risparmiare un sacco di tempo, ma il difetto di catturare alle volte l’animale sbagliato. Non mi piacciono invece i lacci o le tagliole, perché chi ci finisce non ha scampo, innocente o colpevole, ci lascia le penne o una zampa… quando si tratta di uomini è molto facile che una trappola si trasformi in una tagliola o in un laccio. Bisogna fare attenzione…»

Occhi chiari, baffetti neri, borsalino e soprabito, come un poliziotto del cinema. «Ma questo, santo cielo, sembra un ragazzino appena uscito dall’università!» pensa il tranviere Ettore Becchi scrutando il vicecommissario Vitaliano Draghi, appena giunto sull’argine dell’Arno a verificare la situazione. È l’alba del 3 luglio 1936 e, in una Firenze ancora avvolta nella nebbia, vicino a un vespasiano, l’uomo ha scoperto qualcosa di inquietante: una donna distesa nell’erba, l’elegante vestito macchiato di sangue. Vitaliano sente un’ondata di ansia nel petto: i suoi superiori sono assenti, è il suo primo vero caso, e ancora non sa quanto importante e delicato. La vittima, infatti, è la giovane moglie del senator Bistacchi, vicinissimo al Duce. Vitaliano, che un giorno sì e un giorno no si pente di aver mollato la letteratura per la criminologia, capisce di aver bisogno di rinforzi. Ma non basta un aiuto qualsiasi, serve una mente davvero prodigiosa: quella di Pietro Bensi, il contadino della fattoria nel Chianti in cui è cresciuto. È stato proprio lui, che ha letto tutti i libri della biblioteca del conte e si diletta a costruire complicati marchingegni, a far nascere in Vitaliano la passione per gli enigmi e per le trappole. Perché se vuoi catturare una volpe, devi pensare come una volpe, gli ripete sempre Pietro. Ma ci vuole coraggio per portare un contadino, neanche tanto segretamente antifascista, per le strade e i palazzi di una Firenze dove anche i muri hanno orecchie…
Un giallo di grande atmosfera, con una coppia di detective inedita e curiosa, destinata a entrare nel cuore dei lettori.

Fabrizio Silei, laureato in scienze politiche, ha lavorato per anni come sociologo presso diversi istituti di ricerca dedicandosi soprattutto alle tematiche dell’identità e della memoria. È uno scrittore e illustratore per bambini.
Tiene laboratori di scrittura autobiografica come cura di sé e di scrittura creativa, laboratori per ragazzi e bambini e corsi per insegnanti sulla didattica della creatività.
Nel 2012 con “Il bambino di vetro” vince il Premio Andersen. Nel 2014 vince il premio Andersen come miglior scrittore. Nel 2018 esce “Alice e i Nibelunghi” (Salani).

Gianluca Morozzi è nato nel 1971 a Bologna, dove vive. Ha esordito con il romanzo “Despero” (2001) e ha raggiunto il successo con “Blackout” (2004), da cui è stato tratto un film. Tra i suoi romanzi ricordiamo “L’era del porco” (2005), “Colui che gli dei vogliono distruggere” (2009), “Lo specchio nero” (2015), “Gli annientatori” (2018), “Dracula ed io” e “Bologna in fiamme” (2019).

Giovedì 13 giugno alle 18 in libreria
presentazione del libro di Fernando Guglielmo Castanar “Il postino di Mozzi” (Arkadia).
L’autore dialogherà con Marino Magliani e Mauro Baldrati.

Lui è un uomo metodico. Sa di voler scrivere e lo fa anche con una certa bravura. E pare abbia anche individuato la persona giusta per far emergere le sue doti. Per questo invia sempre le sue proposte letterarie a un genio della letteratura qual è Giulio Mozzi. Purtroppo per l’aspirante scrittore, pare proprio che il grande scout di talenti non riesca mai a dargli una risposta. Anzi, lo ignora del tutto. Un po’ per rivalsa e un po’ per disperazione, lo scrittore mancato decide di accettare quell’incarico da postino che gli era stato offerto, guarda caso proprio nella città in cui vive Mozzi. Per trenta lunghi anni gli consegnerà la posta. Forse non tutta, però. Infatti si riserverà di tenere per sé quelli che gli sembrano i manoscritti più interessanti. E così, il giorno in cui andrà in pensione, spedirà allo scopritore di talenti un bel lavoro antologico, formato di frammenti di romanzi, racconti, lettere e altro materiale, tutto sottratto dalla buca delle lettere di Mozzi.

Fernando Guglielmo Castanar, padre triestino, madre toscana, dopo l’adolescenza nel Nord Est vorrebbe vedere anche come si vive nel Nord Ovest, ma si ferma prima, sulle colline del pavese. Pensionato. Scrittore, ne Il postino di Mozzi ha voluto giocare con le parole e con le pagine dei libri, con i sentimenti degli scrittori, coinvolgendo in questa avventura gli amici della vita reale: Valter Binaghi, Adrián N. Bravi, Giovanni Agnoloni, Claudio Morandini, Riccardo De Gennaro, Matteo Galiazzo, Marco Candida, Giacomo Sartori, Arianna Destito, Nunzio Festa, Franco Arminio, Mauro Baldrati, Mario Bianco, Marco Drago, Francesco Forlani, Carlo Grande, Franz Krauspenhaar, Marino Magliani, Giulio Mozzi, Beppe Sebaste, Riccardo Ferrazzi, Emilia Marasco, Stefano Zangrando, Giorgio Vasta, Alessandro Zaccuri, Alessandro Gianetti, Valentina Di Cesare, Paolo Morelli, Sergio Garufi.

Venerdì 14 giugno alle 18 in libreria
Nicola Lucchi presenta i suoi due ultimi titoli “Filastrocche dell’addio. Sangue e lacrime in celluloide” (BakemonoLab) e Il pallone di cuoio” (Bacchilega) e ne parla con Luca Occhi.

“Filastrocche dell’addio. Sangue e lacrime in celluloide” è una dedica d’amore, una macabra e grottesca serenata alla decadenza dell’età dell’oro di Hollywood. Si tratta di una raccolta di filastrocche macabre dedicate a 17 grandi cineasti e attori del cinema classico americano, morti suicidi per le più svariate ragioni. Le filastrocche, tra umorismo nero e dramma, raccontano la vita dei personaggi fino alla loro triste dipartita. Si tratta di un omaggio al mondo di Hollywood e del cinema in generale, dove artisti quali James Whale, Marilyn Monroe e George Reeves si raccontano o vengono raccontati da voci narranti talvolta ciniche altre volte dolci e appassionate. Ad accompagnare ogni poemetto un’illustrazione dell’artista Nicola Ballarini (Logos, Corraini ecc…) che, lasciando fuori campo l’atto tragico del suicidio, riesce a fissare l’atroce gesto di ogni protagonista in un indelebile bianco e nero privo di figure umane. La scelta della filastrocca non è ovviamente casuale. La semplicità delle rime, così come il ritmo, le ripetizioni e le sonorità offrono infatti al tema cupo del suicidio un tono più rilassato, quasi fanciullesco, e permettono al lettore di scoprire con facilità, vita e morte di alcune delle più grandi star del cinema. 

“Il pallone di cuoio” è un racconto per ragazzi. Emma ha nove anni e la passione per il gioco del calcio, però, ha due problemi, anzi tre: è una femmina, è il 1949, il pallone è solo un mucchio di stracci arrotolati. Il fatto di essere una femmina, in realtà, è solo un problema di chi non la fa giocare, ma vivere subito dopo la guerra è un bel problema per tutti: i soldi non bastano per mangiare, figuriamoci per comprare un pallone da calcio in vero cuoio. Come fare? Emma ha un segreto: ha uno zio che vive in America e gli ha scritto una lettera per farsi regalare un pallone in vero cuoio. E oggi il pacco dall’America è arrivato! Ma il pallone in vero cuoio ha una forma così strana… Il libro è illustrato da Sualzo.

Nicola Lucchi (1981) è laureato in Pedagogia e in Lettere Moderne. Autore di documentari e film, lavora tra Milano e Los Angeles come sceneggiatore e copywriter. Scrive anche recensioni e articoli legati al mondo del cinema, collaborando con riviste quali Nocturno Cinema e Mistero Magazine. Il suo primo romanzo, dal titolo Da un inferno all’altro e vincitore del Festivl Giallo Garda 2015, è stato pubblicato nel maggio 2017 da Betelgeuse Editore. Nell’ottobre 2017, Edizioni EL ha pubblicato il suo primo libro per bambini: Johnny il camaleonte. Il suo secondo libro per l’infanzia, dal titolo L’albero degli stracci, è stato presentato alla Fiera dell’Editoria di Bologna 2019.

Luca Occhi, imolese, è fra i fondatori di Officine Wort, sodalizio imolese che organizza eventi e giochi letterari fra i quali il Romanzo Totale Chi ha ucciso Lucarelli? edito dalla Bacchilega Editore e il concorso Turno di Notte giunto alla XI edizione.
Vincitore diversi premi letterari, una ventina di suoi racconti sono stati pubblicati in antologie. 
Nel 2017 è uscito in libreria “Il Cainita” (Comma21-Damster Edizioni), il suo primo romanzo, che si è classificato al terzo posto nella sezione romanzi editi alla III edizione del Festival Giallo Garda, e nel 2018 il racconto lungo in e-book Tartare (Oakmond Publishing). Il 2019 ha visto la pubblicazione del suo secondo romanzo “Della stessa sostanza del buio” edito nella Collana Zero della Bacchilega Editore.


Sabato 15 giugno alle 12 in libreria
si presenta il secondo numero di Zona Letteraria (Prospero edizioni).

Con questo nuovo appuntamento Zona Letteraria vi parlerà di sport e società, di sport e politica, e di come lo sport possa diventare il termometro attraverso il quale misurare la febbre che attraversa la vita di una comunità in un determinato momento storico. All’interno di questo numero incontrerete alcune discipline (si parla di calcio, basket, alpinismo, atletica leggera, tennis, rugby, ciclismo e persino del quidditch, che nasce traendo spunto dalle leggendarie sfide narrate nella saga di Harry Potter) e diversi modi di leggere – e di scrivere, visto che il nostro principale strumento di indagine è la letteratura – le vicende e le esperienze sportive del passato e di questo nostro burrascoso e confuso presente.

Fra i partecipanti Silvia Albertazzi, Cristina Muccioli, Alberto Sebastiani, Stefano Calanchi, Agostino Giordano, Rudi Ghedini, Giuseppe Ciarallo, Giovanni Marchetti, Luca Cristiano, Luca Gavagna, Paolo Vachino.

NEWSLETTER DAL 3 ALL’8 GIUGNO CON ORARI BIZZARRI (se avete dubbi telefonate prima di passare)

Ecco gli orari:
lunedì mercoledì e sabato dalle 9,30 alle 19,30
martedì giovedì e venerdì dalle 9,30 alle 16,30 per variegate trasferte.
A seguire i nostri incontri a trame e in giro per la città! Vi aspettiamo…

Lunedì 3 giugno alle 18 in libreria

Giovanni Diamanti presenta “Fenomeno Salvini” (Castelvecchi) e ne parla con Donatella Campus.


Matteo Salvini ha reinventato la Lega, portandola dal 3 al 30% in pochi anni. La sua ascesa, da consigliere comunale a figura di punta del governo e dell’area sovranista europea, ha a che fare con diversi fattori. 
La personalità e lo stile di comunicazione diretto e disintermediato; una strategia mediatica costruita con cura, che tiene insieme social network, televisione e presenza sul territorio; l’insistenza su pochi temi-chiave molto sentiti dagli elettori italiani al tempo del populismo, come immigrazione, Europa, pensioni.
Ma chi è, davvero, Matteo Salvini? Come funziona la sua macchina della comunicazione? Qual è il profilo del “nuovo elettore” leghista? Con analisi e dati esclusivi del sondaggio inedito Quorum/YouTrend.

Giovanni Diamanti è cofondatore di Quorum e YouTrend, e stratega della comunicazione specializzato in campagne elettorali. Docente alla Scuola Holden, fa parte del direttivo dell’Associazione Italiana di Comunicazione Politica. Editorialista de Il Gazzettino, collabora come analista politico per Linkiesta.it e Radio Radicale

Donatella Campus è docente di Comunicazione politica e di Modelli di leadership politica presso l’università di Bologna.



Martedì 4 giugno alle 17
presso la Sala dello Stabat Mater alla Biblioteca dell’Archiginnasio a Bologna
“Vent’anni di Q. Sul rapporto tra ricerca storica e narrativa” con interventi di Carlo Ginzburg, Adriano Prosperi e Wu Ming.
L’incontro inaugura la mostra “Come un incendio d’estate secca e ventosa. Vent’anni di Q, un libro rivoluzionario tra storia della stampa e riforma”
Mostra a cura di Marcello Fini e Michele Righini con la collaborazione di Wu Ming.
Bookshop a cura di Trame.

In occasione del ventennale della pubblicazione del romanzo Q di Luther Blissett (Torino, Einaudi, 1999), la Biblioteca dell’Archiginnasio esporrà i propri materiali documentari – testi a stampa, manoscritti, stampe, disegni – riferibili alle vicende narrate nel romanzo e ai personaggi storici che vi compaiono. La mostra sarà anche online con un sito dedicato, in cui saranno presentati, secondo la stessa struttura, i materiali esposti e altri documenti aggiuntivi, alcuni dei quali finora inediti.
Sono previste visite guidate gratuite condotte dai bibliotecari dell’Archiginnasio, curatori della mostra, in collaborazione con Wu Ming.


Giovedì 6 giugno alle 18
alla Fondazione 2000 in Piazza dell’Unità 4 a Bologna
Luca Martini presenta “Mio padre era un comunista“ (Morellini 2019) e ne parla con Luigi Tosiani, segretario della Federazione PD Bologna. Modera l’incontro Alberto Sebastiani, giornalista de La Repubblica.
Bookshop a cura di Trame.

A 30 anni dal 1989 la generazione che ha visto cadere il Muro di Berlino fa pace con i propri padri che vissero l’epoca delle grandi ideologie contrapposte, del Sessantotto e della contestazione. Uomini come tutti, con un grande desiderio di giustizia e tante imperfezioni.
Virginio è un uomo di successo che vive un’esistenza agiata alla guida di una importante azienda meccanica dell’Emilia Romagna. Alla soglia dei 50 anni si ritrova fare i conti con il proprio passato che torna a bussare alla porta con una violenza inattesa: un padre comunista che gli ha insegnato valori ingombranti che non ha mai pienamente condiviso, un’automobile maledetta, segnata dal sangue e da una storia oscura e misteriosa che viene da lontano; una madre assente ma presente nel ricordo e nella capacita di evocare sensazioni e paure non sopite e mai del tutto dimenticate dal protagonista. Un viaggio a ritroso alla ricerca di una redenzione difficile ma necessaria, sconfiggendo ad uno ad uno i fantasmi di quell’infanzia che non è stato capace di combattere da bambino, autentiche ombre paurose e misteriose di una vita trascorsa tra sensi di colpa e desiderio di rivalsa.

Luca Martini (1971), bolognese, è presente in numerose antologie e riviste letterarie, ed è autore di circa trecento poesie, monologhi teatrali, una settantina di racconti, romanzi e favole illustrate. Tra le sue pubblicazioni più recenti: il romanzo Il tuo cuore è una scopa (Tombolini Editore, 2014), le raccolte di racconti L’amore non c’entra (La Gru, 2015) e Manuale di sopravvivenza per bambini invisibili (Pequod, 2018), la raccolta collettiva di memorie Il nostro due agosto (nero) (Tombolini Editore, 2015) e il libro per bambini Il coccodrillo che voleva essere drago (D Editore, 2017). Insieme a Gianluca Morozzi ha curato, tra le altre, le antologie di racconti Più veloce della luce (Pendragon, 2017) e Vinyl – storie di dischi che cambiano la vita (Morellini, 2017). Insieme a Barbara Panetta ha curato l’antologia On the radio – storie di radio, dj e rock’n’roll (Morellini, 2018).

Sempre giovedì 6 giugno a partire dalle 18
in piazza Verdi a Bologna
arriva la quinta edizione di Piazza Letteraria.
Trame supporta il bookshop.

“All’interno di BATTI IL TUO TEMPO festival – VII ed. un’anima pulsante ogni anno con ardore prende spazio: è l’idea della sublime condivisione di esperienze artistiche, è il corpo materiale di chi si mette in gioco per dedicarsi ad uno spazio collettivo, creato dal basso e dai bisogni di tante studentesse e tanti studenti che nelle aule universitarie a volte si sentono soffocare, dove idee ed esplosioni di senso hanno bisogno di riversarsi nelle piazze e nelle strade.
Abbiamo bisogno di raccontare e di essere raccontati, di porre al centro quelli che sono i nostri discorsi: la crisi, l’ondata di eventi politici, lo scatenarsi della bestia razzista, l’ascesa al governo di lega e 5 stelle, la risposta delle tanti e dei tanti attraverso i movimenti sociali, il femminismo, la transizione ecologica e la questione ambientale.

Ogni attore in campo ha un suo posto e chi scrive, chi recita, chi suona ha una sua modalità di rappresentare tutto ciò. Nel costruire nuove narrazioni abbiamo bisogno di un luogo che ci rappresenti, che sia orizzontale e trasversale. Piazza Verdi negli anni ha ospitato molte e molti di noi nelle più svariate forme: incontri pubblici, assemblee, eventi musicali e culturali, manifestazioni politiche.
Una piazza, un evento culturale costruito dal basso, per la città e nella città che respira crediamo che possa essere una parziale risposta alle esigenze di chi vive una zona sempre più sotto i riflettori della governance, che fendendo a colpi di riqualificazione e tentativi di gentrificazione pretende di trasformare un luogo in cui ogni giorno costruiamo percorsi di socialità, condivisione di saperi e proposte culturali, espressione di una zona universitaria eterogenea, che parla lingue e dialetti differenti, in continuo movimento, un bacino di bisogni e desideri.
Il 6 giugno questa poliforme intenzione di narrazione si alternerà in tante voci, dalle 18 alle 00 scrittori e scrittrici, musicist*, teatranti, studenti e studentesse, poeti, attori e attrici, dj’s, rapper si susseguiranno in performance/reading di 10-15 minuti ciascun*.
Durante l’iniziativa troveranno spazio anche case editrici indipendenti e librerie, incursioni artistiche ed esposizioni di ogni tipo.

Sabato 8 giugno alle 14,30 in libreria
si chiude la stagione primaverile di “letture sul sofà”, e il percorso nella letteratura giapponese, con il libro “Maschere di donna” di Enchi Fumiko, edito da Marsilio.
L’incontro è come sempre aperto a tutti.
Per chi volesse fare i “compiti delle vacanze” la lettura prevista per settembre è “Viaggio alla fine del millennio” di Abraham Yehoshua (Einaudi).


Sempre sabato 8 giugno alle 18
Dario Pontuale presenta “Certi ricordi non tornano” (CartaCanta) e ne parla con Valentina Ruvoli.


La Fortezza è una fabbrica di liquori ormai in disuso, compressa fra il Barrio e il Fiume. Tra i palazzi del quartiere periferico svetta il civico 49, ultimo baluardo di resistenza nei confronti della Panopticon, la società proprietaria dell’impianto che vorrebbe trasformare in un moderno centro commerciale. È qui che Michele, sedici anni, viene sorpreso a scrivere una grossa O con una A all’interno su un muro dell’edificio da Alfiero, un condomino con gli occhiali alla Pertini.
“L’inizio è insolitamente conradiano – un uomo cade in mare mentre un’onda si abbatte su una scialuppa. Ma subito una parola incrina, o semplicemente dissona, nell’immagine quasi sovratemporale da romanzo d’avventura di mare. È una parola ipercontemporenea: “resilienza”. Utile a leggere l’intero romanzo come una meditazione narrativa sul tema, o meglio ancora: un racconto lungo in cui lampeggia quel lemma come la chiave di un enigma.” (dalla prefazione di Paolo Di Paolo).

Dario Pontuale (Roma, 1978): scrittore, critico letterario e studioso di letteratura Otto-Novecentesca. Autore dei romanzi La biblioteca delle idee morte (2007), L’irreversibilità dell’uovo sodo (2009), Nessuno ha mai visto decadere l’atomo di idrogeno (2012), Certi ricordi non tornano (2018) e del racconto I dannati della Saint George (2015). Della biografica critica Madame Bovary di Gustave Flaubert: L’intramontabile Emma (2013), Il baule di Conrad (2015), Le malle de Joseph Conrad – Edition Zeraq, Bordeaux, (2016), La Roma di Pasolini (2017) e della raccolta di saggi Ciak si legge (2016) e Una tranquilla repubblica libresca (2017). Ha curato edizioni di Flaubert, Maupassant, Zola, Musil, Stevenson, Melville, Conrad, Svevo, Salgari, Tolstoj, Puskin, Cechov. Co-autore del documentario indipendente P.P.P. profezia di un intellettuale.
Fondatore, insieme a Paolo Di Paolo, della rivista letteraria Passaporto Nansen, collabora con la rivista salgariana Il corsaro nero.

NEWSLETTER DI FINE MAGGIO

Arriva l’ultima settimana di maggio; il tempo sarà più variabile che mai, e offriamo una ricca scelta di romanzi con una pausa fiabe!

Ci si vede da Trame, anche di lunedì pomeriggio!

Lunedì 27 maggio alle 18 in libreria

Lorenzo Moretto presenta “Una volta ladro, sempre ladro” (Minimum Fax) e ne parla con Danilo Soscia.



11 giugno 1994: Lorenzo Moretto, ventenne di buona famiglia che si divide tra lo studio, lo sport e le ragazze, sta pranzando in casa col padre Giovanni in pausa dal lavoro. Sei uomini della Guardia di Finanza di Milano bussano alla porta dei Moretto, interrompono il pranzo: hanno un mandato di perquisizione e un ordine di cattura e custodia cautelare per il padre. Le ipotesi di reato sono molto gravi: frode fiscale, riciclaggio, persino traffico d’armi. Nella notte Giovanni Moretto viene portato in carcere, a San Vittore. Ci resterà sei mesi.
Nell’estate del 1994 Lorenzo smette di essere un ragazzo, si ritrova con la madre e il fratello ad affrontare situazioni che mai avrebbe previsto e prende coscienza dei vincoli che la realtà impone sulle nostre scelte. Ma, sopra ogni cosa, cerca di comprendere cosa abbia fatto suo padre: non può essere colpevole di quanto l’accusano, ma è del tutto innocente? Si è forse immischiato in operazioni ambigue e disoneste? Oppure è vittima di un errore degli inquirenti, tutti tesi a trasformare in abilissimo trader internazionale un contabile di paese?
Nell’Italia di Tangentopoli divisa tra fazioni, dove sta la linea che divide il vero dal falso? Cos’è giustizia e cosa arbitrio? Chi è vittima e chi carnefice? Queste domande pesano ancora di più su Lorenzo, perché per isolare la sua famiglia sono stati sufficienti il sospetto e l’accusa. Perché la vita normale non tornerà mai più.



Lorenzo Moretto è nato a Monfalcone nel 1971, e vive a Milano, dove svolge la professione di attuario. “Una volta ladro, sempre ladro” è il suo primo romanzo.

Danilo Soscia (1979) vive a Pisa. Ha pubblicato le raccolte di racconti “Condomino” (Manni, 2008) e “Atlante delle meraviglie (Minimum Fax 2018). 
Come studioso di letteratura e di Asia Orientale ha curato il volume “In Cina” (Ets, 2010) e realizzato lo studio “Forma Sinarum: Personaggi cinesi nella letteratura italiana” (Mimesis, 2016).



Martedì 28 maggio alle 18 in libreria
Elisa Binda e Mattia Perego presentano “Fiabe straordinarie per famiglie non ordinarie”, illustrato da Leandra La Rosa per Einaudi ragazzi, e ne parlano con Angela Catrani.

Una principessa con i genitori separati, una famiglia allargata di folletti, un elfo adottato da una coppia di orchi, un mostrino e la sua mamma single lavoratrice…
Dieci fiabe per raccontare ai bambini che tutte le famiglie sono magiche!

Elisa Binda e Mattia Perego sono due copywriter, marito e moglie. Elisa si laurea in Lingue e Letterature Straniere, Mattia in Lettere Moderne ed entrambi frequentano un Master in Copywriting. Lavorano in pubblicità da più di dieci anni, a Milano, Dubai e Zurigo. Hanno due gattone che li seguono nelle loro avventure in giro per il mondo. Si conoscono dal 2001 e scrivono insieme dal 2018. Per tutti sono solo Eli e Tia.

Angela Catrani vive e lavora a Bologna. Editor freelance, lavora principalmente per Bacchilega editore di Imola, per cui cura la collana Junior. Ha tre figli, un compagno meraviglioso, è una lettrice appassionata e instancabile. Fa parte della redazione della Rivista on line Libri Calzelunghe, che si occupa di Letteratura per bambini e ragazzi.

Mercoledì 29 maggio alle 18 in libreria

Gianluca Morozzi presenta “Bologna in fiamme” (Battaglia) e ne parla con Alessandro Berselli, autore di “La dottrina del male” (Elliot, 2019).
L’incontro proseguirà dalle 19 in poi presso una località segreta ove si potrà importunare l’autore con domande e aperitivi.

A Los Angeles è la Notte degli Oscar e il regista italiano Achille Cordova vince a sorpresa la statuetta del Miglior film straniero. Nelle stesse ore a Bologna, Vasco Vitale, ex studente del DAMS, ora trentacinquenne professore nelle scuole medie, grasso, calvo e scapolo, sta guardando alla tv il suo idolo di sempre, il regista Achille Cordova, ricevere il più alto riconoscimento che un cineasta possa sognare e, quando la telecamera inquadra l’uomo a fianco di Cordova, Vasco lo riconosce: è il suo compagno di liceo, Simone Bianchi… e subito si domanda: cosa cazzo ci fa quella checca di Simone Bianchi di fianco al suo idolo nella Notte degli Oscar?
Intanto, a Marradi, nella casa di Achille Cordova, si consuma un efferrato delitto: la seconda moglie del regista, la giovane e graziosa Marianna, in procinto di partorire, viene uccisa. Da allora in poi, le vite di Achille Cordova, della sua troup e di Vasco Vitale non saranno più le stesse…
Un thriller intenso dall’inizio alla fine, un incastro spettacolare di fatti e personaggi che evidenziano, ancora una volta, le grandi doti nella costruzione di intrecci di Gianluca Morozzi.

Gianluca Morozzi è nato nel 1971 a Bologna, dove vive. Ha esordito con il romanzo Despero (2001) e ha raggiunto il successo con Blackout (2004), da cui è stato tratto un film. Tra i suoi romanzi ricordiamo L’era del porco (2005), Colui che gli dei vogliono distruggere (2009), Lo specchio nero (2015), Gli annientatori (2018), Dracula ed io (2019).



Venerdì 31 maggio alle 18 in libreria
Claudio Coletta presenta “Prima della neve” (Sellerio) e ne parla con lo scrittore e fotografo Claudio Guerra.

Chiara, insegnante, mezz’età, vita professionalmente appagata e privatamente tranquilla, viene informata che suo fratello Michele è scomparso durante un soggiorno tra le montagne delle Alpi Cozie. Sul posto ritrova Simone, vecchia fiamma, che si è ritirato a fare l’allevatore in quelle valli occitane con il figlio Davide, un bambino a cui Chiara presto si affeziona. Simone aveva un legame forte, complicato, con Michele, cementato in anni di estremismo politico. Anni che Chiara ripercorre e rivive per lampi di memoria; anni, benché difficilmente giustificabili con il criterio dell’etica pubblica, di grande significato esistenziale. Simone, brillante studente di chimica e, da giovane, sensibile musicista, ne ha pagato tutte le conseguenze; con Michele invece il destino era stato più benevolo.
Quando viene trovato il suo cadavere, precipitato in un burrone d’alta quota, il verdetto è incidente o suicidio. Ma Chiara non si acquieta e cerca, tra ricordi, rimpianti e rivelazioni, la verità. E questa viene con la prima neve.
 Come gli altri di Claudio Coletta, questo libro è un racconto sommesso, quotidiano, che avvolge il dramma del tradimento in atmosfere malinconicamente naturali, e solleva tragedie passate, trasfigurate dal tempo in ironie della vita.

Claudio Coletta (Roma, 1952) è cardiologo e docente a contratto presso l’Università degli Studi di Roma «La Sapienza». È stato membro della giuria internazionale del Roma Film Festival 2007. Con Sellerio ha pubblicato Viale del Policlinico (2011), Amstel blues (2014), Il manoscritto di Dante (2016) e Prima della neve (2019).

NEWSLETTER Dal 21 al 25 maggio a Trame e in giro (e con It.a.cà Festival del turismo responsabile)

La nuova settimana è fatta di saggi e poesia, con alcune trasferte.

Vi aspettiamo, in giro e a Trame anche per It.a.cà Festival del turismo responsabile!

Ultimi giorni per la bella mostra che ci accompagna da mesi con Ninamasina e La pipettenoir, se volete acquistare le loro opere e i quaderni è l’ultima occasione. Che poi arrivano le foto di Laura Frasca…

Martedì 21 maggio alle 18 in libreria
Lia Celi e Andrea Santangelo presentano “Le due vite di Lucrezia Borgia. La cattiva ragazza che andò in Paradiso” (UTET).

Se Leonardo Da Vinci avesse progettato una macchina del fango, non sarebbe stata più perfetta e duratura di quella scatenata contro la figlia di papa Alessandro VI e di Vannozza Cattanei. Eppure è grazie a tutto quel fango che, dopo 500 anni, si parla ancora tanto di lei. Moglie e madre esemplare, protettrice dei poveri e luminosa ispiratrice di artisti e poeti, di cui parlano gli scrittori coevi, o quella che tutti amiamo odiare, l’incestuosa seduttrice dal veleno facile, che traduceva al femminile i vizi di suo padre e di suo fratello Cesare, il famigerato Valentino? Una cosa è certa: per diventare un mito inossidabile, per ammaliare gli intellettuali di ogni epoca, da Ariosto a Byron, da Hugo a Dario Fo, per inchiodare il pubblico alla poltrona tanto in un melodramma di Donizetti quanto in una serie tivù, non basta avere i capelli biondi più celebrati del Rinascimento, ci vogliono il carisma di una diva e la tempra di un condottiero. Fra citazioni pop e impeccabili riferimenti storiografici, fra gossip d’epoca e ricostruzioni alla CSI, rivivremo la straordinaria parabola di una donna irregolare fin dalla nascita, bella e contesa come l’Italia del suo tempo, opportunista e ingegnosa come gli italiani di ogni epoca.
I veleni? Ci sono, ci sono. Niente paura: in questa biografia di Lucrezia Borgia l’unica vittima è la noia.

Mercoledì 22 maggio alle 18 in libreria
per Paesaggi di poesia 2019 a cura di Sergio Rotino
Off-Topic 3. Luciano Mazziotta presenta “Posti a sedere” (Valigie Rosse) e dialoga con Lorenzo Mari e Sergio Rotino.

Giunto con “Posti a sedere” alla sua terza raccolta, Luciano Mazziotta mostra di aver raggiunto una prima, nitida maturità espressiva.
Non solo per la grande compostezza formale con cui vengono costruiti i singoli testi, ma soprattutto per la forte tessitura ritmica che si muove attraverso fratture, sincopi, reiterazioni di parole e di concetti quasi a costruire un poema unico.
È un modo di operare sulla pagina tipicamente contemporaneo, capace di scatenare nelle cinque sezioni in cui Mazziotta ha diviso il suo lavoro una tensione drammatica, che proprio il contemporaneo racconta.
Quanto appare in “Posti a sedere” è l’umanità più che l’uomo trasformata in ospite di vari ambienti, siano essi la casa, la Cripta dei cappuccini o palazzo Abatellis a Palermo. Un ospite però fantasmatico, che infesta soprattutto se stesso perché non vive in contemporanea con il passare del tempo né con lo svolgersi degli eventi, bensì ai lati, mai dentro mai definitivamente altrove. L’umanità che Mazziotta mette così in scena attraverso un muoversi fra prima e terza persona plurale non appare conscia di questo suo status, ma è solo capace a dichiararlo. A tal punto da ammettere che «quello che accade ci accade di spalle». Non la coinvolge né la tocca.
Mazziotta tematizza questo, che pare essere il corredo genetico tipico della generazione dei trentenni, rendendolo metafora della disgregazione sia della sfera privata, quanto di una sfera più prettamente politica. È venuto meno il collante fra privato e politico, sembrano dire i testi di “Posti a sedere”. Svanito questo, svanisce la spinta al fare, la stessa propulsione a esistere. Quello che si può fotografare appare perciò unicamente come «un albero genealogico dai rami sterili».

Luciano Mazziotta (Palermo, 1984) vive a Bologna e insegna Letteratura italiana nei licei. Ha pubblicato altre due raccolte di poesia prima di «Posti a sedere», la penultima si intitola «Previsioni e lapsus» (Zona, 2014). Suoi testi sono apparsi su vari litblog e su riviste cartacee, in Italia e all’estero.

In trasferta sempre mercoledì 22 maggio alle 17,30 

presso il Centro delle Donne Biblioteca italiana delle Donne in via del Piombo a Bologna

incontro con Gianluigi Bovini, demografo, autore di “Bologna oltre il PIL” (Il Mulino 2019), Silvia Giannini, economista, e Valentina Bazzarin, ricercatrice.

Bookshop a cura di Trame.


Il 25 settembre 2015 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Articolata in 17 obiettivi e 169 target, che definiscono traguardi da raggiungere entro il 2030, l’Agenda considera quattro diverse forme di capitale – economico, naturale, umano e sociale – il cui depauperamento compromette l’equilibrio fra le risorse a disposizione della generazione attuale e quelle da riservare alle generazioni future. Uno degli obiettivi fondamentali dell’Agenda viene definito nel Goal 5, riservato alla parità di genere. La Dichiarazione approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite afferma “Noi immaginiamo un mondo in cui ogni donna e ogni ragazza può godere di una totale uguaglianza di genere e in cui tutte le barriere all’emancipazione (legali, sociali ed economiche) vengano abbattute. Un mondo dove vi sono pari opportunità per la totale realizzazione delle capacità umane e per la prosperità comune”. A che punto siamo a Bologna e in Emilia-Romagna nel percorso necessario per raggiungere questo decisivo obiettivo, che ha carattere trasversale rispetto a molti altri Goal dell’Agenda? L’iniziativa si propone di dare alcune risposte a questa domanda, partendo dall’esame degli indicatori adottati da Eurostat e da Istat per il monitoraggio dell’Agenda nell’UE e in Italia.


E ancora mercoledì 22 maggio alle 18 

in Sala incontri alla Biblioteca Salaborsa in piazza del Nettuno a Bologna

Renato Barilli presenterà “Distici Distanti poesie 2014-2018”, l’ultimo libro di poesie di Enzo Minarelli.

Bookshop a cura di Trame.



La parola ad hoc ispirata dalla musa è la guida e il fine di questa raccolta di poesie, che segue O’ grande ventre dell’onda, poesie 2002-2006 e Sterzine poesie 2009-2013.

Enzo Minarelli ha iniziato a pubblicare poesia lineare sul finire degli anni Settanta con le storiche edizioni Geiger. Nonostante abbia intrapreso anche altre strade sperimentando la poesia sonora, la performance, la videopoesia, la poesia visuale, non ha mai dismesso la pratica della scrittura.
 


Sabato 25 maggio dalle 10,30
in occasione di It.a.cà Festival del turismo responsabile 
parte dal Mercato di Mezzo in Via Clavature 12 a Bologna
un percorso esperienziale “Alla ricerca degli Spaghetti alla bolognese” per ricostruire il fake food più diffuso al mondo
cura di Mario Mormile, Libreria Trame, Centro Giorgio Costa
Il passaggio in libreria verso le 11,30 
Per info e prenotazioni la mail è mario.mormile(at)gmail.com



E sempre sabato 25 maggio alle 18 in libreria
inaugurazione della mostra di Laura Frasca “Neglected Roots” (InnoVibe Magazine)

Il tema affrontato in questa mostra e nel libro che l’accompagna è la scomparsa, sempre più rapida, della foresta del Borneo.
Questo importante evento purtroppo sta passando in sordina, e chiudendo gli occhi davanti a questo scempio stiamo negando le nostre stesse “radici” che ci danno sostentamento ed ossigeno.
Cosa comporta nell’immediato la scomparsa della foresta?
In primis l’estinzione di flora e fauna endemici. I grandi primati, gli oranghi (Pongo) e le nasica (Nasalis larvatus) sono i primi ad esserne colpiti, per non parlare delle conseguenze sull’intero ecosistema.
I Dayak, conosciuti in occidente come i tagliatori di teste, deputati da sempre al compito di proteggere la foresta, si stanno sempre più omologando alla globalizzazione ed arrendendo alla furia cieca delle multinazionali e quindi irrimediabilmente alla perdita della foresta.
Il progetto vuole aiutare il Tanjung Puting National Park ad essere conosciuto e supportato, un parco protetto che per volere di Birutè Galdikas, famosa primatologa, protegge gli oranghi dall’estinzione, attraverso la Orangutan Foundation.
Il racconto fotografico che si sviluppa in 190 pagine è accompagnato da tre articoli di Emanuela Corazzi, Cristian Arnoldi e Mauro Orletti.

Dice di sé Laura Frasca: “Sono una fotografa: le mie storie sono i miei progetti fotografici, la mia tastiera è la mia macchina fotografica, le mie matite sono le mie lenti.
Sono una viaggiatrice: prendo al volo ogni singola opportunità per iniziare un viaggio in tutti gli angoli del globo, in particolare nei siti più sconosciuti, non sviluppati e persino dimenticati. Le mie storie parlano di persone, fatti e luoghi in cui il fattore chiave che sostiene i miei sforzi è rappresentato da un aspetto sociale, culturale ed etico.
La natura è la mia panacea: è in grado di alleviare i miei problemi e mitigare il mio umore. È un’ancora di salvezza per il corpo e per la anima, crea su di me un effetto catartico che mi riporta alle mie radici, al mio passato, alle mie origini. Mi piace aver la possibilità di scoprire luoghi e paesaggi remoti, per raggiungere uno stato d’animo zen che mi permette di riconnettermi con i miei pensieri reconditi ed ottenere una riconciliazione con il resto del mondo, mi dona armonia e pace”.

NEWSLETTER da lunedì 13 a sabato 18 maggio (e pausa Salone del Libro)

Trame va a Torino al Salone Internazionale del Libro.

Chiude venerdì 10 alle 16,30 e riapre lunedì 13 alle 10, partendo con una settimana intensa di incontri, anche internazionali, e di trasferte.

Vi aspettiamo!

Lunedì 13 maggio alle 18 in libreria
presentazione del libro di Dario Campagna e Giuseppe Angelo Fiori “Salvini/Di Maio, una graphic novel” (Becco Giallo 2019).
Dario Campagna dialogherà con il giornalista Rosario di Raimondo di Repubblica Bologna.

Un libro a fumetti ispirato ad una storia vera. Anzi, due. Un flipbook: da una parte la storia di Matteo Salvini e della Lega, dall’altra quella di Luigi Di Maio e del Movimento 5 Stelle. La biografia scritta e disegnata dei due politici più influenti del momento.
Matteo Salvini è uno che ha fatto la gavetta. In sezione, al consiglio comunale, in radio. Ha capito come diventare il centro del dibattito. Ha imparato a muoversi al momento giusto. È così che ha conquistato la Lega Nord, trasformandola in un partito fatto a sua immagine e somiglianza.
Luigi Di Maio è un politico nato. In pochi anni, da semplice studente universitario è passato al ruolo di Vice presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana. E il Movimento 5 Stelle è l’unico partito attraverso il quale avrebbe potuto realizzare questa incredibile scalata.
Com’è fatto? Testi, disegni, infografiche: un po’ racconto, un po’ articolo giornalistico, un po’ storia a fumetti. La nostra fonte di ispirazione principale sono le biografie disegnate del giornalista americano Ted Rall: le storie di Donald Trump, Bernie Sanders, Edward Snowden e Papa Francesco.

Dario Campagna nasce a Palermo nel 1984. Si laurea in comunicazione a Urbino. Giornalista pubblicista dal 2011, nello stesso anno viene chiamato dal vignettista Vincino a partecipare alla redazione del settimanale di satira Il Male di Vauro e Vincino, poi chiuso nel 2013. Facendo tesoro dell’esperienza in quella testata, prettamente disegnata, comincia a disegnare da autodidatta.
Da allora, ha collaborato/collabora per campagne di comunicazione, illustrazioni, vignette, strisce e reportage a fumetti con Greenpeace, WWF, CGIL, La Stampa, Il Foglio, RadioTelevisione Svizzera, Novella2000 e altre testate e realtà indipendenti, spaziando dalla politica all’attualità, dal gossip alla satira di costume. Per il resto, sforna vignette e storielle sgangherate autobiografiche e su qualunque cosa gli passi per la testa, da dare in pasto ai social network.

Giuseppe Angelo Fiori è nato a Sassari nel 1983. Laureato in lettere alla Sapienza di Roma, è stato giornalista e autore satirico per l’Unità e per il Male di Vauro e Vincino. Nel 2012 crea la pagina Facebook il Coinquilino di Merda, che nel 2014 diventa un libro per Mondadori Electa (in Spagna lo pubblica Errata Naturae). A Milano lavora nel marketing e nella comunicazione web. Poi parte in viaggio nel sud-est asiatico per circa due anni: in questo periodo scrive numerosi libri come ghost writer e una miniserie di tre ebook su adolescenza e videogames: Giochi Vecchi. Oggi vive in Belgio, a Bruxelles.

Mercoledì 15 maggio alle 18 in libreria
Donatella Ferrario presenta “Sconfinare. Un viaggio alla ricerca dell’altro e dell’altrove” (San Paolo). Prefazione di Furio Colombo. Postfazione di Nello Scavo.
L’autrice ne parla con Angela Caporale.

Un libro di incontri. Conversazioni sul tema del confine come luogo di incontro/scontro, di attraversamento, in senso non solo geografico ma anche linguistico, ideologico, generazionale e culturale; dialoghi su temi come identità, appartenenza, limite. Un romanzo in veste di saggio per mostrare come i significati non si trovino nell’eclatante ma, al contrario, nelle piccole cose, nei moti dell’animo che hanno segnato le tante vite qui chiamate a raccolta.
Trascorrere la vita è “attraversare la frontiera” nelle sue varie declinazioni, l’autrice dialogando con personalità che a vario titolo se ne sono occupate nella propria ricerca letteraria, artistica o scientifica, scorre come un fiume tra luoghi e strade, incontrando Antonia Arslan, Claudio Magris, Abraham Yehoshua, Eugenio Borgna, Uliano Lucas, Pap Khouma, José Tolentino Mendonça. E ancora Paolo Rumiz e, in un contributo postumo e inedito, la grande figura del regista e drammaturgo Giorgio Pressburger. Barriere, nomadismo, tradizioni, confini, culture e lingue sono la guida di questo viaggio che si perde nella vecchia Europa e arriva al nostro contemporaneo proponendoci un ideale futuro.



Donatella Ferrario, milanese, dopo gli studi in Filosofia si è orientata verso discipline psicologiche/psicoanalitiche, con particolare attenzione alla Psicologia dello Sviluppo. Giornalista professionista, caporedattrice di un sito online di cinema e intrattenimento, per anni si è occupata di critica cinematografica, seguendo i più importanti festival nazionali e internazionali. Attualmente collabora con i Periodici San Paolo con articoli e interviste a personaggi del mondo della cultura. Cura la rubrica “Frammenti” del mensile Jesus. È autrice, con Fabrizio Pesoli, di Milano Multietnica. Storia e storie della città globale (Meravigli edizioni, 2016).


Angela Caporale nasce in Friuli Venezia Giulia nel 1990, dal 2012 vive e lavora a Bologna. Giornalista freelance, SEO copy e social media manager collabora, tra gli altri, su Voci Globali, SocialNews, Ghigliottina, City Sport, Articolo 21, Comune.info, Frontiere News, Redattore Sociale. Su The Bottom Up, di cui è direttrice responsabile dal 2017, racconta storie di diritti negati, coordina la sezione Diritti umani, partecipa alla pianificazione strategica dei social media e all’organizzazione di eventi e media partnership.



Giovedì 16 maggio alle 18
presso la Biblioteca italiana delle Donne/Centro delle Donne di Bologna 
In Via del Piombo 5/7
Emanuela Piga Bruni presenta “La lotta e il negativo. Sul romanzo storico contemporaneo” (Mimesis, 2018).

Rita Monticelli (Università di Bologna) e Cristina Demaria (Università di Bologna) dialogano con l’autrice.
Bookshop a cura di Trame.

Tra i generi più ampi e trasversali della letteratura, il romanzo storico gode ancora oggi di grande fama, annoverando titoli che sovente figurano in cima alle selezioni dei premi letterari più prestigiosi e riscuotendo il consenso della critica quanto quello dei lettori. Queste opere presentano una varietà che spazia da forme disimpegnate a produzioni più ambiziose. Oggi in Italia, Francia e Inghilterra incontriamo romanzi storici attraversati da temi e questioni politiche attuali, le cui radici risiedono nel lato in ombra della Storia ufficiale. Sono racconti di resistenza o di rimozione di eventi traumatici, dalla Shoah al colonialismo, che richiedono una nuova narrazione e interrogano il nostro presente. A raccontarle, autori come Laurent Binet, Jonathan Littell, Laurent Mauvignier, Wu Ming, Helena Janeczek, Andrea Scurati, Gabriella Ghermandi, Andrea Levy, Martin Amis.

Il recupero di memorie perdute e vite sommerse, la lettura critica dell’archivio, l’utilizzo della polifonia nella narrazione e il racconto dell’inconscio politico costituiscono temi e pratiche narrative condivisi e cruciali. Tra letteratura, storia e psicoanalisi, questo libro è un percorso critico attraverso piccole epopee e meditazioni della vita offesa, attualità della rivoluzione e disagio della civiltà. Con l’analisi dei modi di vedere e dei modi di pensare, l’autrice riflette sulla rappresentazione nel romanzo storico contemporaneo della lotta e della sua impossibilità, il male agito e subìto.


Venerdì 17 maggio alle 18 in libreria
John Smolens presenta “Margine di fuoco” (Mattioli 1885) e ne parla con Alberto Sebastiani e Arianna Piazzi Ricci.

“Margine di fuoco” racconta la storia dell’estate in cui Hannah e Martin tentano di ricostruire la loro vita. Si incontrano per caso, si innamorano, e decidono di restaurare una vecchia casa sul lago.
Le cose si complicano quando Sean Colby ritorna in città dopo essere stato congedato dal servizio militare. Hannah è la sua ex fidanzata e la tensione cresce giorno dopo giorno.
Scritto in una prosa ricca e piena di grazia, questo romanzo carico di suspense è allo stesso tempo un’emozionante storia d’amore, vendetta e rinascita, a cui fa da sfondo la bellezza incontaminata di uno dei grandi mari interni d’America, il Lago Superiore.

Sullo sfondo della bellezza incontaminata del Lago Superiore, smolens racconta di amore, vendetta e rinascita in un thriller emozionante e magistrale. smolens è uno scrittore unico e dotato che riesce a catturare con eguale destrezza il mondo esteriore e quello interiore. andre dubus III

“Un grande scrittore, con una profonda conoscenza della parte malata dell’essere umano”. Jim Harrison

John Smolens insegna alla Northern Michigan University dal 1996. Ha pubblicato nove romanzi e una raccolta di racconti (My One and Only Bomb Shelter). È stato nominato per il premio Pulitzer e il National Book Award e il Detroit Free Press ha selezionato Margine di fuoco come miglior libro dell’anno.

Sabato 18 maggio alle 18 in libreria
per Paesaggi di Poesia 2019 rassegna curata da Sergio Rotino
Evelina De Signoribus presenta “Le notti aspre (Il Canneto) e ne parla con il poeta e critico Vito Bonito.

Evelina De Signoribus per Le notti aspre, sua seconda raccolta poetica, utilizza un tono misurato, di relativa pacatezza formale. Richiamo a una tradizione poetica forte, ma anche a un voler narrare quello che lei stessa ha definito “una storia di uomini, anime e animali, una loro possibile riconciliazione”, in modo nitido, senza infingimenti.

L’autrice marchigiana infatti, pone al centro di questo suo libro una riflessione articolata e matura proprio sul principio dell’esistere, del chi siamo nei confronti della natura, del come ci rapportiamo con essa e del come, forse, ci dovremmo rapportare. È quindi logico pensare che e notti aspre di cui nel titolo siano praticamente un riferimento ai nostri tempi, alla notte, al buio onnipresente che si sta attraversando.
Il buio ci avvolge perché abbiamo perso quella luce particolare che è luce morale ed etica. La ferita che questo ci ha inferto, ha bisogno di un medicamento.
Le cinque cinque sezioni de Le notti aspre, pubblicate a distanza di nove anni dalla prima raccolta Pronuncia d’inverno, ribadiscono la ricerca del medicamento più che della cura.
Sono un viaggio, attraverso i momenti di maggiore oscurità naturale (sono le notti comprese tra Natale ed Epifania), alla ricerca di un sentimento e di un pensare che ci definisca come umani. Un sentimento non propriamente panteista, ma che tenga conto di un qui come di un altrove.
Immaginato “vicino casa e altrove, nel silenzio della natura, nel suo grido inaudito e nel suo boato improvviso”, il racconto de Le notti aspre cerca di aprirsi a una purezza del sentire che non contrapponga obbligatoriamente un esterno a un interno; a un tentativo di nominare quanto ancora non si conosce pienamente per comprendere l’uomo contemporaneo, il suo agire fuori di sesto, e in questo modo poter intravvedere un “precario passaggio” verso un nuovo sorgere del giorno.

Evelina De Signoribus si è laureata in Letteratura Italiana Contemporanea presso La Sapienza di Roma con una tesi sulla poesia di Paolo Volponi. Alcune sue sequenze poetiche sono apparse su «Nuovi Argomenti», «Il Caffè illustrato» e nelle antologie 12 Poetesse italiane (Nuova Editrice Magenta, 2008) e Jardines secretos Joven PoesÍa Italiana (SIAL Ediciones, 2008). Ha pubblicato il quaderno di racconti La capitale straniera (Quodlibet, 2008) e la raccolta di poesie Pronuncia d’inverno (Canalini e Santoni, 2009).