NEWSLETTER dal 4 al 9 maggio (con aperture speciali, strani orari e fuga a Torino)

Eccoci di nuovo!

Trame sarà aperta anche lunedì 6 e giovedì 9 maggio fino alle 19,30 ospitando due presentazioni.

Mercoledì 8 farà una lunga pausa, dalle 12,30 alle 17,30, poi ospiterà un altro incontro alle 18,30.

Venerdì 10 maggio chiuderemo alle 17 per fuga a Torino…

Speriamo di avervi con noi, la proposta è davvero ricca! E perdonate gli orari bizzarri…

Sabato 4 maggio alle 12 a Trame
Franco Foschi e Maurizio Matrone presentano “Lassù all’inferno” (Laurana Editore, collana Calibro 9, Vincitore Premio NebbiaGialla).
In collaborazione con l’Associazione PerWilma.

Il libro nasce da una chiacchierata fra due scrittori, amici da vent’anni, e da una domanda: perché non scrivere insieme qualcosa?
Presa la decisione Franco Foschi e Maurizio Matrone scelgono di partire da una comune, grande passione: quella per Derek Raymond e i suoi tormentati poliziotti.

In un momento storico segnato dai crimini della famigerata Uno bianca, giunge un’ambigua segnalazione alla Ditta, la divisione speciale in seno alla questura di Bologna. Da sei mesi a Borgo Malpozzo, un paese della bassa romagnola, nessuno ha più visto l’affascinante e influente Hannah Schultz. Nessuno, nemmeno il figlio Marlon, che la sa in Germania per curarsi e ne ha denunciato la scomparsa. Eppure qualcosa è cambiato: la grande villa della donna, che ha conosciuto i fasti della mondanità, è in rovina quanto il figlio che la abita. L’ispettore Terra, l’investigatore più irascibile della storia della polizia, viene inviato nella bassa per cercare di capirci qualcosa. Affaristi senza scrupoli, sbirri infedeli, delinquenti di provincia e persone molto, molto umane. Terra, come sua abitudine, si scontrerà con tutti, con mille sorprese e un tuffo nell’orrore che lo costringerà a scavare nel suo passato.

Franco Foschi, pediatra e scrittore, dopo l’esordio con sceneggiature radiofoniche e racconti, ha pubblicato più di venti libri di narrativa e saggistica, tra cui “La Formazione dello scrittore” (Laurana, 2015), “Black Comedy” (Todaro, 2018) e “La trilogia del tempo inesorabile” (Laurana, 2017) scritto con Guido Leotta e disponibile in e-book. Ha condotto la rubrica televisiva di interviste a scrittori “Leggere negli occhi” (consultabile sul portale www.arcoiris.tv).

Maurizio Matrone è coach, scrittore e consulente sui temi della narrativa d’impresa per AdActa Consulting. Dopo una ventennale esperienza nella polizia di Stato, conduce laboratori di narrazione, comunicazione, creatività e innovazione per aziende e pubbliche amministrazioni. Autore di diversi romanzi, racconti, opere per il teatro e saggi, ha collaborato con sceneggiatori di fortunate serie TV poliziesche (L’ispettore Coliandro, Distretto di Polizia, La Squadra).

Sabato 4 maggio alle 14,30 a Trame
il gruppo “Letture sul sofà” parla di “Il peso dei segreti” di Shimazaki Aki, edito da Feltrinelli.

L’incontro è come sempre aperto a chi avesse letto il libro e fosse interessato alla conversazione.

Sabato 4 maggio alle 18 a Trame
Dario Benedetto presenta “Walking dad” (Bookabook).
Lo spettacolo tratto dal libro sarà in scena domenica 5 maggio presso l’AVIS in via dell’Ospedale 20 a Bologna a metà mattina.

È convinzione diffusa che chi ha un bambino riceva un manuale segreto, accessibile solo attraverso il DNA del neonato. Niente di più falso.
Diventare padre significa affrontare questo e altri stereotipi e diventare campioni di specialità olimpiche uniche nel loro genere.
Significa scegliere: puoi restare come sei o evolverti. E diventare un Walking Dad, un supereroe senza alcun potere. Puoi decidere di confidarti con gli altri papà e puoi decidere di scrivere ai tuoi figli delle lettere che leggeranno da grandi, in cui si spieghi al primogenito che è nato sotto il segno dei Gamberi, deliziosi gamberi argentini divorati con gusto nonostante la rottura delle acque, e a tua figlia che quando si innamorerà dovrà scegliere un uomo diverso da suo padre.
Questo è il monologo disincantato di un uomo che ha fatto la sua scelta.

Dario Benedetto (Valenza, 1975) è autore e attore di teatro e produzioni audiovisive. Attualmente vive a Torino.

Lunedì 6 maggio alle 18 a Trame
Martina Castigliani presenta “Cercavo la fine del mare. Storie migranti raccontate dai disegni dei bambini” (Mimesis) e ne parla con Elly Schlein e con Riccardo Tagliati.

Che si tratti di uomini o bambini, di siriani, curdi, afgani o iracheni, non c’è alcuna differenza: quando i migranti devono disegnare la loro storia, quasi tutti scelgono il pennarello colore blu del mare o rosso del sangue.
Le immagini dei migranti in arrivo su barconi e gommoni in procinto di affondare hanno ormai saturato i telegiornali e forse anche le nostre coscienze. “Cercavo la fine del mare”, nato dall’esperienza di volontariato della giornalista Martina Castigliani nei centri d’accoglienza della Grecia, affronta invece una realtà che andava narrata e lo fa, per la prima volta, tramite i disegni dei bambini.
Là dove la parola non riesce a stabilire un contatto, riescono le immagini, quelle tracciate da piccole mani che testimoniano di atrocità e situazioni inimmaginabili.
Il risultato è una testimonianza rarissima, che restituisce le vicende di coloro che cercano la libertà e la salvezza: persone che altrimenti rischierebbero di rimanere fantasmi a causa dell’indifferenza delle istituzioni e di parte dell’opinione pubblica. Questo il caso di Mleka e Rava (11 anni), che disegnano le facce degli “uomini con la barba” a caccia di persone da uccidere nella loro città natale; o ancora di Dlônan (8 anni), che traccia il mare infinito e la barca dove si è nascosto tra le braccia del padre, aspettando la fine della fuga dall’inferno. Un libro unico, che non dimentica di dar voce anche al popolo greco, “tradito dall’Europa”, ma ancora in grado di un’immensa umanità, come testimonia il caso del farmacista Elias.

Martina Castigliani, giornalista del “Fatto Quotidiano”, ha scritto anche per “Libération”. Nel 2018 ha vinto i premi Franco Giustolisi e Tania Passa per un’inchiesta sulle ragazze che scappano dalle nozze forzate in Italia, pubblicata sul mensile “FQ MillenniuM”.

Martedì 7 maggio alle 18 in libreria
Beatrice Masella presenta “A spasso con Nina” (Edizioni Corsare).
Converseranno con l’autrice Margherita, Agata e i compagni della classe 2A delle scuole Marconi di Casalecchio di Reno.

Filippo ha 14 anni, una famiglia sottosopra, un fratellino inventore, mostri urlanti nell’armadio e un cuore di cane. Anzi, di cana, la sua Nina che è scomparsa proprio mentre la separazione dei suoi genitori diventava realtà, facendo tana, però, dentro di lui. Avere un cane, e per di più femmina, che ti parla continuamente non è semplice per un quattordicenne maschio, è un segreto di quelli che non si possono dire a nessuno, un segreto assoluto. Fino all’incontro con Chiara, amica fragile come e più di lui, con cui i segreti lentamente possono sciogliersi per una felicità possibile ma da coltivare con dedizione, come un orto in pieno inverno.

Maria Beatrice Masella è autrice di numerosi libri per bambini/e e ragazzi/e, oltre che per adulti. Esordisce con le avventure di Hanna e Fou (Hanna & Fou, il mistero delle saline, Hanna & Fou, i castelli di sabbia, Hanna & Fou, l’aquilone ritrovato, Sinnos), prosegue con testi per più piccoli (Bambini Bambine e sapori / Famiglie a colori, Nannalibro / Libronanna, La mia scuola è un grande fiume, Bacchilega Junior, IO SONO IO, Leone Verde Piccoli) e per più grandi (Respiro, Sinnos, Lune nuove, Giraldi).
A spasso con Nina è l’ultimo pubblicato con edizioni Corsare, 2018.

Mercoledì 8 maggio alle 18,30 in libreria
Michele Marziani presenta “Il suono della solitudine. Piccole storie da raccontare a te stesso” (Ediciclo) e ne parla con Luca Ribani.

La solitudine che incanta. Questa scelta, desiderata, realizzata, è al centro del nuovo libro di Michele Marziani.
In un mondo in cui la solitudine è vista come un nemico da combattere a tutti i costi, Marziani esalta la vita solitaria, la solitudine scelta e voluta, «un sentiero di crinale sullo spartiacque della vita, una vertigine permanente», come scrive nel suo libro. Secondo Marziani vivere in modo solitario aiuta ad avere meno paura del mondo, meno credulità, fa viaggiare il pensiero creativo, ci dona più libertà, più desiderio di fare le cose.
La vita solitaria, però, non è per tutti. Occorrono fortuna e buona salute («Anziani e malati stanno sempre più spesso nel mondo dei soli, non in quello dei solitari») e soprattutto la solitudine bisogna conquistarla, essere disposti a pagarla, amarla.

Michele Marziani è nato a Rimini nel 1962. Autore di numerosi saggi su cultura materiale e territori, dopo vent’anni di giornalismo, nel 2007 abbandona tutte le collaborazioni per dedicarsi alla scrittura di romanzi. Ha esordito nel 2006 con La trota ai tempi di Zorro. Il suo ultimo romanzo, edito da Clichy, è La figlia del partigiano O’Connor (2017).
Si divide tra Dublino e la Valsesia, ma ha vissuto a lungo a Rimini, Milano e sul lago d’Orta.

Luca Ribani nasce a Bologna nell’ormai lontanissimo 1961. Ha sempre vissuto a Bologna senza mai volere vivere da nessun’altra parte. Qualche anno fa approda con molta curiosità alla scuola elementare di scrittura Emiliana di Paolo Nori e da lì in poi succedono diverse cose.
Da dicembre 2015 tiene il blog Le parole che non ti ho detto perché non avevo visto le foto (nonavevovistolefoto.blogspot.com).
Ha pubblicato il racconto “Il brodo” per l’antologia “Racconti a tavola” (Historica Edizioni, 2017). Un suo racconto è nell’antologia “On the radio” edita da Morellini.

Giovedì 9 maggio alle 18 in libreria
Elvira Serra presenta “Le stelle di Capo Gelsomino” (Solferino) e ne parla con Franco Arba Sanna e…

Tre generazioni di donne, unite e divise da nodi di amore e disamore che nella memoria della più giovane sono un dato di fatto, senza tempo e senza spiegazione.
Tra Chiara e sua nonna Lulù, ostetrica condotta, l’affetto e la complicità sono cementati dalle lunghe estati passate insieme nella casa vicino al mare, a Capo Gelsomino. Tra Lulù e Marianna, la madre di Chiara, c’è invece solo un muro di silenzi e recriminazioni. Perché? Non sembra esistere risposta. Finché, per ricucire quello strappo, Chiara decide di raccontare la storia della sua famiglia, partendo dalla Sardegna della sua infanzia, uno sfondo vivido come solo certi ricordi felici sanno essere. Ma al cuore della guerra fredda tra Lulù e Marianna scoprirà un segreto capace di deflagrare di vita in vita, cambiando ogni cosa. Con grazia e tenerezza, Elvira Serra dipana in queste pagine il filo rosso con cui ogni madre si lega alla figlia per sempre. Intreccia una narrazione avvincente in cui nulla è ciò che sembra. Ci conduce nella più intima delle esplorazioni e nella più ardita delle avventure: la ricerca delle proprie radici.

Elvira Serra è nata a Nuoro nel 1972. È giornalista del Corriere della Sera, dove si occupa di cronaca e costume. Tiene, inoltre, la rubrica fissa “La forza delle donne” sul settimanale “F” e scrive sul blog “La ventisettesima ora”. Ha pubblicato L’Altra. Storia di un’amante (Mondadori 2014) e Il vento non lo puoi fermare (Rizzoli 2016).

NEWSLETTER fra Pasqua, 25 aprile e 1° maggio

Trame c’è oggi, giovedì 18, fino alle 16,30.
Venerdì 19, sabato 20, martedì 23 e mercoledì 24 dalle 9,30 alle 19,30.
Poi stacca e riapre lunedì 29 aprile coi soliti orari.
Il 1° maggio si ferma ancora per un giorno.

Ecco i prossimi incontri.
Buona pausa per chi può farla, e per tutti ci si vede qui.

Martedì 23 aprile alle 18 in libreria
Alvaro Standardi presenta “Albero e città. La natura in trincea” (Il filo).
Ne parla con Giovanni Trentanovi.

“anche se viene condivisa la necessità della presenza degli alberi nella città, non sembra che il cittadino moderno sia consapevole delle funzioni che esso svolge in questo contesto; o meglio, forse le ha dimenticate a seguito della precipitosa e disordinata fuga dalle campagne” 

Uno sguardo nuovo sul ruolo dell’albero per la vita dell’uomo, che lo mette al centro delle relazioni con l’ambiente cittadino.
Un approccio nei confronti dell’albero e della natura stessa, che, attraverso una visione rispettosa e sensibile, vuole trasmettere le conoscenze essenziali sull’albero e rendere partecipi i cittadini e i lettori alle difficoltà a cui va incontro quando viene costretto in luoghi a lui non naturali, dove il costruito prevale in modo prepotente.

Un percorso nel verde cittadino, dove l’albero spesso viene visto dall’autore come se fosse in trincea; e come se vivesse in modo faticoso accanto all’uomo.
Un manuale, quindi, che ci insegna e ci fa riflettere nello tesso tempo, ma che riesce anche a darci delle prospettive diverse per osservare la natura che ci sta accanto.

Alvaro Standardi è stato docente preso la facoltà di Agraria all’Università degli studi di Perugia.
Il suo destino era quello di diventare agricoltore, ma in seguito ha indirizzato i suoi studi verso la parte della natura rappresentata dall’albero, spinto in modo particolare dai ricordi d’infanzia.
Passione e studio, tra Belgio, USA e Italia, hanno portato Standardi a riuscire a clonare l’albero negli anni Ottanta.

Giovanni Trentanovi, dottore forestale e dottore di ricerca in ecologia, è borsista presso l’Università degli Studi di Padova, dove studia l’evoluzione della biodiversità vegetale in paesaggi rurali e urbani; svolge inoltre la libera professione come dottore forestale, occupandosi di pianificazione ecologica e valutazione ambientale.

Martedì 30 aprile alle 18 in libreria
Giancarla Codrignani presenta il quaderno “Europa madre e figlia nostra” edito dal Movimento Nonviolento italiano.
Ne parlano con l’autrice lo storico Luca Alessandrini e l’attrice e regista Marinella Manicardi.

“La nonviolenza è una virtù nuova uscita dalla tragedia della seconda guerra mondiale e da poco il web l’accetta come parola unica.”

Sabato 4 maggio alle 12 in libreria
Franco Foschi e Maurizio Matrone presentano “Lassù all’inferno” (Laurana Editore, collana Calibro 9, Vincitore Premio NebbiaGialla).
Sarà l’occasione per un incontro con le amiche della storica associazione PerWilma

Il libro nasce da una chiacchierata fra due scrittori, amici da vent’anni, e da una domanda: perché non scrivere insieme qualcosa? 
Presa la decisione Franco Foschi e Maurizio Matrone scelgono di partire da una comune, grande passione: quella per Derek Raymond e i suoi tormentati poliziotti.

In un momento storico segnato dai crimini della famigerata Uno bianca, giunge un’ambigua segnalazione alla Ditta, la divisione speciale in seno alla questura di Bologna. Da sei mesi a Borgo Malpozzo, un paese della bassa romagnola, nessuno ha più visto l’affascinante e influente Hannah Schultz. Nessuno, nemmeno il figlio Marlon, che la sa in Germania per curarsi, ne ha denunciato la scomparsa. Eppure qualcosa è cambiato: la grande villa della donna, che ha conosciuto i fasti della mondanità, è in rovina quanto il figlio che la abita.
L’ispettore Terra, l’investigatore più irascibile della storia della polizia, viene inviato nella bassa per cercare di capirci qualcosa.
Affaristi senza scrupoli, sbirri infedeli, delinquenti di provincia e persone molto, molto umane.
Terra, come sua abitudine, si scontrerà con tutti, con mille sorprese e un tuffo nell’orrore che lo costringerà a scavare nel suo passato.

“Devo prendere i bastardi. I miei arrestati sono sempre colpevoli, sono loro che si prendono la maggior parte del mio sonno, molto più dei fantasmi della mia famiglia. Se voglio toglierli dalla società civile devo essere freddo e spietato: non si può andare troppo per il sottile, quando si vogliono salvare gli innocenti”.

Franco Foschi, pediatra e scrittore, dopo l’esordio con sceneggiature radiofoniche e racconti, ha pubblicato più di venti libri di narrativa e saggistica, tra cui “La Formazione dello scrittore” (Laurana, 2015), “Black Comedy” (Todaro, 2018) e “La trilogia del tempo inesorabile” (Laurana, 2017) scritto con Guido Leotta e disponibile in e-book. 
Ha condotto la rubrica televisiva di interviste a scrittori “Leggere negli occhi” (consultabile sul portale arcoiris.tv)

Maurizio Matrone è coach, scrittore e consulente sui temi della narrativa d’impresa per AdActa Consulting.
Dopo una ventennale esperienza nella polizia di Stato, conduce laboratori di narrazione, comunicazione, creatività e innovazione per aziende e pubbliche amministrazioni. 
Autore di diversi romanzi, racconti, opere per il teatro e saggi, ha collaborato con sceneggiatori di fortunate serie TV poliziesche (L’ispettore Coliandro, Distretto di Polizia, La Squadra).

Sempre sabato 4 maggio alle 14,30
alla libreria Trame in via Goito 3/C a Bologna
il gruppo “Letture sul sofà” parlerà del romanzo “Il peso dei segreti” di Shimazaki Ali (Feltrinelli).

L’incontro è come sempre aperto a chi volesse partecipare, ed è il penultimo del percorso nella narrativa fra Giappone e dintorni.

NEWSLETTER a cavallo della pausa pasquale…

Arriva un periodo che può essere di pausa per molti.
Anche Trame sarà in pausa domenica 21 e lunedì 22 aprile.
Ecco le nostre segnalazioni per i prossimi giorni.
Vi aspettiamo.

Domenica 14 aprile alle 20
al Cinema Lumière, Sala Officinema/Mastroianni in piazzetta Pasolini a Bologna
proiezione di THE TRIAL OF RATKO MLADIC (USA-Norvegia/2018) di Henry Singer e Rob Miller (99′).
Segue l’incontro con Dušan Velicˇkovic’, autore del romanzo “Generazione Serbia” (Bottega Errante Edizioni 2018).
Bookshop in collaborazione con Trame.

Nel 2012, a quasi vent’anni dall’inizio del sanguinoso conflitto in Bosnia che costò la vita a circa 100.000 persone, è iniziato a L’Aia il processo contro il generale serbo bosniaco Ratko Mladic’.
Miller e Singer registrano le testimonianze dei sopravvissuti di questa ‘sporca guerra’, compresi i sostenitori di Mladic’.
Fanno da contraltare le sconvolgenti immagini d’archivio che interrogano lo spettatore sulla possibilità di ottenere reale giustizia di fronte a una crudeltà tanto efferata quanto assurda.

Mercoledì 17 aprile alle 18 in libreria
per Paesaggi di Poesia 2019, la rassegna curata da Sergio Rotino
Franca Mancinelli presenta “A un’ora di sonno da qui” (italic pequod) e ne parla con Elisa Vignali.

Con A un’ora di sonno da qui Franca Mancinelli torna a ragionare su quella che è stata la sua prima produzione poetica. Il volume raccoglie e organizza il lavoro oramai irreperibile di questa autrice marchigiana, da Mala kruna (2007) a Pasta madre (2013), aggiungendo alcune prose e una serie di testi che consolidano il senso della scrittura proposta nelle pagine.
Scrittura che, per quanto il titolo spinga in quella direzione, non si veste solo di un “onirismo in avvicinamento”, ma lascia ampi spazi a un reportage del quotidiano, soprattutto del vissuto quotidiano.
Un quotidiano il cui trascorso è privato, personale, e da lì diparte nel tentativo di portare a galla quelle zone dell’inconscio a esso afferenti.
In questa pratica, che è sforzo teso quasi alla narcolessia del nuotatore e attenzione al reale della flâneuse, Franca Mancinelli si approssima alla “soglia di un segreto che mi chiama, come un cane, a muso chino, quando intercetta un punto in cui la vita affiora in un suo denso precipitato”, accompagnando il lettore nello stesso luogo, davanti allo stesso disvelamento.

Franca Mancinelli (Fano, 1981), ha pubblicato Mala kruna (Manni, 2007) e Pasta madre (con una nota di Milo De Angelis, Nino Aragno editore, 2013).
Appare in Nuovi poeti italiani 6, a cura di Giovanna Rosadini (Einaudi, 2012).
Una sua silloge è compresa, con introduzione di Antonella Anedda, nel XIII Quaderno italiano di poesia contemporanea, a cura di Franco Buffoni (Marcos y Marcos, 2017).
Sue brevi prose sono raccolte in Libretto di transito (Amos Edizioni, 2018).

Elisa Vignali (Modena, 1981) si occupa di poesia e narrativa contemporanea. È autrice di un volume sull’opera di Silvio D’Arzo e ha pubblicato interventi critici su autori del Novecento. Collabora con la rivista di poesia e critica letteraria “Atelier”. Attualmente insegna in un istituto superiore di Bologna.

Martedì 23 aprile alle 18 in libreria
Alvaro Standardi presenta “Albero e città. La natura in trincea” (Il filo).
Ne parla con Giovanni Trentanovi.
Nella città che è insorta in difesa del bosco urbano dei Prati di Caprara una proposta di riflessione.

“anche se viene condivisa la necessità della presenza degli alberi nella città, non sembra che il cittadino moderno sia consapevole delle funzioni che esso svolge in questo contesto; o meglio, forse le ha dimenticate a seguito della precipitosa e disordinata fuga dalle campagne”

Uno sguardo nuovo sul ruolo dell’albero per la vita dell’uomo, che lo mette al centro delle relazioni con l’ambiente cittadino.
Un approccio nei confronti dell’albero e della natura stessa, che, attraverso una visione rispettosa e sensibile, vuole trasmettere le conoscenze essenziali sull’albero e rendere partecipi i cittadini e i lettori alle difficoltà a cui va incontro quando viene costretto in luoghi a lui non naturale, dove il costruito prevale in modo prepotente.

Un percorso nel verde cittadino, dove l’albero speso viene visto dall’autore, come se fosse in trincea e come se vivesse in modo faticoso accanto all’uomo.
Un manuale, quindi, che ci insegna e ci fa riflettere nello tesso tempo, ma che riesce anche a darci delle prospettive diverse.
Una nuova prospettiva per osservare la natura che ci sta accanto.

Alvaro Standardi è stato docente preso la facoltà di Agraria all’Università degli studi di Perugia.
Il suo destino era quello di diventare agricoltore, ma in seguito ha indirizzato i suoi studi verso la parte della natura rappresentata dall’albero, spinto in modo particolare dai ricordi d’infanzia.
Passione e studio, tra Belgio, USA e Italia, hanno portato Standardi a riuscire a clonare l’albero negli anni Ottanta.

Giovanni Trentanovi, dottore forestale e dottore di ricerca in ecologia, è borsista presso l’Università degli Studi di Padova, dove studia l’evoluzione della biodiversità vegetale in paesaggi rurali e urbani; svolge inoltre la libera professione come dottore forestale, occupandosi di pianificazione ecologica e valutazione ambientale.

NEWSLETTER all’8 al 13 aprile (qui e in giro)

Passata la settimana dedicata ai lettori più giovani, si ritorna coi piedi sulla terra ferma.
Vi aspettiamo ai prossimi incontri qui in libreria, e in giro per Bologna.

Lunedì 8 aprile alle 18 in libreria
Chiara Ingrao presenta “Migrante per sempre” (Baldini+Castoldi) e ne parla con Filippo Vendemmiati.

“Noi due siamo come due carciofi, Lina. Ogni mondo che abbiamo attraversato è una foglia avvinghiata alle altre senza nessuna dolcezza, attorno a un cuore pieno di spine”.

Dall’Italia degli emigranti a quella degli immigrati, cinquant’anni nella vita di Lina, ispirata a una storia vera: bambina in Sicilia, ragazza in Germania, donna a Roma. Un paese di padri lontani e di preti padroni, di pistacchi e di mandorle; un papà che varca i confini da clandestino, una madre assente e inafferrabile che condiziona ogni scelta. La nonna bracciante è mamma e maestra, ma non è lei che può decidere chi parte e chi resta.
Partire è inverno tedesco, è la fabbrica: è suoni incomprensibili sputati in faccia, sorelle perdute e amicizie turche, compaesani soffocanti. Manca l’aria, i sogni s’infrangono e le parole vecchie non bastano più. Per Lina si apre una stagione di nuove esperienze, e la sfida di un amore forse impossibile.
Riesce a tornare, finalmente: ma dove? Affetti e fatiche, solitudini e alleanze impreviste, in un mondo profondamente cambiato, ma con la stessa ostinata voglia di trovare la propria strada, fra radici strappate e sprazzi di futuro.
Chiara Ingrao ritorna su alcuni temi per lei centrali, come l’intreccio fra bisogno umano di radici e impossibilità di appartenere completamente a un solo luogo e un solo punto di vista.
“Scrivere è la mia forma di resistenza dell’anima”, afferma l’autrice.

Chiara Ingrao, scrittrice e animatrice culturale nelle scuole, ha lavorato come sindacalista, interprete, parlamentare, programmista radio, consulente su diritti delle donne e diritti umani. È impegnata da anni nel femminismo, nel pacifismo, nel movimento anti-razzista. Ha scritto due romanzi (Il resto è silenzio e Dita di dama), due libri per bambini/e (Habiba la Magica e Mal di paura), articoli e saggi (alcuni raccolti in Oltre il ponte – Pensieri di una femminista di frontiera). In Soltanto una vita ha raccontato le esperienze e pubblicato gli scritti di sua madre, Laura Lombardo Radice; in Salaam Shalom il suo percorso pacifista in Medio Oriente e altrove.
È sposata con Paolo Franco e ha due figlie, due figliocci e tre nipoti.

Filippo Vendemmiati è giornalista e regista.
La sua avventura professionale lo ha portato a trattare importanti eventi di cronaca, dal Salvemini all’omicidio Biagi al caso Aldrovandi.
Nel 2012 realizza “Non mi avete convinto” biografia di Pietro Ingrao, presentato a Venezia Dal gennaio 2016 è direttore artistico di Cinevasioni, primo festival del cinema in carcere.

Martedì 9 aprile alle 18 in libreria
Elisabetta Luciani presenta “Dove ci aspetta il futuro” (La Gru).
Dialogheranno con l’autrice Domenico Secondulfo e Patrizia Romagnoli.

Filo conduttore di questa raccolta di racconti è l’idea che ciascuno di noi sia depositario di una storia che gli appartiene e sia chiamato a realizzarla nel modo migliore, portando a compimento i passaggi di un progetto che ha origine prima della nascita di ciascuno e forse è parte di un disegno più grande.
I personaggi di queste quattro storie hanno in comune il fatto di esprimere attraverso i loro comportamenti, non sempre coerenti, una ricerca di consapevolezza che dia senso al loro viaggio, affrontando nodi importanti della propria evoluzione, per realizzare il proprio disegno esistenziale

Elisabetta Luciani (Bergamo, 1954), ha vissuto a Venezia, Roma e Firenze. Laureata in filosofia, vive a Bologna dal 1976. Ha lavorato dieci anni come correttore di bozze per un gruppo editoriale che pubblicava settimanali sportivi, successivamente è entrata in Regione Emilia-Romagna dove è rimasta dal 1986 al 2014 lavorando nell’Ufficio Statistica. Si è interessata alla simbologia astrologica in modo intermittente fin dagli anni ’90, dal 2012 al 2016 si è formata in modo più sistematico ai seminari di astrologia umanistica di Lidia Fassio. Ama i viaggi, le belle giornate e i tramonti sul mare.
Non crede al caso e apprezza chi prova a realizzare il proprio destino.
Con la Gru ha pubblicato “…nulla al caso” e “Dove ci aspetta il futuro”.

Edizioni La Gru è una delle 14 case editrici italiane selezionate nel 2013 da Greenpeace per il progetto Scrittori per le foreste.
Ed è la casa editrice che ha lanciato Lorenzo Marone, autore Longanesi e Feltrinelli; ispirata alla figura di Neri Pozza e Leo Longanesi, combatte il sistema dell’editoria a pagamento.

Mercoledì 10 aprile alle 18 in libreria
Gabriella Genisi presenta “Pizzica amara” (Rizzoli) e ne parla con la sua superlettrice Annabella Milano.

Un appuntamento che si ripete da anni quello coi libri e i personaggi di Gabriella Genisi.
Una terra rosso sangue, il cuore nero del Salento. In un giallo sconvolgente e quanto mai attuale, Gabriella Genisi ci racconta il Salento oscuro delle superstizioni e delle notti della taranta.
A farci da guida, una carabiniera indimenticabile.

Ulivi millenari dai tronchi contorti stavano come anime inquiete imprigionate al suolo, ammalate di un male ignoto e incapaci di liberarsi da quella morsa.
Nel cimitero di un paesino vicino a Lecce, terra incantata battuta dal vento e incendiata dal sole, viene profanata la tomba di Tommaso Conte, un ragazzo morto qualche anno prima per un sospetto incidente. Poco tempo dopo, lì vicino, vengono trovati due cadaveri: una ragazza di origini balcaniche dall’identità sconosciuta e la liceale Federica Greco, figlia di un senatore. Annegata sulla spiaggia la prima e impiccata a un albero la seconda. A indagare c’è il maresciallo Chicca Lopez, giovanissima salentina e carabiniera ribelle. Appassionata di moto e fidanzata con Flavia, una compagna piuttosto esigente che, come i più genuini mariti pugliesi, la aspetta a casa pretendendo la cena, Chicca ogni giorno lotta per farsi spazio in un ambiente di soli uomini come quello della caserma. Determinata, cocciuta, sfrontata, è alla ricerca della verità costi quel che costi, anche la vita. Cosa lega quei cadaveri e la serie di inspiegabili sparizioni degli adolescenti della zona? E chi è quella donna che si dice possegga gli antichi poteri delle macare, le streghe del Salento? Combattendo l’omertà di una comunità che non vuole incrinare l’immagine di terra da sogno, Chicca Lopez si troverà invischiata in una vicenda dai contorni sempre più inquietanti, tra rituali sanguinosi, magia e loschi traffici.

Gabriella Genisi è nata nel 1965. Ha scritto numerosi libri e ha inventato il personaggio del commissario Lolita Lobosco, la poliziotta più sexy del Mediterraneo, protagonista di alcuni romanzi pubblicati da Sonzogno: La circonferenza delle arance (2010), Giallo ciliegia (2011), Uva noir (2012), Gioco pericoloso (2014), Spaghetti all’assassina (2015), Mare nero (2016) e Dopo tanta nebbia (2017). Ha inoltre scritto: La teoria di Camila. Una nuova geografia familiare (Perrone, 2018) e Pizzica amara (Rizzoli, 2019).

Venerdì 12 aprile alle 18 in libreria
per la rassegna Paesaggi di poesia coordinata da Sergio Rotino
presentazione del libro di Laura Di Corcia “In tutte le direzioni” (LietoColle).
Con l’autrice dialoga Lorenzo Mari.

Con “In tutte le direzioni” (Lietocolle, collana gialla, 2018), sua seconda raccolta di poesie, Laura Di Corcia porta avanti un impianto corale frutto della commistione fra lirica e non-lirica.
Il processo, in parte utilizzato per “Epica dello spreco” (Dot.com, 2015) è ora ampliato e maggiormente strutturato.
Infatti nello scorrere di In tutte le direzioni è evidente il movimento dialettico creato dall’autrice. Movimento all’interno del quale l’io lirico confronta la propria esperienza di migrazione con quella di molti altri e altre, nella nostra contemporaneità.
Il libro si può allora definire come un viaggio, che procede “in tutte le direzioni”, senza mai consolidarsi nei facili e protettivi confini della retorica, costellato inoltre da inviti a lasciar sedimentare l’esperienza e la riflessione nonché, inevitabilmente, la parola poetica e il suo ascolto.

Sempre venerdì 12 aprile alle 18
alla Biblioteca di Casa di Khaoula in via di Corticella 104 a Bologna
presentazione del libro di Luca Martino “Mio padre era comunista” (Morellini).
L’autore ne parla con Michele Righini.
Bookshop a cura di Trame.

Il viaggio interiore di un uomo alla ricerca del padre tra ricordi dolorosi, un suicidio misterioso e la voglia di rinascere.
Un romanzo di formazione in bilico tra crudeltà e redenzione ambientato a Bologna

Virginio è un uomo di successo che vive un’esistenza agiata alla guida di una importante azienda meccanica dell’Emilia Romagna. Alla soglia dei 50 anni si ritrova fare i conti con il proprio passato che torna a bussare alla porta con una violenza inattesa: un padre comunista che gli ha insegnato valori ingombranti che non ha mai pienamente condiviso, un’automobile maledetta, segnata dal sangue e da una storia oscura e misteriosa che viene da lontano; una madre assente ma presente nel ricordo e nella capacita di evocare sensazioni e paure non sopite e mai del tutto dimenticate dal protagonista.
Pagine dense ed emozionanti, dentro le quali il protagonista compie un viaggio a ritroso alla ricerca di una redenzione difficile ma necessaria, sconfiggendo ad uno ad uno i fantasmi di quell’infanzia che non è stato capace di combattere da bambino, autentiche ombre paurose e misteriose di una vita trascorsa tra sensi di colpa e desiderio di rivalsa.

Luca Martini (1971), bolognese, è presente in numerose antologie e riviste letterarie, ed è autore di circa trecento poesie, monologhi teatrali, una settantina di racconti, romanzi e favole illustrate. Tra le sue pubblicazioni più recenti: il romanzo Il tuo cuore è una scopa (Tombolini Editore, 2014), le raccolte di racconti L’amore non c’entra (La Gru, 2015) e Manuale di sopravvivenza per bambini invisibili (Pequod, 2018), la raccolta collettiva di memorie Il nostro due agosto (nero) (Tombolini Editore, 2015) e il libro per bambini Il coccodrillo che voleva essere drago (D Editore, 2017).
Insieme a Gianluca Morozzi ha curato, tra le altre, le antologie di racconti Più veloce della luce (Pendragon, 2017) e Vinyl – storie di dischi che cambiano la vita (Morellini, 2017). Insieme a Barbara Panetta ha curato l’antologia On the radio – storie di radio, dj e rock’n’roll (Morellini, 2018). Nel 2019 esce per Morellini “mio padre era comunista”.

Sabato 13 aprile alle 17
nella sala incontri della Biblioteca Salaborsa in piazza del Nettuno a Bologna
Jacopo Tomatis parla del libro “Storia culturale della canzone italiana” con Gabriele Marino, semiologo (Università di Torino), e Luca Marconi, musicologo e docente di Storia della Popular music al Conservatorio di Pescara.
L’incontro è realizzato in collaborazione con Il Saggiatore.
Bookshop a cura di Trame.

«Canzone italiana come melodia», «canzone italiana come specchio della nazione», «canzone italiana come colonna sonora del suo tempo», tutti pensiamo di sapere che cos’è la canzone italiana ma che cos’è che rende «italiana» una canzone?
Il musicologo, giornalista, musicista e docente di Popular music al Dams di Torino, Jacopo Tomatis parte da qui, dal ripensamento delle idee più diffuse sulla canzone italiana per arrivare a scriverne una nuova storia.

Attraverso il racconto di generi e vicende della popular music in Italia e osservando come la cultura abbia pensato la canzone, quale ruolo la canzone abbia avuto nella cultura e come questo sia mutato nel tempo, questo libro vuole contribuire con un tassello importante a una storia culturale del nostro paese.

NEWSLETTER che parte dalla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna 2019, domenica 31 marzo, e arriva a Chiara Ingrao, lunedì 8 aprile

Sempre aperti a Trame.
Domenica 31 marzo a partire dalle 15,30.
E ricordate di spostare le lancette!
Anche i lunedì 1 e 8 aprile la libreria non chiude per ospitare incontri pomeridiani.

In occasione di Bologna Children’s Book Fair 2019 quatto presentazioni.

Domenica 31 marzo alle 18,30 in libreria
presentazione del libro “Che cos’è un fiume?” (Topipittori).
Sarà con noi l’autrice Monika Vaicenavičienė che dialogherà con gli editori Paolo Canton e Giovanna Zoboli e con un rappresentante della Lithuanian Culture Institute.

Un fiume è un viaggio. Una sorgente canterina, un crepaccio in un ghiacciaio, una palude fangosa o un lago silenzioso: ecco da dove nasce un fiume. In un istante. Poi comincia ad andare.
In riva a un fiume, una ragazzina impara a osservare l’ambiente che la circonda, il suo ecosistema e si pone moltissime domande. A risponderle è la nonna che di quel luogo sembra conoscere ogni segreto. Insieme a questi due personaggi, e attraverso la voce e la mano di Monika Vaicenaviciene, autrice e illustratrice di questa splendida opera prima, il lettore è accompagnato alla scoperta dei fiumi del mondo e delle loro straordinarie particolarità – forme, abitanti, vegetazione, animali, storie – acquisendo man mano consapevolezza della grande responsabilità che ognuno di noi ha nel preservare l’ambiente.
Pubblicato in edizione originale svedese, questo libro, da noi collocato nella collana super PiNO (PIccoli Naturalisti Osservatori), è stato insignito di numerosi premi: vincitore assoluto del World Illustration Awards; selezione alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna e a Ilustrarte, Biennale portoghese di Illustrazione.

Lunedì 1 aprile alle 18,30 in libreria
Katherine Rundell presenta “Racconti dalla giungla. Le nuove avventure di Mowgli” (Rizzoli) e ne parla con Eros Miari.
Traduce Barbara Servidori.

L’autrice inglese finalista al premio Strega torna con cinque magnifici racconti originali inediti ispirati ai personaggi del Libro della Giungla
«Raccontami una storia» disse Mowgli. Era una giornata piovosa sulle colline di Seoni. La pioggia tamburellava fuori dalla caverna, tramutando in fango la terra della foresta, ma dentro era caldo e asciutto. Il tempo perfetto per raccontare storie.
Il Libro della Giungla rivive in cinque racconti originali di Katherine Rundell pieni di atmosfera e incanto con illustrazioni di straordinaria forza e impatto visivo. Un omaggio a uno dei classici più amati di sempre da una delle più premiate autrici per ragazzi di oggi. Un libro per grandi e piccoli, anche da leggere insieme.
Cinque racconti che ci svelano di più sui personaggi chiave della storia, dalla pantera Bagheera, con un trascorso vissuto in gabbia, al coraggioso orso Baloo, da mamma lupa al misterioso serpente Kaa, il gigantesco pitone centenario consigliere e salvatore di Mowgli in più occasioni. E poi, ovviamente c’è il ragazzo, Mowgli.

Katherine Rundell è inglese ed è cresciuta tra lo Zimbawe e l’Inghilterra.
Con Rizzoli ha pubblicato “Sophie sui tetti di Parigi”, premiato nel 2014 con il Waterstones Children’s book Prize, “La ragazza dei lupi”, Premio Andersen 2017, “Il Natale di Teo” (2017) e “Capriole sotto il temporale” attualmente finalista al Premio Strega 2018.

Eros Miari è nato e vive a Modena. Dal 1983 si occupa di libri per ragazzi e di promozione della lettura. Nel 1999 è stato tra i fondatori della cooperativa Equilibri, per la quale costruisce progetti per biblioteche, editori, scuole e librerie, tutti finalizzati a far leggere bambini e ragazzi. Sempre nel 1999 ha pubblicato per Mondadori “A che libro giochiamo?”. Attualmente è responsabile del programma Bambini e Ragazzi del Salone Internazionale del Libro di Torino.
È tra i fondatori del progetto Fuorilegge: rivista, sito internet e forum per mettere in rete la voglia di leggere dei giovani lettori. (Isola delle storie)

Martedì 2 aprile alle 18,30 in libreria
Roberto Piumini presenta “Le avventure di Don Chisciotte” (Mondadori) in compagnia dell’illustratore Fabio Visintin.

“Col catino sistemato
come un elmo sulla testa
va Chisciotte verso il fato
dritto, fiero, e non s’arresta”

Le rime divertenti di Roberto Piumini e le illustrazioni senza tempo di Fabio Visintin insieme per raccontare uno dei personaggi più amati della letteratura.

Roberto Piumini, nato a Edolo nel 1947, vive e lavora a Milano. Ha pubblicato poesie, fiabe, racconti e romanzi per bambini e ragazzi, largamente tradotti all’estero, ma anche prose e raccolte di versi per adulti. Per Mondadori ha pubblicato, fra gli altri, C’era un bambino profumato di latte, Il pirata pescatore, Il folletto Bambilla, Dei ed eroi dell’Olimpo, Grandi regine, Le Metamorfosi, Non piangere cipolla, Le avventure di Ulisse, Shakespeare in versi. Ha vinto il premio “Andersen-Il mondo dell’infanzia” ed è considerato uno dei più grandi autori italiani per ragazzi.

Fabio Visintin, illustratore e autore, è nato a Venezia nel 1957. Ha esordito nel mondo del fumetto pubblicando su “Linus”, e collaborando poi con “Il Corriere dei Piccoli” e con le più prestigiose riviste del settore. Da molti anni è l’illustratore di riferimento delle copertine dei principali giallisti nordici pubblicati in Italia. Lavora con i più importanti editori in Italia e all’estero.

Mercoledì 3 aprile alle 18,30 in libreria
“Quelli là” incontro/formazione con Santo Pappalardo e Teresa Porcella (Bacchilega junior).

Un incontro con autrice e illustratore, tra formazione e spettacolo.
“Quelli là” di Teresa Porcella e Santo Pappalardo edito da Bacchilega Junior, è una novità pensata per i bambini dai due anni.
Un allegro e scanzonato catalogo di animali in bianco e nero, corredato dalla musica scritta da Teresa Porcella e scaricabile tramite Qrcode. In questo incontro, Santo Pappalardo, Teresa Porcella e Angela Catrani, editor di Bacchilega Junior, ragioneranno intorno ai libri per piccolissimi, partendo dall’esperienza dei due autori, che girano tutta l’Italia proponendo laboratori creativi e spettacoli tratti dai loro libri con i bambini anche molto piccoli. Un incontro, questo, che si rivolge principalmente agli operatore del settore (educatori, insegnanti, librai, bibliotecari) per mostrare nuove modalità di approccio al libro stampato.
Leggere con i bambini e ai bambini, specialmente molto piccoli, è una esperienza a 360°, che può coinvolgere tutti i sensi.

In più domenica 31 marzo alle 15
a Casa Carducci in Piazza Carducci 5 a Bologna
A SUON DI VERSI. OSPITI NELLA CASA DI CARDUCCI, DUE POETI SI INTERROGANO SU POESIA E INFANZIA: con Giusi Quarenghi e Bruno Tognolini.
Un progetto a cura di Hamelin, Istituzione Biblioteche del Comune di Bologna – Casa Carducci, Biblioteca Salaborsa. Si ringrazia il Museo Civico del Risorgimento.
Bookshop in collaborazione con Trame

Nella casa di Giosué Carducci, un poeta studioso di poeti, due autori contemporanei, Bruno Tognolini e Giusi Quarenghi, ragionano sul rapporto tra poesia e infanzia, nell’ambito del progetto Nella casa del poeta. Rileggere Carducci.
Bambine e bambini, per istinto, adorano le maestrie degli adulti: si incantano davanti alla mano dell’illustratore, al musicista, al prestigiatore, ma anche al vigile del fuoco e al chirurgo d’urgenza, se la loro maestria la sanno raccontare. Perché non dovrebbero incantarsi davanti alla maestria dei versi?
Giusi Quarenghi e Bruno Tognolini illuminano il percorso lungo cui la tradizione passa di poeta in poeta, di bambino in bambina.

Giusi Quarenghi ha scritto raccolte di poesie, racconti, sceneggiature, romanzi, adattamenti di fiabe classiche, testi di divulgazione. Nel 2006 ha vinto il premio Andersen come miglior scrittrice.

Bruno Tognolini, dopo oltre dieci anni nel teatro, oggi scrive a tempo pieno: libri per l’infanzia, programmi tv, romanzi, poesie.
Nel 2007 ha vinto il premio Andersen come miglior scrittore italiano per ragazzi.

BOOM! Crescere nei libri è il programma promosso da Comune di Bologna e BolognaFiere raccoglie le attività per bambine e bambini che animano la città durante BCBF2019 e che da quest’anno si inserisce nel nuovo Patto per la Lettura di Bologna.

Ed ecco invece gli incontri extra fiera

Mercoledì 3 aprile alle 18
presso l’Associazione Culturale Italo-Britannica in via Farini 35 a Bologna
Silvia Albertazzi e Elena Lamberti parlano di Leonard Cohen insieme a Francesco Benozzo.
Bookshop in collaborazione con Trame.

In occasione della pubblicazione dei volumi di Silvia Albertazzi “Leonard Cohen. Manuale per vivere nella sconfitta” (Paginauno 2018) e di Elena Lamberti “Leonard Cohen. Come un uccellino su fili di parole” (Castel Negrino 2018).

«La parola si dissolve nella musica e la musica si dissolve nella parola e tu rimani con dell’aria pura, ti senti rinvigorito». Così Cohen raccontava la sua ricerca ad un tempo letteraria e musicale confermando che nel suo immaginario non esisteva un confine tra canzone, poesia e romanzo, forme inscritte per lui in un unico percorso di ricerca che questo incontro vuole celebrare in modo conviviale. L’arpa di Francesco Benozzo, poeta e musicista più volte candidato al premio Nobel per la Letteratura, accompagnerà le due docenti dell’Università di Bologna in una conversazione sulla «rivoluzione tranquilla» dell’opera di Cohen, nell’ambito della nuova stagione del Centro di Studi sulle Letterature Omeoglotte dei Paesi Extraeuropei (attivo presso il LILEC – Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne) dedicata allo studio della letteratura del e nel mondo.

Silvia Albertazzi insegna Letteratura dei paesi di lingua inglese e Storia della cultura inglese all’Università di Bologna.

Elena Lamberti insegna Letterature angloamericane all’Università di Bologna.

Francesco Benozzo insegna Filologia romanza all’Università di Bologna.

Venerdì 5 aprile alle 17,30
alla casa dell’Angelo in via san Mamolo 24 a Bologna
Nadia Urbinati presenta “Utopia Europa” (Castelvecchi, a cura di Antonio Fico 2019.
Organizzato da Libertà e Giustizia Bologna.
Bookshop in collaborazione con Trame.

Intervengono con l’autrice anche Caterina Di Fazio, Stefano Fassina, Paul Ginsborg, Elly Schlein per discutere di Europa in occasione dell’uscita del libro.

Sabato 6 aprile alle 14,30 in libreria
“Letture sul sofà”, il gruppo di lettura residente, parla di “Norwegian wood” di Murakami Haruki, edito da Einaudi.
Come sempre chi volesse partecipare è il benvenuto…

Sabato 6 aprile alle 18 in libreria
doppio incontro con autori del catalogo Neri Pozza: Giuseppe Munforte presenta Flavio Villani che presenta Giuseppe Munforte.
Una casa editrice fra le preferite, due autori italiani che si raccontano.

Giuseppe Munforte “Il fruscio dell’erba selvaggia”
Romanzo dalla struttura inedita, composto da sequenze narrative che si intrecciano e risolvono, alla fine, in un quadro unitario, Il fruscio dell’erba selvaggia – il titolo viene da un verso di Evtushenko – tesse i destini di personaggi che, sullo sfondo di una Milano periferica, cupa e malinconica, vivono un’esistenza in cui innocenza e crimine, onore e vergogna, redenzione e autodistruzione si rovesciano continuamente, come guanti di cui è impossibile distinguere il diritto e il rovescio.
Nella prima parte, intitolata Nero uno, il suicidio dell’amato zio – un uomo che, dopo aver abbandonato moglie e figli, viveva ai margini della legge nel quartiere della Bovisa degli anni Sessanta – turba al tal punto il narratore da spingerlo a indagare sulla sua vita. La scoperta di un insospettabile alter-ego dello zio lo segnerà profondamente, portandolo a una scelta decisiva per il suo futuro.
La seconda parte, Nero due, è il fulcro del romanzo. La scena si sposta in un ospedale degli anni Novanta in cui un ragazzo fraternizza con un uomo che genera in lui curiosità e fascinazione. Questi gli racconta la sua vita prima di orfano cresciuto dai frati, poi di criminale; di lí a pochi mesi lo trascinerà in una vicenda nella quale il ragazzo, in nome dell’amicizia nata in corsia, metterà a rischio la propria vita. In Nero tre il romanzo giunge al suo epilogo, offrendo i tasselli esplicativi dell’intera narrazione.
L’originale disposizione narrativa scelta da Munforte alimenta il forte senso di inquietudine che pervade questo romanzo che, al pari di un dipinto di Hopper, intreccia la solitudine umana alla metafisica del paesaggio.
Con una scrittura capace di farsi concitata nei momenti di tensione, e lirica e poetica in quellidi introspezione psicologica, Il fruscio dell’erba selvaggia mostra una galleria di personaggi indimenticabili – le ambigue figure dello zio e del frate e quella del giovane segnato da undestino inaggirabile di violenza ed emarginazione – in cui la vita si offre nell’assoluta contingenza delle scelte e nell’irrisolvibilità del suo mistero.

Flavio Villani “Nel peggiore dei modi”
«Sparatoria con morto». La chiamata della volante arriva alle otto e mezza del mattino negli uffici della Terza Sezione della Questura di Milano, meglio nota come Squadra Omicidi. Ancora in piedi accanto all’attaccapanni, senza aver ottemperato al solito rito del caffè mattutino, il commissario Cavallo si rimette il loden e si dirige con l’ispettore Montano sul luogo del delitto.
Quando arrivano, l’area della sparatoria non è stata ancora transennata. Il cadavere giace in una chiazza di sangue e terra, e il cappotto di cachemire della vittima ne è intriso.
A mezzo metro dal corpo, una scarpa ancora allacciata, persa probabilmente nella caduta. Poco distante, una Mercedes parcheggiata di sbieco sul marciapiede.
L’ispettore Montano si china sul cadavere e infila una mano nella giacca. Ne estrae un portafogli di coccodrillo, poi una patente che dice Giacomo Riva, nato a Milano, residente in via Compagnoni.
È il 1990, e il commissario Cavallo sa che quelli sono gli anni dell’espansione delle grandi organizzazioni criminali a Milano: esecuzioni mafiose con tutti i crismi, e con delinquenti più o meno noti come vittime, si sono già succedute in discreto numero in città. Tutto fa supporre che l’assassinio dell’uomo che risponde al nome di Giacomo Riva sia maturato nell’ambito della criminalità organizzata, con un killer freddo e spietato piombato a Milano dal profondo della Sicilia o da qualche metropoli del Nord Europa. Una storia semplice, in cui l’unico testimone sembra essere il figlio della vittima che, rannicchiato sul sedile posteriore della Mercedes, ha assistito, impietrito dall’orrore, all’omicidio del padre.
Ma il commissario Cavallo l’adagio lo conosce bene: mai fidarsi delle apparenze, seguire sempre l’istinto. L’istinto del vero poliziotto. Giacomo Riva ha infatti la tipica fedina penale immacolata di chi può coltivare senza ritegno amicizie pericolose con esponenti del crimine. Il suo tenore di vita era inoltre troppo alto per essere il titolare di una modesta agenzia immobiliare. Tuttavia, vantava anche amicizie altolocate con politici di lungo corso, e il suo passato presenta una zona d’ombra su cui ogni buon poliziotto dovrebbe indagare: durante gli Anni di piombo era scomparso… e i suoi amici con lui.
Dopo lo sfolgorante esordio de Il nome del padre, Flavio Villani torna con il secondo capitolo di una serie che si inserisce a pieno titolo nella grande tradizione italiana del romanzo poliziesco e consegna al lettore una nuova, indimenticabile figura di commissario.

Giuseppe Munforte è nato e vive a Milano. Ha esordito nel 1998 con il romanzo Meridiano (Castelvecchi), Premio Assisi per l’inedito 1996. Tra le sue opere figurano “La prima regola di Clay” (Mondadori, 2008), “Cantico della galera” (Italic- Pequod, 2011), “La resurrezione di Van Gogh” (Barbera, 2013), “Nella casa di vetro” (Gaffi, 2014), romanzo finalista al Premio Strega 2014, e “Dove batte l’onda” (Melville, 2015).

Flavio Villani è nato a Milano nel 1962. Neurologo, ha lavorato negli Stati Uniti come ricercatore nel settore della neurofisiologia. Come scrittore ha esordito con “L’ordine di Babele” (2013, Laurana). “Il nome del padre” è stato il suo primo romanzo poliziesco.

Lunedì 8 aprile alle 18
alla libreria Trame in via Goito 3/C a Bologna
Chiara Ingrao presenta “Migrante per sempre” (Baldini+Castoldi) e ne parla con Filippo Vendemmiati.

“Noi due siamo come due carciofi, Lina. Ogni mondo che abbiamo attraversato è una foglia avvinghiata alle altre senza nessuna dolcezza, attorno a un cuore pieno di spine”.

Dall’Italia degli emigranti a quella degli immigrati, cinquant’anni nella vita di Lina, ispirata a una storia vera: bambina in Sicilia, ragazza in Germania, donna a Roma. Un paese di padri lontani e di preti padroni, di pistacchi e di mandorle; un papà che varca i confini da clandestino, una madre assente e inafferrabile che condiziona ogni scelta. La nonna bracciante è mamma e maestra, ma non è lei che può decidere chi parte e chi resta.
Partire è inverno tedesco, è la fabbrica: è suoni incomprensibili sputati in faccia, sorelle perdute e amicizie turche, compaesani soffocanti. Manca l’aria, i sogni s’infrangono e le parole vecchie non bastano più. Per Lina si apre una stagione di nuove esperienze, e la sfida di un amore forse impossibile.
Riesce a tornare, finalmente: ma dove? Affetti e fatiche, solitudini e alleanze impreviste, in un mondo profondamente cambiato ma con la stessa ostinata voglia di trovare la propria strada, fra radici strappate e sprazzi di futuro.
Chiara Ingrao ritorna su alcuni temi per lei centrali, come l’intreccio fra bisogno umano di radici e impossibilità di appartenere completamente a un solo luogo e un solo punto di vista.
“Scrivere è la mia forma di resistenza dell’anima”, afferma l’autrice.

Chiara Ingrao, scrittrice e animatrice culturale nelle scuole, ha lavorato come sindacalista, interprete, parlamentare, programmista radio, consulente su diritti delle donne e diritti umani. È impegnata da anni nel femminismo, nel pacifismo, nel movimento anti-razzista. Ha scritto due romanzi (Il resto è silenzio e Dita di dama), due libri per bambini/e (Habiba la Magica e Mal di paura), articoli e saggi (alcuni raccolti in Oltre il ponte – Pensieri di una femminista di frontiera). In Soltanto una vita ha raccontato le esperienze e pubblicato gli scritti di sua madre, Laura Lombardo Radice; in Salaam Shalom il suo percorso pacifista in Medio Oriente e altrove.
È sposata con Paolo Franco e ha due figlie, due figliocci e tre nipoti.

Filippo Vendemmiati è giornalista e regista.
La sua avventura professionale lo ha portato a trattare importanti eventi di cronaca, dal Salvemini all’omicidio Biagi al caso Aldrovandi.
Nel 2012 realizza “Non mi avete convinto” biografia di Pietro Ingrao, presentato a Venezia Dal gennaio 2016 è direttore artistico di Cinevasioni, primo festival del cinema in carcere.